Quale legame unisce l’odio dei fondamentalisti islamici al Bataclan, la sala da concerti divenuta il simbolo delle stragi parigine del 13 novembre? Costruito nel 1864 su progetto dell’architetto Charles Duval, deve il suo nome a Ba-Ta-Clan, un’operetta in un atto di Offenbach rappresentata nel 1855, primo, grande successo di pubblico del compositore. Nel 1991 il locale fu dichiarato monumento storico. Ma da tempo sembra essere nel mirino delle organizzazioni terroristiche di matrice islamica per le conferenze e le manifestazioni a sostegno di Israele. Iniziative volute dai proprietari, entrambi ebrei. In questo video, girato nel 2008, un gruppo di radicali filo-palestinesi a volto coperto minaccia i responsabili del Bataclan per aver organizzato il gala annuale del Magav, un corpo militare interno alla polizia israeliana assegnato al controllo delle frontiere. Un episodio lontano 7 anni dagli attentati che hanno colpito Parigi lo scorso fine settimana. Ma stando a queste immagini, i sospetti che il Bataclan fosse nel mirino del fondamentalismo islamico sembrerebbero fondati. Sospetti che aggiungono interrogativi quanto al lavoro dei servizi segreti francesi dopo l’attentato alla sede del giornale satirico di Charlie Hebdo. Le minacce del 2008 erano un presagio a quello che sarebbe accaduto 7 anni dopo nell’auditorium dove sono state uccise 89 persone? A quei fatti si aggiunge oggi la notizia che gli Eagles Of Death Metal, la band che si stava esibendo quando i terroristi hanno aperto il fuoco e uscita indenne dalla carneficina, l’anno scorso sono stati protagonisti di una tournée in Israele che aveva ricevuto intimidazioni tanto da ritenere possibili episodi di boicottaggio dei concerti
Mondo - 16 Novembre 2015
Attentati Parigi, perché il Bataclan? Filo-palestinesi contro la “proprietà sionista” nel 2008
La Playlist Mondo
- 12:38 - Ancma, studio rivela: filiera due ruote vale 14,8 mld
Roma, 26 nov. - (Adnkronos) - Moto e bici in Italia sono due anime di un settore fatto di eccellenze, passione, innovazione e trionfi sportivi: quella a motore, con un mercato trainante (+42% dal 2020 al 2023), che non smette di crescere; e quella delle due ruote a pedale che, al netto del successo delle e-bike, vive oggi un momento di rallentamento della domanda dopo i boom registrati nel 2020 e nel 2021. Confindustria Ancma (Associazione Nazionale Ciclo Motociclo Accessori) ha presentato oggi a Roma, presso la Sala degli Atti parlamentari della Biblioteca del Senato, una mappatura dettagliata della filiera italiana di questo comparto attraverso uno studio condotto da Bain & Company Italia su un campione di oltre 2100 aziende (più dell’80% dell’intero comparto).
Un lavoro che accende un riflettore inedito sul valore economico generato dalla produzione, dall’assemblaggio, dai servizi e dalla distribuzione di parti, componenti e prodotto finito nel settore, oltre che sul contributo concreto che l’industria di riferimento offre alle nuove domande di mobilità. L’associazione, che rappresenta a livello nazionale circa il 90% delle aziende moto e il 70% di quelle bici, si impegna così a far sentire la voce di una filiera che in Italia oggi vale complessivamente 14,8 miliardi di euro (fatturato filiera moto e bici 2023). Dallo studio emerge che solo il settore del motociclo attesta il suo fatturato a 9,5 miliardi di euro, confermando il proprio primato in Europa anche nella produzione e per i numeri di mercato. Moto, scooter e ciclomotori piacciono agli italiani: cresce il numero delle patenti A (oggi una su cinque di quelle rilasciate, per un totale di 280mila, +6% dal 2013 al 2023 rispetto al +1% delle patenti B) e va molto bene il mercato, che dal 2020 al 2023 ha fatto segnare una crescita media annua del 12%.
Il post-Covid ha consegnato alla due ruote a motore un nuovo protagonismo, non solo per la mobilità urbana (gli scooter), ma anche negli ambiti di utilizzo tradizionalmente più legati alla passione, al turismo e allo svago, ovvero la moto, che è arrivata a rappresentare nel 2023 ben il 45% delle immatricolazioni (era il 34% solo 10 anni prima) e che, grazie al successo delle medie cilindrate, è andata anche a soddisfare la domanda di commuting e le nuove esigenze di mobilità. L’andamento positivo del mercato si è poi tradotto in una crescita del fatturato di tutta la filiera moto, che tra il 2020 e il 2023 ha fatto segnare un +50%, e in un aumento della profittabilità media per gli operatori passata, sempre nello stesso periodo, dal 4,2% al 6%.
