La madre Roberta Pierini è morta, il padre Fabio Giacconi è in coma irreversibile. E lei, la figlia 16enne, è stata portata in un carcere minorile. La decisione del gip del Tribunale Minorile di Ancona, Paola Mureddu, che ha convalidato il fermo, è arrivata in serata, dopo l’udienza di oggi, in cui la ragazza, indagata insieme al fidanzato Antonio Tagliata, ha ribadito che a sparare è stato lui, e che lei non lo ha spinto a farlo. La giovane è stata fermata anche per il concorso nel ferimento del padre, ricoverato in gravissime condizioni, e nel porto abusivo della pistola impugnata dal fidanzato. A chiedere la misura cautelare in carcere era stato il pm Giovanna Leboroni.
Antonio Tagliata, nell’interrogatorio dopo il fermo, ha dichiarato di avere comprato la calibro 9X21 con cui ha ucciso i genitori della sua fidanzata “da un albanese, in piazza Cavour ad Ancona” per “450 euro“. Insieme alla pistola con la matricola abrasa, il diciottenne racconta di aver acquistato anche i caricatori, per un totale di 86 proiettili, gettati in un cassonetto della spazzatura insieme all’arma dopo l’omicidio e il ferimento di sabato scorso avvenuto nell’appartamento dei Giacconi. “Pensavo che si trattasse di una pistola giocattolo“, spiega invece la figlia sedicenne dei coniugi ascoltata per tre ore nell’udienza di convalida del fermo davanti al giudice del Tribunale dei minori, assistita dall’avvocato Paolo Sfrappini. Nelle stesse ore in cui emergono i primi risultati dell’autopsia sul corpo della mamma: colpita da tre proiettili 9X21. Uno mortale alla testa, alla regione parietale destra, uno al fianco destro e uno di striscio al braccio sinistro.
Mettendo assieme i racconti dei due fidanzati appare ormai chiaro quello che è avvenuto lo scorso 7 ottobre nell’appartamento al terzo piano di via Crivelli. Antonio Tagliata dice agli inquirenti che sabato intorno alle 12 si è incontrato con la fidanzata alla fermata dell’autobus di piazzale Europa. Insieme sono andati dai genitori di lei. Nell’atrio del palazzo Antonio le ha mostrato la pistola. In tasca ha altri due caricatori: 86 proiettili in tutto. La sedicenne – secondo il suo racconto – gli avrebbe detto “andiamo di sopra a chiarire con i miei”. Ma “il chiarimento”, a cui si presenta come se dovesse andare in guerra, si conclude con l’omicidio della 49enne e il ferimento del marito. Un epilogo che il ragazzo aveva annunciato in alcuni biglietti lasciati in casa. Sembra crollare, dunque, la versione fornita a caldo agli investigatori: “Sono andato armato perché avevo paura e ho sparato perché sono stato aggredito. Lei mi ha detto spara”. “Lei non gli ha detto ‘spara, spara’. Scaricare le responsabilità mi sembra un’operazione non molto saggia quando si sono sparati otto colpi”, controbatte l’avvocato della ragazzina ai cronisti.
Oltre ai dettagli sul giorno dell’omicidio, continuano a emergere particolari anche sulla relazione tra i due e sui motivi per cui i coniugi Giacconi si opponevano. Secondo il difensore di Tagliata, il 28 ottobre scorso la sedicenne si è presentata alla stazione dei carabinieri di Brecce bianche ad Ancona chiedendo “aiuto”. “Voleva andare via da quella casa, e andare a vivere con Antonio, il fidanzato”, ricostruisce Luca Bartolini. In quelle stesse ore, non sapendo dove fosse finita la figlia, Roberta Pierini e Fabio Giacconi si erano recati in Questura: è stato quel giorno che il maresciallo dell’Aeronautica militare e la moglie sono venuti a conoscenza dei trascorsi con la giustizia del padre di Antonio, Carlo Tagliata. Che – ricorda l’Ansa – quando era ancora minorenne fu accusato a Siracusa di un delitto passionale, in concorso con altri. Fu processato dal Tribunale dei minori come esecutore materiale dell’omicidio di Salvatore Morale assassinato a colpi di pistola nel 1987.
E’ da questo momento che i Giacconi iniziano ad opporsi a quella storia d’amore tra la figlia e Antonio Tagliata. Per il questore di Ancona Oreste Capocasa i genitori della ragazza “non presentarono alcuna denuncia o diffida nei confronti del 18enne”. In quelle stesse ore, preoccupato per il precipitare della situazione, afferma l’avvocato Bartolini, Antonio avrebbe tentato di buttarsi dalla finestra di casa sua.
Adesso il ragazzo ha chiesto di stare in cella, a Camerino, da solo, anche se il magistrato non ne aveva disposto l’isolamento. Per i suoi tentativi di suicidio, si trova in regime di stretta sorveglianza. Ed è seguito da uno psichiatra e da uno psicologo. Ha chiesto di poter tenere un’immagine sacra. La direzione del carcere sta valutando la richiesta.
