Modigliani, “Nu Couché” venduto a 170 milioni di dollari. Uno dei dipinti più belli di Modì a un magnate di Shangai
Sono bastati 9 minuti e mezzo per raggiungere la cifra da record che per "soli" 9 milioni non ha battuto il primato di "Donne di Algeri" di Picasso. Ma sull'opera di "Dedo" continua la polemica del M5s che scrive al ministro Franceschini: "Non è chiaro come sia uscita dall'Italia"
Sono bastati 9 minuti e mezzo per raggiungere 170 milioni di dollari e far viaggiare verso l’Estremo Oriente un quadro di Amedeo Modigliani venduto in un’asta da record, a colpi di rilanci milionari al cardiopalma, dalla casa d’aste Christie’s a New York. Si tratta di un nudo di donna distesa su un letto, Nu couché (Nudo disteso con braccia aperte o Nudo rosso), realizzato dal pittore livornese nel freddo inverno del 1917, quando Modì dipinse una serie eccellente di “nudi” per Leopold Zborowski, uno dei più importanti mercanti d’arte moderna della Parigi dell’epoca. Da “Zbo” il quadro è passato nelle mani del collezionista Jonas Netter, poi è arrivato in Italia: prima nella collezione di Cesarina e Riccardo Gualino, a Torino, e infine a Gianni Mattioli che nel 1949 lo acquistò per poco più di 5 milioni di lire e che ora sua figlia Laura ha deciso di vendere.
La quotazione inedita raggiunta da Nu couché quasi fa dimenticare il precedente record dell’artista – 70.725.000 dollari – realizzato nel 2014 da Sotheby’s a New York da una Tête. Dietro questa cifra esorbitante – pari a 158 milioni di euro – pare si nasconda un collezionista ed eccentrico magnate di Shangai, Liu Yiqian, che ha partecipato telefonicamente all’asta. L’opera – che per 9 milioni non ha superato il record assoluto delle Donne di Algeri di Picasso – è stata venduta praticamente al doppio rispetto al prezzo massimo previsto da Christie’s.
Una sorta di cariatide supina con le braccia sollevate e le mani dietro la nuca che sembra rappresentare la pacifica rassegnazione di Modì di non potersi dedicare alla scultura a causa dei suoi polmoni, già affetti da quella tubercolosi che lo ucciderà nel 1920, a 35 anni, e che dunque non possono sopportare le polveri del marmo. Linea sicura e volumi solidi per una straordinaria grazia formale e un palpabile potere erotico che provocarono un tale turbamento durante l’esposizione nella Galerie Berthe Weill di Parigi insieme ad altri quattro nudi, che si rese necessario l’intervento della polizia per motivi di ordine pubblico a causa della grande ressa che si creò davanti alla galleria. La mostra fu immediatamente sospesa e i locali chiusi. Un episodio che contribuisce a rendere Nu couché un capolavoro assoluto. La protagonista non è Jeanne Hébuterne, grandissimo amore di Modigliani, che si suicidò all’indomani della morte del compagno, ma una delle modelle che gli procurava il suo mecenate poiché il pittore non voleva assolutamente mettere in mostra la sua donna e musa ispiratrice, senza veli e in pose eccessivamente sensuali.
Che un’artista italiano riscuota così tanto successo all’estero è certamente un orgoglio, ma che un’opera di tale calibro esca dai confini della nostra penisola è un’enorme sconfitta. Come è stato possibile infatti che questo capolavoro sia uscito dall’Italia? A sollevare i primi dubbi e le prime polemiche la senatrice del M5s Michela Montevecchi, prima firmataria di un’interrogazione depositata in Senato qualche giorno fa. “Non è chiaro come il quadro sia uscito dall’Italia – ha dichiarato la Montevecchi – pertanto, la sua vendita all’asta di New York potrebbe risultare compromessa. Le opere d’arte italiane di questo tenore hanno infatti bisogno di un’autorizzazione speciale per uscire dal nostro Paese e ci risulta che la documentazione a supporto dell’esportazione del quadro presenti diversi lati oscuri”. “Esigiamo una risposta da Franceschini e un suo tempestivo intervento”, ha concluso chiedendo risposte precise al ministro dei Beni culturali. A lei si è aggiunta la voce del sindaco di Livorno Filippo Nogarin che ha sottolineato il fatto che Modigliani sia patrimonio culturale sì per l’intera umanità ma “soprattutto per noi suoi concittadini che dobbiamo assistere inermi alla vendita di un capolavoro indiscusso col rischio di perderne addirittura le tracce”. Nogarin ha chiesto, inoltre, alla Commissione del Senato competente di intervenire per “tentare di riacquisire un’opera di tale pregio che rappresenterebbe sicuramente un investimento per il futuro dell’Italia, per la sua storia e per sua la cultura”. Intanto Modì, nell’attesa di un eventuale viaggio di ritorno di Nu couché, entra nel Club del 100 milioni insieme a Picasso, Bacon, Giacometti, Warhol e Munch.