Milano, 31 mar. (Adnkronos) - La Procura di Milano riparte dai giorni e dagli orari in cui l'allarme del Joint research centre dell'Ue, il centro che si occupa di ricerche che vanno dallo spazio al nucleare, ha catturato il presunto passaggio di un drone di fabbricazione russa sull'area di Ispra (Varese) sul Lago Maggiore. Si tratta, secondo indiscrezioni, di "sei passaggi in cinque giorni, due volte in una stessa giornata" che hanno portato - "al quinto allarme" - a denunciare l'accaduto ai carabinieri di Varese che, non competenti in materia di terrorismo, hanno inoltrato alla Procura di Milano il caso sul sospetto allarme in materia di sicurezza.
"Lo strumento di rilevamento (di cui è dotato il Centro, ndr) è in grado di captare le frequenze, in questo caso frequenze basse riconducibili a particolari droni alcuni di fabbricazione russa" spiegano gli inquirenti. Il software di cui è dotato il sistema di allarme ha in memoria diversi match tra frequenze e modelli di droni, ma essendo un mercato in rapida evoluzione non si può escludere che sia un modello non ancora conosciuto, né che sia uno strumento "acquistato in Italia prima dell'embargo scattato nel 2022".
Su orari e giorni degli allarmi si dovrà concentrare l'attenzione di Enav e Aeronautica militare a cui la Procura - l'aggiunto Eugenio Fusco e il pm Alessandro Gobbis - si rivolgerà per ottenere informazioni e immagini che possano certificare la presenza, nella no fly zone, del drone. Le risposte, dopo aver già ascoltato alcune persone utili alle indagini, si attendono a strettissimo giro. Tra le poche certezze degli investigatori c'è che lo strumento sia stato 'guidato' dall'Italia: sia per la presenza di alte montagne in zona che interferiscono sul segnale, sia perché altrimenti le dimensioni del drone sarebbero state ben maggiori e quindi sarebbe stato difficile da 'nascondere'.