Cronaca
Omicidio Ancona, 18enne: “Ho pagato la pistola 450 euro”. Convalidato il fermo della fidanzata 16enne
Antonio Tagliata, ragazzo della figlia della donna uccisa, ha chiesto di rimanere in cella da solo, anche se il magistrato non ha disposto l'isolamento. La giovane portata in un carcere minorile. Autopsia sul corpo di Roberta Pierini: uccisa con tre colpi
La madre Roberta Pierini è morta, il padre Fabio Giacconi è in coma irreversibile. E lei, la figlia 16enne, è stata portata in un carcere minorile. La decisione del gip del Tribunale Minorile di Ancona, Paola Mureddu, che ha convalidato il fermo, è arrivata in serata, dopo l’udienza di oggi, in cui la ragazza, indagata insieme al fidanzato Antonio Tagliata, ha ribadito che a sparare è stato lui, e che lei non lo ha spinto a farlo. La giovane è stata fermata anche per il concorso nel ferimento del padre, ricoverato in gravissime condizioni, e nel porto abusivo della pistola impugnata dal fidanzato. A chiedere la misura cautelare in carcere era stato il pm Giovanna Leboroni.
Antonio Tagliata, nell’interrogatorio dopo il fermo, ha dichiarato di avere comprato la calibro 9X21 con cui ha ucciso i genitori della sua fidanzata “da un albanese, in piazza Cavour ad Ancona” per “450 euro“. Insieme alla pistola con la matricola abrasa, il diciottenne racconta di aver acquistato anche i caricatori, per un totale di 86 proiettili, gettati in un cassonetto della spazzatura insieme all’arma dopo l’omicidio e il ferimento di sabato scorso avvenuto nell’appartamento dei Giacconi. “Pensavo che si trattasse di una pistola giocattolo“, spiega invece la figlia sedicenne dei coniugi ascoltata per tre ore nell’udienza di convalida del fermo davanti al giudice del Tribunale dei minori, assistita dall’avvocato Paolo Sfrappini. Nelle stesse ore in cui emergono i primi risultati dell’autopsia sul corpo della mamma: colpita da tre proiettili 9X21. Uno mortale alla testa, alla regione parietale destra, uno al fianco destro e uno di striscio al braccio sinistro.
Mettendo assieme i racconti dei due fidanzati appare ormai chiaro quello che è avvenuto lo scorso 7 ottobre nell’appartamento al terzo piano di via Crivelli. Antonio Tagliata dice agli inquirenti che sabato intorno alle 12 si è incontrato con la fidanzata alla fermata dell’autobus di piazzale Europa. Insieme sono andati dai genitori di lei. Nell’atrio del palazzo Antonio le ha mostrato la pistola. In tasca ha altri due caricatori: 86 proiettili in tutto. La sedicenne – secondo il suo racconto – gli avrebbe detto “andiamo di sopra a chiarire con i miei”. Ma “il chiarimento”, a cui si presenta come se dovesse andare in guerra, si conclude con l’omicidio della 49enne e il ferimento del marito. Un epilogo che il ragazzo aveva annunciato in alcuni biglietti lasciati in casa. Sembra crollare, dunque, la versione fornita a caldo agli investigatori: “Sono andato armato perché avevo paura e ho sparato perché sono stato aggredito. Lei mi ha detto spara”. “Lei non gli ha detto ‘spara, spara’. Scaricare le responsabilità mi sembra un’operazione non molto saggia quando si sono sparati otto colpi”, controbatte l’avvocato della ragazzina ai cronisti.
Oltre ai dettagli sul giorno dell’omicidio, continuano a emergere particolari anche sulla relazione tra i due e sui motivi per cui i coniugi Giacconi si opponevano. Secondo il difensore di Tagliata, il 28 ottobre scorso la sedicenne si è presentata alla stazione dei carabinieri di Brecce bianche ad Ancona chiedendo “aiuto”. “Voleva andare via da quella casa, e andare a vivere con Antonio, il fidanzato”, ricostruisce Luca Bartolini. In quelle stesse ore, non sapendo dove fosse finita la figlia, Roberta Pierini e Fabio Giacconi si erano recati in Questura: è stato quel giorno che il maresciallo dell’Aeronautica militare e la moglie sono venuti a conoscenza dei trascorsi con la giustizia del padre di Antonio, Carlo Tagliata. Che – ricorda l’Ansa – quando era ancora minorenne fu accusato a Siracusa di un delitto passionale, in concorso con altri. Fu processato dal Tribunale dei minori come esecutore materiale dell’omicidio di Salvatore Morale assassinato a colpi di pistola nel 1987.
E’ da questo momento che i Giacconi iniziano ad opporsi a quella storia d’amore tra la figlia e Antonio Tagliata. Per il questore di Ancona Oreste Capocasa i genitori della ragazza “non presentarono alcuna denuncia o diffida nei confronti del 18enne”. In quelle stesse ore, preoccupato per il precipitare della situazione, afferma l’avvocato Bartolini, Antonio avrebbe tentato di buttarsi dalla finestra di casa sua.