Segno più anche per quanto riguarda il numero degli addetti, che è cresciuto del 7% tra il 2020 e il 2022, attestandosi a poco più di 36mila diretti (84mila con indiretti e indotto). Degno di nota, infine, il saldo della bilancia commerciale dei motocicli, che ha chiuso nel 2023 con +470 milioni di euro, confermando la qualità e il ruolo centrale dell’Italia nell’export. Una dote esclusiva, quella del Made in Italy, testimoniata anche dall’andamento della componentistica che afferma la propria leadership nell’alto di gamma, con un valore medio delle parti esportate di 33 euro al kg contro i 19 dell’import.
Sul fronte delle due ruote a pedale, lo studio di Bain & Company Italia mette innanzitutto in risalto gli effetti opposti che la pandemia di Covid e il bonus bici hanno avuto sul mercato, ovvero il +18% nel 2020 sul 2019 (oltre 2 milioni di pezzi venduti) e la flessione media annua del 17% tra il 2021 e il 2023. Nonostante il calo dei volumi, la filiera bici ha comunque registrato un aumento significativo del fatturato, spinto anche dall’aumento dei prezzi e dal successo delle e-bike, attestandosi a 2,7 miliardi di euro nel 2023, pari a un +50% sul 2018.
Gli effetti della pandemia hanno impattato anche sulla profittabilità del settore: a causa della crisi delle catene di approvvigionamento i margini sono infatti tornati ai livelli del 2019, passando dal picco del 7,6% nel 2021 al 3,2% nel 2023. A risentire maggiormente di questo scenario sono stati i componentisti e i venditori di accessori che hanno perso quasi dieci punti di margine. In un contesto di grandi trasformazioni, l’elemento più rilevante è stato, come anticipato, il rapido incremento delle e-bike, salite fino a oltre 330mila unità vendute nel 2022, con una penetrazione del 20% sul totale (era il 3% nel 2015 e l’11% nel 2019), che ha reso le due ruote a pedali accessibili ad un pubblico più ampio. Un progresso che ha tuttavia rivelato l’esposizione della filiera italiana alle forniture di componenti elettrici dall’Asia (che esporta l’87% dei chip), oltre che alla variabile di fattori macroeconomici e geopolitici. Tra il 2020 e il 2021 l’import di componentistica ha segnato così un solido +79%, attestandosi a 664 miliardi di euro fino ad arrivare a poco più di 800 nel 2022.
In ogni caso il settore ciclo, come quello moto, continua a segnare un saldo positivo nell’export, a dimostrazione della forte domanda di prodotti con il marchio Made in Italy sui mercati internazionali: la bilancia commerciale indica infatti +75 milioni di euro con valori molto significativi nell’ambito della componentistica dei prezzi al kg per parti come pedali, manubri e cambi. Infine, notizie positive arrivano dall’andamento dell’occupazione dove, malgrado l’andamento del mercato, in due anni (2020-2022) il numero degli addetti nella produzione di bici e componenti è cresciuto del 16%, passando da 15.200 unità a 17.600.
Durante la presentazione dello studio di Bain & Company Italia, il presidente di ANCMA Mariano Roman ha rimarcato “la volontà dell’associazione di accendere un riflettore su un settore rilevante e primario in Europa, che crea indotti significativi con le manifestazioni sportive e l’eccellenza fieristica internazionali di EICMA, che offre occupazione, mobilità sostenibile, che contribuisce con un gettito vicino a 180 milioni di euro alle entrate tributarie. Oggi produciamo il 17% delle bici costruite e assemblate in Europa (2 milioni), mentre il settore moto esporta motocicli, scooter e ciclomotori per 2 miliardi di euro e produce 422mila pezzi in Italia, occupando saldamente il primo posto nell’eurozona, dove si confronta con i 161mila della Germania, le 124mila unità dell’Austria e le 89mila della Francia”.
“Abbiamo scelto una sede istituzionale centrale – ha sottolineato Roman – proprio per amplificare maggiormente la nostra voce in una logica di dialogo costruttivo con la politica: oggi il nostro settore, per liberare tutto il potenziale e continuare a competere a livello internazionale, ha bisogno di un supporto all’altezza del suo valore. Mi riferisco, ad esempio, a politiche sussidiarie più incisive che favoriscano in generale l’aggregazione, gli investimenti in ricerca e sviluppo e l’insediamento di siti produttivi della filiera componenti sull’alto di gamma. Oltre che ad azioni, più specifiche per il settore ciclo, che riguardino il sostegno all’utilizzo e, soprattutto, all’infrastrutturazione ciclabile, indispensabile per sviluppare il grande potenziale del nostro Paese in ambito cicloturistico”.
- 12:35 - Daily Crown: chiudono per restauro le sale più grandi di Buckingham Palace
Londra, 26 nov. (Adnkronos) - Buckingham Palace sarà teatro di grandi sconvolgimenti nei prossimi mesi, per il fatto che la ristrutturazione da 369 milioni di sterline (quasi 450 milioni di euro) richiederà la chiusura di alcune delle sale più grandi. La visita di Stato dell'Emiro del Qatar, il mese prossimo, sarà l'ultima nella residenza reale. Le sale più grandi del palazzo, infatti, saranno sottoposte a chiusure graduali per lavori di ristrutturazione, a partire dal Salone Bianco, dalla Sala della Musica, dal Salone Blu e dalla Sala da Pranzo di Stato.
