Scrivo avendo davanti le immagini che arrivano da Parigi, i volti, le stragi, i morti, i feriti e le voci concitate dei cronisti che parlano, parlano senza avere notizie perché ancora è presto e nessuno sa cosa sia successo. Parole inutili dell’apparenza che domina anche le tragedie. Solo il silenzio è adeguato in momenti come questi, in cui persone normali vivono la loro vita spensierata o con gli amici o per celebrare qualche evento o in cerca di qualcuno/a con cui riempire la propria solitudine. All’improvviso la morte, invisibile, rumorosa e senza misericordia. Chi rivendica l’eccidio lo giustifica con parole agghiaccianti: “Colpita capitale di abominio e perversione“. Accettare questa motivazione è tornare alla barbarie pseudoreligiosa della preistoria, quando la religione di turno decideva vita e morte di ciascuno, imponendo scelte, comportamenti secondo la visione di vita di chi impone spesso con la forza della violenza un sistema di “valori non negoziabili” che devono essere imposti a tutti perché “Dio lo vuole!”.
È la storia delle crociate. È la legge del fondamentalismo religioso di qualsiasi religione perché non esistono un fondamentalismo buono e uno cattivo e magari uno grigio in mezzo. Il fondamentalismo religioso è una tragedia perché parte dal presupposto che tutti gli altri sono nell’errore e solo “io” posso ristabilire la “verità”, imponendo la morte totale.
Parigi brucia quando non è ancora spenta l’eco di quello che il fondamentalismo ecclesiastico sta provocando in Vaticano, terrorizzato dalle timide aperture di Papa Francesco che prova a iniziare un percorso di riforme in un pachiderma bimillenario. Trova resistenze, opposizioni, minacce e ricatti perché chi dice di credere in Dio, mentre credono solo in se stessi, nel loro potere e nella convinzione, per loro certezza, che Dio – se esiste – non può che pensare come loro.
In privato costoro sono depravati, ladri, corrotti, corruttori, bugiardi, pervertiti, maniaci sessuali, senza ritegno e senza rispetto nemmeno per i bambini e le bambine, tutto si permettono, ma a condizione che tutti gli altri vivano come dicono loro. Senza coerenza non esiste etica e chi come cardinali e califfi si accreditano “maestri di morale”, vivendo nel lusso, utilizzando le offerte per i poveri e della povera gente, che sull’esempio della vedova evangelica si toglie il pane di bocca per altri poveri, sono la prova vivente che “Dio non esiste” e se esiste è certamente altrove.
Il denaro è il loro Dio supremo e se fossero musulmani sarebbero carnefici convinti dell’Isis e di chi li governa e li comanda davvero. Non vedo differenza tra cardinali, vescovi, abati, preti, frati e laici sedicenti cattolici che usano la religione per i loro sporchi comodi e i fanatici dell’Isis che vogliono stuprare l’umanità perché miscredente. Un principio hanno in comune questi pasdaran religiosi: la libertà di coscienza è un obbrobrio e il pluralismo religioso è inaccettabile. Si torna al concetto del ‘Dio territoriale’ del terzo millennio a.C. in cui il mio dio è più forte del tuo e lo dimostro ammazzando e imponendo un potere assoluto, cioè il mio.
In tutti i commenti a caldo, tranne quello di Gino Strada, non ho sentito alcun riferimento alle guerre che l’Occidente e la Francia in modo particolare hanno portato e stanno continuando a portare in Afghanistan, in Iraq, in Siria, e non da ieri, da decenni. L’esimio ed esilarante presidente del Consiglio italiano, tal Matteo Renzi, ha avuto l’intolleranza di dire: “Vinceremo, la libertà è più forte della barbarie“. Immagino che volesse riferirsi alla barbarie della democrazia esportata con false prove, pur di avere un motivo per andare a prendersi il petrolio iracheno a costo zero; forse non si riferiva all’occupazione dell’Afghanistan, prima da parte dell’Unione Sovietica, poi degli Usa, ora dell’Europa che ha avuto come effetto la proliferazione delle tribù e dei califfati e le reazioni ad autentici atti di aggressione in terra loro (qualcuno avvisi Salvini della differenza). Forse non si riferiva alla proroga di un anno dei militari italiani per compiacere l’amico americano, decisa in questi mesi.
Chi semina vento, raccoglie tempesta. Non è credibile la retorica della civiltà, dello stile di vita aggredito proditoriamente, se prima non c’è un’autocritica sull’aggressione e sulla proditorietà che Italia, Francia, Inghilterra, Usa, ecc. hanno fatto «in casa loro». Ha ragione Papa Francesco: è la terza guerra mondiale “a pezzi” che, aggiungo io, l’Occidente ha portato nel mondo, nella presunzione di essere la civiltà più alta, ma anche tanto miope perché con tutta la dovizia di servizi segreti non ha nemmeno previsto che “potesse esserci una reazione”. Signori, la guerra è servita come la Fisica della reazione è uguale e contraria insegna. Ora ne siamo certi, la mattanza continuerà, senza fine.
Il Diritto non è divisibile: o si riconosce a tutti, residenti, migranti, religiosi, atei, miscredenti, senza distinzione di sorta, o il Diritto è sopruso di una banda di ladri che s’illude della propria forza fino al prossimo attentato. Piangiamo i morti di Parigi con animo contrito, ma conserviamo le restanti lacrime per gli attentati che ancora devono arrivare, finché l’occidente non farà un giubileo di conversione e di democrazia vera, non piegata a interessi indicibili di mercanzia degenere.