Poco dopo l’attentato di Parigi, comincia a diffondersi un video, la Torre Eiffel che si spegne per commemorare le vittime. Un gesto forte ed emozionante, che ha ricevuto migliaia di condivisioni attonite per lo spegnimento di uno dei monumenti più noti al mondo, peccato che sia un falso.

La Torre Eiffel viene spenta programmaticamente all’una di notte per risparmiare energia eletterica, e il video diffuso è stato girato mesi fa.

Arrivano poi le foto di presunti simpatizzanti dell’Isis che fanno il gesto della vittoria mentre si trovano ancora dentro lo Stadio di Francia. Agghiacciante, peccato che ancora non si sapesse cosa fosse successo mentre le persone erano dentro.

Il fronte americano poi non ha mancato di destare ancora più scalpore, con le parole di Donald Trump ad incitare l’utilizzo di armi personali per difendersi da tragedie come questa. Frase inopportuna, ma detta a gennaio.

E potremmo proseguire ancora e ancora con finte citazioni di Putin su l’Isis, cosi come confusionarie ricostruzioni che prendono il sopravvento e diventano realtà.

E’ nei momenti di confusione che la propaganda genera mostri, illusioni facili contro cui gettare le nostre paure sperando di sentirci meglio. E’ per questo che sempre di più sarà necessaria l’autorevolezza di un filtro tra la disinformazione e l’informazione, per difenderci dalle manipolazioni del dolore. La rete, i motori di ricerca, i social network sono quaderni bianchi, siamo noi che decidiamo cosa scriverci, siamo noi che dobbiamo ricordare che abbiamo un diritto ma anche un dovere verso chi ci leggerà.

Chiedetevi sempre quali sono le fonti prima di diventare voi stessi il punto di partenza di notizie false, che mortificano solamente un dolore già di per sé atroce.

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