Dopo aver scoperto il calcio una ventina di anni fa, gli Stati Uniti hanno già deciso di modificarlo: vietato colpire la palla con la testa nelle squadre giovanili. Il calcio è lo sport più diffuso al mondo grazie alla sua semplicità, la palla si può colpire con i piedi o con la testa (anche con le gambe e con il tronco, ma non è consigliabile), tolta una delle due parti del corpo si rischia di ridurlo a una corsa da mezzofondo e togliere gran parte del divertimento ai bambini. La nuova regola prevede invece il divieto assoluto di colpire la palla con la testa per i bambini fino ai dieci anni, e la possibilità di farlo solo in allenamento per i bambini fino a tredici. La sorprendente decisione, un vero e proprio colpo di testa si potrebbe dire, è stata presa dalla federcalcio americana questa settimana.
Per motivi di giurisdizione, per ora sarà applicata solo alle squadre giovanili della nazionale e dei club affiliati alla Major Soccer League, una piccola parte dei 3 milioni di praticanti. Pur non potendo direttamente intervenire altrove, la federcalcio americana raccomanda però che tutte le altre organizzazioni adottino la medesima politica. Tutto nasce da un problema drammatico in verità, ed è quello dei traumi cranici a seguito delle botte prese nel football americano: un problema che persiste da anni, e che ha portato a serie problematiche psichiatriche sfociate in atroci omicidi e suicidi. Ma da qui si è sfociati nel ridicolo.
Uno studio piuttosto allarmistico del 2007, riproposto nel luglio 2015, tentava di far credere che nel calcio giovanile fosse alto il pericolo di subire un trauma cranico: bene, secondo i dati del medesimo studio le percentuali sono assai irrisorie, lo 0,027% per i maschi e lo 0,04% per le femmine. E non è tutto, la causa maggiore (78% per i maschi e 62% per le femmine) sarebbe lo scontro con un compagno di squadra o un avversario, non certo colpire la palla con la testa. Quindi, se proprio ci tengono a cambiare il calcio, alla federcalcio Usa dovrebbero far giocare gli under 13 senza avversari.
Ma tant’è, come sempre negli Stati Uniti sono cominciate le battaglie legali e le class action dei vari gruppi di tutela dei minori o di organizzazioni di genitori, e il caso è arrivato nel 2014 in un tribunale californiano. Un giudice, con una sentenza che fa giurisprudenza, ha deliberato allora che la responsabilità in caso di infortunio e di conseguente richiesta danni sarebbe stata della federcalcio americana che, per correre ai ripari, ha stabilito in tutta fretta che nel calcio giovanile è da oggi vietato colpire la palla con la testa. In attesa che la federcalcio americana decida che non si può colpire nemmeno la palla con i piedi per evitare infortuni alle dita, o per non peggiorare l’incresciosa problematica giovanile delle unghie incarnite, la speranza è che ragazzi e ragazze americane giochino sempre più per strada e sempre meno nelle strutture ufficiali.