Marica Malagutti, la consulente della madre ha contestato duramente la perizia: “La giurisprudenza e la psicologia sono due discipline distinte, ma che da sempre sono legate da un filo invisibile quanto reale e che oggi più che mai portano a sentenze e a conseguenze che penetrano nelle relazioni più profonde delle persone, delle famiglie e dei nostri figli. È importante riflettere, pensare al significato di giusto, di etico, confrontarsi cosa sia il bene dei nostri ragazzi, renderli consapevoli e realmente partecipi di tutte le decisioni che li riguardano e non ascoltarli come se fossero sempre il plagio o il prodotto passivo dell’educazione dell’adulto. Ma ecco che tra i tanti casi esaminati come consulente ne emerge uno che ha dell’incredibile–un provvedimento di allontanamento: una ragazza deve essere allontanata dalla mamma perché hanno un rapporto simbiotico escludente. Anche se nella relazione tecnica si legge che nessuno dei tre attori evidenziano uno stato di psicopatologia dell’uno o dell’altro. Il perito non riesce classificare la ragazza e sua madre, all’interno di una patologia e a questo punto afferma che occorrerebbe inventarne una ad hoc?. Spesso i tecnici osservano le criticità dei rapporti, occorrerebbe invece guardare anche e soprattutto le potenzialità delle persone e delle loro interazioni in modo da trovare soluzioni positive e adeguate allo sviluppo e non al controllo della situazione.
All’origine di questa storia c’è una relazione conflittuale tra i genitori della ragazza. Il padre andò all’estero quando la bambina aveva un anno e mezzo. La madre l’ha cresciuta da sola per dieci anni eppoi il marito si è rifatto vivo ma ha incontrato il rifiuto della figlia.
La ragazza sta vivendo ore di angoscia. Ha paura che la polizia la vada a prelevare da casa e l’avvocato ha detto che sussulta ad ogni squillo di campanello. Nei mesi scorsi ha respinto la proposta della tutrice di andare nella Casa famiglia (e ti credo!). Nonostante i suoi quattordici anni resta ferma nel dichiarare il suo amore per la danza e la sua intenzione di frequentare l’Aida. Nei mesi scorsi voleva anche essere ascoltata dal giudice che ha delegato tutto al Ctu, una figura che all’interno dei tribunali pare avere pieni poteri. E dire che ci fu un tempo in cui il giudice era il perito dei periti.
Intanto gli amici della ragazza si stanno mobilitando e il 21 novembre alle 11, davanti il Municipio di Ferrara ci sarà una manifestazione per protestare contro la decisione del tribunale. Un gruppo aperto su Facebook intitolato Amici della giovane promessa ferrarese della danza che ha raggiunto i seimila iscritti sta promuovendo l’iniziativa. L’intento sarà anche mosso da buone intenzioni ma in una situazione così delicata è il caso di investire una ragazza di 14 anni di aspettative collettive? Essere identificata come una “giovane promessa della danza” sarà un peso o un sostegno per lei? La stampa l’ha già definita la ballerina contesa ma questa ragazza prima di essere una danzatrice è soprattutto una persona.
Gli adolescenti e le adolescenti, i bambini e le bambine che definiamo minori sono persone con affetti, legami, desideri e pagano sempre più le situazioni di conflitto famigliare che la nostra cultura non è abituata a fronteggiare. Viviamo in un un sistema che reagisce reprimendo e demonizzando i conflitti invece di dotarsi della capacità di affrontarli e sciogliergli con cura, pazienza e coscienza. Dopo che ci saremo lasciati alle spalle molte vittime forse saremo capaci di scoprire nuove strade.
La famiglia o è meglio dire le famiglie sono anche un luogo di scontro e quando le parti incapaci di risolverli si rivolgono ai tribunali si trovano travolti dalla stessa risposta che gli Stati mettono in campo quando partono in “missione di pace” per mettere fine alle guerra in altri territori. Quella “pace” pensiamo di portarla con eserciti armati e “bombe intelligenti” e facciamo macelli e macerie perseguendo ben altri interessi come ripristinare altri odiosi rapporti di potere. Allo stesso modo avviene nei tribunali e c’è chi nel ricorrere ad essi sarà bene come andrà a finire e ci marcia.
Tra padri assenti che improvvisamente chiedono con prepotenza di entrare nelle vite dei figli senza capire che l’amore non si impone, non si estorce e madri che non sanno lasciare spazio a figli e figlie e magari li investono di ogni loro aspettativa compresa quella di un amore totalizzante, dovremmo mettere la creatività e quel poco di saggezza e buon senso per superare i conflitti nelle relazioni umane. Se continuiamo a procedere a colpi di perizie psichiatriche, psicologiche e diagnosi che sostengono tutto e il contrario di tutto alla fine resteranno solo le macerie di relazioni affettive che potevano essere e non saranno mai più.
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