Il comunicato è stato diffuso dalle liste 5 Stelle di Formigine, Fiorano, Soliera, Sassuolo, Camposanto e Serramazzoni, insieme al consigliere di Modena e a quelli di Castelfranco Emilia. In molti però si sono già dissociati: "Era solo una bozza"
Riemerge l’ombra di una lotta interna nel Movimento 5 stelle in Emilia Romagna, reduce da anni di faide, litigi ed espulsioni. Questa volta nel mirino c’è Giulia Gibertoni, capogruppo in Regione dal novembre scorso. Alcuni eletti del Movimento nei comuni del modenese l’accusano di non rispettare gli impegni presi in campagna elettorale sul taglio dello stipendio, e di non chiarire nel dettaglio le spese sostenute nel corso del suo mandato. Ma lamentano anche una mancanza di confronto con la base e scarsa trasparenza. Il tutto è stato messo nero su bianco in un comunicato diffuso alla stampa, dopo un sondaggio interno al meetup di Modena e provincia: “Non ci sentiamo più rappresentati da lei, abbiamo perso fiducia” scrivono.
Autori della denuncia sono le liste 5 stelle di Formigine, Fiorano, Soliera, Sassuolo, Camposanto e Serramazzoni, insieme al consigliere di Modena, Luca Fantoni, quelli Castefranco Emilia, Oscar Bonini e Antonella Franchini, e Tiziana Cipriani, eletta nel comune di Bomporto. “Dopo circa un anno dalla sua elezione – si legge – diverse problematiche, alcune delle quali già emerse durante la campagna elettorale, hanno evidenziato atteggiamenti e comportamenti, scelte politiche che sono in conflitto con quello che riteniamo lo spirito del Movimento, teso alla partecipazione, alla trasparenza, all’onestà come base della fiducia”.
Subito dopo vengono elencati i motivi della sfiducia, che comprendono il voto a Enrico Aimi, forzista indagato per peculato, eletto vicepresidente della commissione regionale cultura anche grazie al sostegno dei Cinque stelle. Ma anche il fatto di non aver risposto alle tante domande di confronto. “Si è sottratta in troppe occasioni alle richieste che le venivano dai diversi gruppi del territorio, dalle liste, dai consiglieri comunali, privilegiando pochi e fomentando divisioni e discordie”. Anche se al centro della disputa ci sono soprattutto la rendicontazione delle spese e l’autoriduzione dello stipendio, due punti che fanno parte della fondamenta della politica dei 5 stelle. Gibertoni sarebbe rea di restituire meno di quanto promesso, e trattenere per sé 3000 euro invece di 2500. “Ha disatteso all’impegno preso pubblicamente in campagna elettorale, tuttora non vi è alcuna chiarezza sulle spese sostenute, sulla destinazione della indennità di funzione, non è stato fatto alcun versamento delle eccedenze in alcun fondo, come invece promesso”. Polemiche che toccano anche i colleghi di Gibertoni, con la sola eccezione di Silvia Piccinini. “Non possono non destare qualche perplessità le rendicontazioni dei consiglieri Sassi , Bertani e Sensoli”.
In realtà, il testo è al centro di un piccolo giallo, dal momento che non tutti hanno condiviso il modo in cui è stato reso pubblico. Luca Fantoni, consigliere di Modena, ad esempio, appare tra gli autori, ma è lui stesso a voler ridimensionare la questione e precisare che si tratta di una “lettera d’intenti”, non di un comunicato. “Non condivido il modo in cui il problema è uscito. Doveva essere una lettera di discussione da portare al ‘Regionando tour‘ ( il ciclo di incontri che i consiglieri regionali organizzano sul territorio per esporre il proprio lavoro agli attivisti, ndr) e non un comunicato stampa, che riporta anche il mio nome. L’obiettivo era dare una sorta di cartellino giallo a Giulia Gibertoni. Speriamo ora di avere un confronto sereno e arrivare a una soluzione”. Monica Medici, consigliere di Carpi (non tra i firmatari), preferisce prendere le distanze. “Un sondaggio in un gruppo chiuso non ha alcun valore: non si può sfiduciare una portavoce democraticamente eletto da tutti gli attivisti della regione. Inoltre mancano reali motivi”.
Intanto, Gibertoni respinge le accuse, parlando di “vigliaccheria” per i modi in cui la nota è arrivata ai giornali . “E’ un attacco sleale e infondato, che arriva proprio a poche ore dal ‘Regionando tour’ di Modena. E poi non è chiaro da chi parta: mi hanno chiamato molte persone per dirmi che si dissociavano da quel comunicato. Alcuni della lista di Sassuolo e Saliera, ad esempio, hanno assicurato di non aver mai dato l’autorizzazione a inviare il testo con il proprio nome. A chi ha delle perplessità dico: venite in assemblea e parliamone di persona. Anche perché delle rendicontazioni e dei versamenti delle eccedenza stiamo ancora discutendo”.
A meno di un giorno dalla diffusione del comunicato, sono anche altri a prendere le distanze dall’attacco a Gibertoni. In una “contronota” sottoscritta dai gruppi consiliari di Carpi, Cavezzo, Mirandola, San Prospero e dal Meetup di Concordia (tutti comuni in provincia di Modena), insieme ad attivisti e consiglieri del Movimento nel modenese si ribadisce “stima, solidarietà e fiducia” nei confronti dell’eletta in Regione. “Non ci stiamo a renderci complici di una campagna di fango e strumentalizzazione che mira esclusivamente a spaccare dall’interno il Movimento – scrivono – boicottando nostri rappresentanti che sono stati democraticamente eletti, e danneggiando le battaglie coraggiose e le conquiste portate avanti nei singoli Comuni e in Regione. Questo gruppo di attivisti da tempo ormai sostiene argomentazioni prive di fondamento ed unicamente rivolte a gettare discredito sul lavoro altrui, ripetendo ossessivamente accuse volutamente infamanti, nella speranza che una loro continua riproposizione possa trasformarle un giorno in verità”.