“La Turchia è indietro per quanto riguarda la libertà di espressione e di assemblea”. Ad affermarlo è la Commissione europea nel rapporto dedicato ai paesi candidati ad entrare nell’Ue. Sotto accusa sono soprattutto i tanti provvedimenti contro i mezzi di informazione: “Dopo diversi anni di progressi nella libertà di espressione – scrivono da Bruxelles – sono stati osservati gravi passi indietro negli ultimi due anni. In particolare i procedimenti penali in corso e nuovi contro giornalisti, scrittori o utenti dei social media, l’intimidazione di giornalisti e media e le azioni delle autorità che limitano la libertà dei mezzi di comunicazione sono di notevole preoccupazione”.
Gli ultimi episodi di censura sono avvenuti ai primi di novembre, nell’immediato nei giorni dopo le ultime elezioni politiche: per una copertina polemica contro il presidente Erdogan sono stati arrestati il direttore e il caporedattore centrale della rivista “Nokta”. “In Turchia sono stati fatti progressi notevoli nella tutela dei diritti umani – si legge ancora nel rapporto – ma rimangono ancora gravi carenze”. Per Bruxelles proprio le troppe tornare elettorali insieme alla frammentazione politica sta rallentando il processo di riforme. Infine la Commissione esorta il governo di Ankara ha risolvere in tempi brevi la questione curda: “Si spera di vedere la fine della escalation di violenza in Turchia: è fondamentale far ripartire i colloqui con il Kurdistan. Il processo di risoluzione di pace si è fermato nonostante fossero stati realizzati sviluppi positivi”.