Dopo la pubblicazione del macello degli orrori, nel quale si vedono le torture a cui sono sottoposti i capi di bestiame prima della macellazione, si è scatenata una bufera contro il sindaco di Ghedi Lorenzo Borzi. E’ lui che, non sapendo di essere filmato, arriva a dire che il vero maltrattamento animale è quello di “chi tratta il proprio cane come un essere umano”, anziché di chi usa catene e forca, come il proprietario del macello Italcarni. Che, guarda caso, è proprio il cognato del sindaco della città in provincia di Brescia.
Gruppi di animalisti e non solo si sono dati appuntamento questo sabato, fuori dal municipio, per manifestare il loro sdegno contro le frasi di Borzi. E hanno invitato i cittadini a portare con sé i propri cani e gatti. Sono in molti, inoltre, a chiedere al sindaco Borzi di costituire il comune di Ghedi parte civile nel processo. Se questo non succederà, i Radicali hanno annunciato che daranno assistenza legale ai cittadini che vorranno farlo. E Asso-Consum, un’associazione in difesa dei consumatori, ha annunciato che lo farà comunque. Perché oltre ai gravissimi episodi di maltrattamento animale, il pm Ambrogio Cassiani, il titolare dell’indagine, ritiene che sia stata messa in commercio carne contaminata da batteri pericolosi per la salute umana. Sarebbero state proprio le pratiche di maltrattamento, infatti, a contaminare la carne, con presenza batterica fino a cinquanta volte quella consentita dalla legge. Ma il sindaco fa spallucce perché, prima della macellazione, “le mucche vivono nelle stalle a contatto con la loro stessa merda”.
L’inchiesta è arrivata anche in Parlamento. Walter Rizzetto (Ex M5S) ha presentato un’interrogazione al ministro Beatrice Lorenzin, per chiederle come intenda procedere nei confronti di una Asl, quella di Brescia, che ha permesso a Italcarni di torturare gli animali e di mettere in commercio carne infetta, senza mai essere intervenuta.
Il punto ora è capire se i fatti di Ghedi siano circoscritti al macello degli orrori o se, al contrario, quelle pratiche contrarie alla morale e alla salute dei consumatori siano diffuse anche in altri stabilimenti. A tale riguardo la Lav (Lega antivivisezione) ha chiesto alla Lorenzin di avviare una commissione d’inchiesta con osservatori europei sui macelli italiani. E ha chiamato in causa anche Roberto Maroni, presidente della regione Lombardia, perché istituisca un’indagine conoscitiva sul commercio delle carni di animali a terra e sulla loro salubrità. Per il momento a Roma e Milano tutto tace