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Sondaggi, il M5s al ballottaggio allunga sul Pd: più 1,7%. Anche grazie ai voti di Lega Nord e Fratelli d’Italia

I Cinque Stelle sfiorano il 28 per cento, il Partito democratico resta intorno al 32. Al secondo turno il 44% degli elettori leghisti sceglierebbe il Movimento. Renzi la spunterebbe, invece, in una sfida finale contro un listone di centrodestra

Matteo Renzi dice di aver resistito a due spallate arrivate nel fine settimana, forse sopravvalutando il significato della fondazione di Sinistra Italiana al teatro Quirino di Roma e la manifestazione del centrodestra con circa 20mila partecipanti in piazza Maggiore a Bologna. In realtà lo sguardo del presidente del Consiglio dovrebbe rivolgersi da un’altra parte. Per la seconda settimana consecutiva i sondaggi infatti danno vincente il Movimento Cinque Stelle in un eventuale ballottaggio con il Pd alle Politiche. Secondo l’istituto Emg per il TgLa7, infatti, finirebbe 51,7 a 48,3. Il sorpasso (virtuale) era già avvenuto la scorsa settimana, qui la notizia è che la forbice si allarga di oltre un punto (1,1) in sette giorni. Come sempre in materia di sondaggi servono le dovute cautele, innanzitutto perché le elezioni nazionali sono lontane nel tempo di due anni e mezzo (certo ci sono le amministrative di Roma, Milano e Napoli tra 6 mesi), ma poi anche per il fatto che esiste in sondaggi come questo un margine di errore del 3 per cento. Terza variabile: gli indecisi, che Emg valuta al 17,2 per cento. Non si tratta degli astensionisti (42%), ma di chi non ha ancora deciso, appunto, chi scegliere una volta ai seggi.

L’altro elemento importante dei sondaggi degli ultimi giorni, anche se in qualche modo prevedibile, è il risultato dell’analisi sull’eventuale flusso di voti a favore del M5s tra il primo e il secondo turno. Emerge dai dati Emg che il contributo significativo (e forse decisivo) per la vittoria dei grillini nei confronti del Pd arriverebbe dagli elettori di destra, Lega Nord e Fratelli d’Italia tanto per fare nomi e cognomi.

Secondo l’istituto diretto da Fabrizio Masia al secondo turno sceglierebbero il M5s il 22% degli elettori di Forza Italia, il 30 per cento degli elettori di Fratelli d’Italia e addirittura il 44 per cento degli elettori della Lega Nord. E ancora più sorprendente è vedere una dinamica simile ma rovesciata, stando a un’analisi condotta a ottobre da Demos per Repubblica. Secondo l’istituto guidato da Ilvo Diamanti in uno scontro finale al ballottaggio il Pd vincerebbe su un listone di centrodestra 52 a 48: un quarto di chi al primo turno vota Cinque Stelle, al secondo turno sceglierebbe il candidato di Lega Nord, Forza Italia e Fratelli d’Italia.

Per paradosso Pd e Matteo Renzi devono sperare che i partiti di centrodestra si uniscano e superino – come sperano Matteo Salvini e Silvio Berlusconi – proprio il M5s in modo da accedere al ballottaggio. In una sfida tra democratici e un listone di centrodestra, infatti, non ci sarebbe gara: 52,5 a 47,5, anche se anche in questo caso, rispetto a una settimana, si riduce il distacco dello 0,4.

Il punto di partenza è senza dubbio il periodo di grazia dei Cinque Stelle (teoricamente preoccupante per Renzi). Emg per il TgLa7 segnala un ulteriore aumento e un valore che sfiora il 28 per cento. Index Research per Piazzapulita, in un sondaggio diffuso la scorsa settimana, aveva fissato il M5s addirittura al 28,7, a soli tre punti di distanza dal Partito democratico. Ixè per Agorà, venerdì scorso, calcolava il 27,5. Queste le ultime rilevazioni sul Movimento. Il Pd invece oscilla tra il 30,5 e il 32 in una situazione, peraltro, che la sinistra del partito definisce di “isolamento” visto che i rapporti con Sinistra Italiana sono già pessimi.

Per quanto riguarda le liste, secondo Emg, il Partito democratico questa settimana si attesta al 31,6 per cento (con un calo dello 0,6 in una settimana), davanti al M5s al 27,7 (+0,4). Terzo partito è ancora la Lega Nord (14,4, +0,3), mentre l’unico altro partito in doppia cifra è Forza Italia (11,8, +0,1). Supererebbero la soglia di sbarramento per l’ingresso in Parlamento Fratelli d’Italia (5%, -0,2) e Sel (3,4, +0,1). Torna in allarme Area Popolare (Ncd e Udc) che sarebbe sotto la soglia: 2,8 (-0,3). E’ ancora presto, invece, per misurare Sinistra Italiana (di cui Sel rappresenta comunque un pezzo).