L’atro brano che Battiato sceglie di riarrangiare è quel Centro di gravità permanente che, insieme all’album nel quale fu pubblicato, La voce del padrone (EMI, 1981), diede al nostro l’immensa popolarità che da allora non ha mai smesso di accompagnarlo. Da Centro di gravità a Center of gravity, dal testo in italiano a quello, con parole nuove, in inglese, dalla voce di Battiato a quella di Mika. È proprio il cantante di origini libanesi infatti a interpretare questa nuova versione del vecchio cavallo di battaglia di casa Battiato: “Non sono stato io a scegliere di duettare con Mika, lo hanno scelto per me i discografici”, afferma Battiato andando a confermare qualcosa di facilmente immaginabile. Molto efficace nel ritornello, dove le voci di Battiato e Mika si uniscono nel vero e proprio duetto della canzone e dove le parti strumentali concorrono a dotarla di potenza e vigore, non altrettanto si può affermare per le strofe, affidate per lo più alla voce ‘bimbettante’ del libanese naturalizzato britannico. L’impressione che complessivamente se ne ricava è quella di un buon karaoke da ristorante del sabato sera, salvo appunto l’intervento del ritornello che, in questo contesto, giunge a risollevare le sorti della cover di un brano tanto significativo da meritarsi probabilmente qualcosa in più.
Aspetto invece molto importante e di grande pregio di questa nuova, e a quanto pare definitiva, antologia, è il nuovo missaggio, firmato da Pino ‘Pinaxa’ Pischetola, di molti dei brani in essa presenti. Missaggi così ben fatti da permettere un nuovo, inedito ascolto di brani storici come L’era del cinghiale bianco, Summer on a solitary beach, Bandiera bianca, Cuccurucucù, Voglio vederti danzare e tanti, tanti altri, compresa la versione originale, anch’essa puntualmente remissata, di Centro di gravità permanente. Improvvisamente dunque, giusto per fare qualche esempio, emergono da Cuccurucucù intere parti corali che nella versione originale non si sentivano affatto, mentre il basso elettrico assume ne L’era del cinghiale bianco una centralità prima appena adombrata; la batteria di Up patriots to arms acquista un suono più moderno, mentre nel ritornello di Voglio vederti danzare la voce di Battiato si moltiplica ed effetti di delay vanno ad aggiungersi ai suoni di sintetizzatore. I nuovi missaggi non sono però, oltre agli inediti, l’unico elemento di novità di Anthology: presenti all’appello sono infatti anche vere e proprie nuove versioni, interamente ricantate da Battiato, di alcuni cavalli di battaglia come La stagione dell’amore, L’animale e Lode all’inviolato. Un cofanetto, anzi due, che verrà apprezzato tanto dai vecchi seguaci quanto dai nuovi fan di un autore che non smette di mietere consensi e di suscitare un plauso autenticamente intergenerazionale.