Figlio d'arte, ha ereditato dai genitori Nicola e Giuseppina una gastronomia con oltre 60 anni di storia nel cuore di Cerignola, Foggia. Oggi è anche ambasciatore del gusto per Foodscovery
“Non so dove mi hanno concepito, ma quel che è certo è che sono nato tra i prosciutti”. Rosario Didonna, 41 anni, è il nome della Puglia all’estero, quando si parla di buon cibo. Figlio d’arte, ha ereditato dai genitori Nicola e Giuseppina una gastronomia con oltre 60 anni di storia nel cuore di Cerignola, provincia di Foggia.
“Se è buono lo mangi, se è meglio lo offri”, il motto del papà che ha portato fortuna
“Anche durante il periodo buio dell’avvento dei supermercati – racconta Rosario a FQ Magazine – una fase durante la quale abbiamo patito, mio padre mi ha sempre detto questa cosa: se è buono lo mangi, se è meglio lo offri. Lui sceglieva solo il meglio”. Rosario ricorda i viaggi con papà fino a Langhirano, in provincia di Parma, alla ricerca dei prosciutti più saporiti e del parmigiano di qualità. Una scelta che, alla lunga, li ha premiati. “Tanto è vero che poi abbiamo ereditato una fortuna, io la gestisco dal 2000 ed è stata una crescita esponenziale” rivela. Alla salumeria di famiglia, Rosario ha affiancato un’osteria ed enoteca, “U Vulesce“, “la voglia” in pugliese, 40 tavoli e 400 etichette. “Prevalentemente italiane, ma dopo viaggi fatti in Sud America, in Sud Africa, in Francia, ho avuto modo di assaggiare produzioni di ottimo livello che ho portato dentro” spiega.
Rosario Didonna, promotore della buona Puglia in Europa
Ha fatto conoscere un po’ di mondo in Puglia e un po’ di Puglia nel mondo, Rosario, attivissimo nella promozione del suo territorio. “Con la Regione abbiamo fatto un Road Show in tutta Europa. Vale a dire tappe itineranti nelle capitali, in cui gli avventori potevano fare viaggi emozionali con il nostro paesaggio e il nostro cibo e prenotare in tempo reale la loro vacanza in Puglia”. Che è sempre più apprezzata nel mondo, come mostrano i dati presentati a Bari, alla terza edizione appena conclusa di “Buy Puglia“, borsa del turismo in cui imprese del territorio hanno incontrato buyer da Australia, Russia, Brasile, solo per citare 3 dei 120 Paesi presenti. I flussi turistici internazionali nella regione dei trulli sono cresciuti per giro d’affari del 45% dal 2007 a oggi e, nei primi 8 mesi del 2015, i turisti stranieri erano l’8% in più rispetto allo stesso periodo del 2014. “Non stupiamoci: abbiamo 850 chilometri di coste, più di 50 comuni così diversi, dai Monti Dauni all’estremo sud di Leuca, e una gastronomia completamente varia, con oltre 250 prodotti agroalimentari tradizionali. In questo momento la Puglia ha grande visibilità e un feedback molto importante” commenta lo chef – promotore.
“I produttori artigianali di qualità sono pochi. Tanta è bigiotteria”
Che sta girando l’Italia come Ambasciatore del Gusto per Foodscovery, piattaforma di vendita online dei prodotti dell’eccellenza enogastronomica del Paese. “E’ un lavoro che mi appassiona e entusiasma da impazzire. Entrare nei laboratori degli artigiani e toccare con mano il loro lavoro – racconta – è incredibile. Ieri sono stato in un caseificio dove si produce mozzarella dal 1936, con la pasta matura filata come una volta”. Lavorazioni lente, artigianali, per questo costose. Ma è tutto oro quel che luccica? “C’è tanta bigiotteria in giro, tanti pseudo produttori che probabilmente vengono percepiti come di alta gamma ma che fingono di fare ancora gli artigiani. Gli artigiani non sono tantissimi, bisogna saperli riconoscere”. E’ mattina inoltrata, la cucina chiama Rosario. “Ho appena ricevuto un dentice di 8 chili, bellissimo! Vado a prepararlo. Domani parto per Malta, per l’apertura di un ristorante, e la prossima settimana – conclude – volo a Londra“.