Adesso il ragazzo ha chiesto di stare in cella, a Camerino, da solo, anche se il magistrato non ne aveva disposto l’isolamento. Per i suoi tentativi di suicidio, si trova in regime di stretta sorveglianza. Ed è seguito da uno psichiatra e da uno psicologo. Ha chiesto di poter tenere un’immagine sacra. La direzione del carcere sta valutando la richiesta.
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Washington, 17 mar. (Adnkronos) - il presidente americano Donald Trump ha dichiarato ai giornalisti che il leader cinese Xi Jinping visiterà presto Washington, a causa delle crescenti tensioni commerciali tra le due maggiori economie mondiali. Lo riporta Newsweek. "Xi e i suoi alti funzionari" arriveranno in un "futuro non troppo lontano", ha affermato Trump.
Washington, 17 mar. (Adnkronos) - Secondo quanto riferito su X dal giornalista del The Economist, Shashank Joshi, l'amministrazione Trump starebbe valutando la possibilità di riconoscere la Crimea ucraina come parte del territorio russo, nell'ambito di un possibile accordo per porre fine alla guerra tra Russia e Ucraina.
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Tel Aviv, 17 mar. (Adnkronos) - Secondo un sondaggio della televisione israeliana Channel 12, il 46% degli israeliani non è favorevole al licenziamento del capo dello Shin Bet, Ronen Bar, da parte del primo ministro Benjamin Netanyahu, rispetto al 31% che sostiene la sua rimozione. Il risultato contrasta con il 64% che, in un sondaggio di due settimane fa, sosteneva che Bar avrebbe dovuto dimettersi, e con il 18% che sosteneva il contrario.
Tel Aviv, 17 mar. (Adnkronos) - Il ministero della Salute libanese ha dichiarato che almeno sette persone sono state uccise e 52 ferite negli scontri scoppiati la scorsa notte al confine con la Siria. "Gli sviluppi degli ultimi due giorni al confine tra Libano e Siria hanno portato alla morte di sette cittadini e al ferimento di altri 52", ha affermato l'unità di emergenza del ministero della Salute.
Beirut, 17 mar. (Adnkronos/Afp) - Hamas si starebbe preparando per un nuovo raid, come quello del 7 ottobre 2023, penetrando ancora una volta in Israele. Lo sostiene l'israeliano Channel 12, in un rapporto senza fonti che sarebbe stato approvato per la pubblicazione dalla censura militare. Il rapporto afferma inoltre che Israele ha riscontrato un “forte aumento” negli sforzi di Hamas per portare a termine attacchi contro i kibbutz e le comunità al confine con Gaza e contro le truppe dell’Idf di stanza all’interno di Gaza.
Cita inoltre il ministro della Difesa Israel Katz, che ha detto di recente ai residenti delle comunità vicine a Gaza: "Hamas ha subito un duro colpo, ma non è stato sconfitto. Ci sono sforzi in corso per la sua ripresa. Hamas si sta costantemente preparando a effettuare un nuovo raid in Israele, simile al 7 ottobre". Il servizio televisivo arriva un giorno dopo che il parlamentare dell'opposizione Gadi Eisenkot, ex capo delle Idf, e altri legislatori dell'opposizione avevano lanciato l'allarme su una preoccupante recrudescenza dei gruppi terroristici di Gaza.
"Negli ultimi giorni, siamo stati informati che il potere militare di Hamas e della Jihad islamica palestinese è stato ripristinato, al punto che Hamas ha oltre 25.000 terroristi armati, mentre la Jihad ne ha oltre 5.000", hanno scritto i parlamentari, tutti membri del Comitato per gli affari esteri e la difesa.
Tel Aviv, 17 mar. (Adnkronos/Afp) - L'attacco israeliano nei pressi della città di Daraa, nel sud della Siria, ha ucciso due persone. Lo ha riferito l'agenzia di stampa statale siriana Sana.
"Due civili sono morti e altri 19 sono rimasti feriti in attacchi aerei israeliani alla periferia della città di Daraa", ha affermato l'agenzia di stampa, mentre l'esercito israeliano ha affermato di aver preso di mira "centri di comando e siti militari appartenenti al vecchio regime siriano".
Tel Aviv, 17 mar. (Adnkronos) - Le Idf hanno riferito che sono in corso attacchi aerei contro obiettivi militari nella Siria meridionale. I siti includono quartieri generali e altre strutture utilizzate per immagazzinare armi ed equipaggiamento appartenenti all'ex regime siriano, afferma l'esercito, aggiungendo di aver individuato tentativi da parte di gruppi non specificati di utilizzare tali armi. "La presenza di queste armi nella Siria meridionale è una minaccia per lo Stato di Israele. L'Idf non permetterà l'esistenza di una minaccia militare nella Siria meridionale e agirà contro di essa", ha aggiunto l'Idf.