Politica

M5S, per candidato a Roma Casaleggio vuole aprire voto a tutti gli iscritti al blog

Il cofondatore del Movimento 5 Stelle nella riunione del 27 ottobre scorso alla Camera ha discusso dell'opzione con il direttorio. La scelta servirebbe per contrastare le correnti romane: "Il Campidoglio può essere la porta per arrivare al governo"

Adunata generale per una partita di “rilevanza nazionale”. Chiamata alle armi, per gli oltre 100mila iscritti al blog di Beppe Grillo. Il candidato sindaco dei Cinque Stelle a Roma verrà votato sul portale da attivisti di tutta Italia, probabilmente a gennaio. La corsa non sarà ristretta solo ai quattro ex consiglieri comunali, ma aperta anche ad altri nomi (niente parlamentari o eletti, però). E per i Municipi si attingerà da comitati e liste civiche.

Così ha deciso il co-fondatore Gianroberto Casaleggio, per sottrarre la scelta ai soli iscritti residenti a Roma (quindi alle tifoserie). E per non puntare solo sugli eletti in Campidoglio, a cui rimprovera qualche (presunto) errore. Una mossa inedita per un’elezione locale, di fatto una svolta per il Movimento, che verrà sancita con un post sul blog di Beppe Grillo entro questa settimana. Righe in cui dovrebbe esserci anche l’apertura ai membri di comitati civici e associazioni per le liste del M5S nei 15 Municipi romani. Candidati radicati sui territori, con voti puliti. Un’ipotesi discussa dallo stesso Casaleggio il 27 ottobre scorso alla Camera, con i cinque del Direttorio e le romane di peso, la deputata Roberta Lombardi e la senatrice Paola Taverna. Sull’idea tacciono i vertici. Il deputato Roberto Fico, membro del direttorio, a Omnibus prende tempo: “Non mi risulta”.

Il “guru” tuttora il capo politico del Movimento, a fine ottobre era apparso a Roma per prendere in mano la situazione. Sapeva delle tensioni nel M5S, romano e non, dove in tanti fremono al pensiero di espugnare il Campidoglio. Ma dove in parecchi hanno pure il terrore di vincere. “Se prendiamo Roma rischiamo di andare a sbattere in sei mesi, e alle Politiche Renzi ci massacrerà”, ripetevano e ripetono parlamentari in serie. Il Grillo calato pochi giorni fa a Roma, che “paventava effetti collaterali molto pesanti” in caso di vittoria del M5S, pareva una conferma della voglia di non arrivare primi (tanto che il blog ha dovuto correggere e precisare). Ma Casaleggio, assicurano, vuole vincere: “Roma può essere la porta per arrivare al governo”. Però gli hanno raccontato di tensioni tra gruppi interni. E di una forte competizione tra i quattro ex consiglieri comunali, l’ex capogruppo Marcello De Vito (già candidato nel 2013), Virginia Raggi, Daniele Frongia ed Enrico Stefano. Accesa soprattutto tra De Vito e Raggi, i due in prima fila (con l’avvocatessa data in leggero vantaggio, causa maggiore abilità in tv). Il co-fondatore ha registrato tutto. E in questi giorni ha espresso critiche nei confronti dei quattro. Certo, la slavina degli scontrini che ha tirato giù il sindaco del Pd Ignazio Marino l’hanno innescata loro, e da Milano l’hanno riconosciuto e certificato. Ma sugli ex eletti pesa pure un po’ di pregresso.

A Casaleggio hanno ricordato qualche astensione di troppo del gruppo (declinata con uscite dall’aula). Soprattutto, gli è rimasto in mente quel 5 dicembre 2014, quando in Campidoglio deflagrò Mafia Capitale. La giunta Marino ballò pericolosamente, e per puntellarla il Marziano tentò la mossa, offrendo la vicepresidenza del Consiglio ai 5 Stelle, tramite il capogruppo Pd Fabrizio Panecaldo. I consiglieri del M5S tentennarono, di fronte a un possibile incarico istituzionale. Furono sul punto di accettare. Ma in serata in Campidoglio arrivarono Lombardi, Alessandro Di Battista e un furibondo Luigi Di Maio. Fu lui a rispondere secco a Panecaldo di fronte ai cronisti: “Questo Comune non è al sicuro con Marino”. E a ricondurre i quattro eletti sulla linea dura, quella di Casaleggio: “Accordi con il Pd non se ne fanno”. È passato tanto tempo. E ora i quattro dovranno rassegnarsi a non correre da soli, come pensavano e speravano. Casaleggio li costringerà a sudarsela in una lista più larga, dove potrebbe spuntare anche una sorpresa. Soprattutto, vuole che vengano giudicati sul web dagli iscritti di tutta Italia. Incuranti di dinamiche e posizionamenti interni a Roma, dove si rischiava l’effetto correnti. L’incubo del guru, che vuole affacciarsi dal Campidoglio. Da vincitore.

da il Fatto Quotidiano del 12 novembre 2015
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