Il re e la regina terranno invece i ricevimenti reali a St James's Palace o al Castello di Windsor fino alla completa riapertura del palazzo nel 2027.All'inizio del mese, Buckingham Palace aveva annunciato l'apertura della sua ala est al di fuori della tradizionale stagione turistica estiva. Sarà così possibile visitare il Royal Collection Trust anche dopo il successo dell'inaugurazione estiva annuale di quest'anno, che ha accolto un numero record di visitatori e ha consentito l'accesso, per la prima volta da quando fu costruita 175 anni fa, all'ala che comprende il famoso balcone centrale.
- 12:33 - Maltempo: Mattarella, 'salvaguardia territorio e e tutela ambiente alleate cittadini'
Alessandria, 26 nov. (Adnkronos) - "La salvaguardia degli assetti idro-geologici e la tutela ambientale sono alleate, amiche delle persone. Occorre essere consapevoli delle conseguenze di comportamenti umani che, nei secoli, concorrendo alla trasformazione dei territori con la realizzazione di infrastrutture, hanno accentuato e accentuano la violenza d’urto di alcuni fenomeni atmosferici, ad esempio delle correnti di piena nel caso della regimentazione delle acque". Lo ha affermato il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ad Alessandria in occasione del trentesimo anniversario dell'alluvione che colpì il Piemonte mel novembre del 1994.
"Si sono talvolta violati equilibri secolari -ha ricordato il Capo dello Stato- che andavano difesi, ottenendo risultati opposti a quelli previsti. Sanare i dissesti, correggere le storture accumulatesi nel tempo, richiede anzitutto evitare interventi inappropriati che li aggravino. L’occupazione, in pianura, delle zone di espansione dei corsi d’acqua, con insediamenti di diverso genere, crescenti nel tempo, ha aumentato i pericoli. Insistere nel pretendere di ridurre i fiumi a canali si è rivelato ad alto rischio. In termini più generali, ridurre, anziché regolare, il deflusso delle acque ha contribuito, inoltre, a fenomeni di desertificazione delle aree più prossime all’immissione nei mari, con impatto negativo sulle produzioni agricole".
"Inoltre -come ha notato la Conferenza internazionale di Roma, nel 2017 su 'Acqua e clima. I grandi fiumi del mondo si incontrano'- buona parte delle possibilità e delle capacità di sviluppo del nostro pianeta continuano a essere legate all'acqua e alle sue vie, al suo utilizzo personale e collettivo, alla connessione attraverso la navigabilità dei fiumi, agli usi agricoli e industriali, alla produzione di energia. E, talvolta, continua ad esservi legata anche la pace, laddove -troppo spesso- l'acqua -ha concluso Mattarella- è stata al centro di drammatici conflitti".
- 12:32 - Women on board, circa 2000 le professioniste provenienti da tutta Italia
Roma, 22 nov. (Adnkronos/Labitalia) - Sono circa 2000 le professioniste, da tutta Italia, che oggi pomeriggio parteciperanno online al 'kick off' della terza edizione di Women on Board il percorso formativo nato per favorire l’inclusione e l’accesso delle donne nei consigli d’amministrazione di imprese pubbliche e private. Il progetto è ideato e promosso, sin dal 2022, da Federmanager, Manageritalia, Aidp e hub del territorio Ets. Il primo modulo, che si svolgerà interamente online, è ideato per fornire alle partecipanti oltre al quadro dell’intero percorso formativo offrirà anche un focus specifico, grazie alle testimonianze dirette di manager e al confronto con diversi esperti del settore, sulle modalità migliori per sviluppare le così dette soft skill Ossia tutte quelle competenze legate all’intelligenza emotiva e alle abilità naturali e che fanno riferimento alle qualità relazionali e alla creatività della persona. Competenze oggi sempre più necessarie per risolvere i problemi, sviluppare le idee, gestire il tempo e le proprie responsabilità. Spazio nel modulo anche alle modalità migliori e ai suggerimenti per costruire e coltivare un proprio e efficace network di conoscenze e relazioni utili allo sviluppo della persona e della propria competenza professionale.
“Siamo contenti - ha dichiarato Valter Quercioli, presidente Federmanager - di sostenere anche quest’anno l’edizione di Women on board perché crediamo che la parità di genere, soprattutto a livelli apicali, richieda uno sforzo collettivo. E' giusto e importante che la governance aziendale si arricchisca di competenze, esperienze e attitudini diversificate per rendere le imprese più resilienti in un contesto generale di grande incertezza. Non a caso, in occasione del recente rinnovo del ccnl dirigenti industria abbiamo ampliato le previsioni in favore di pari opportunità, equità retributiva e genitorialità condivisa. Auguro pertanto alle persone che hanno aderito a Wob di cogliere tutte le opportunità che si potranno aprire grazie a questo progetto formativo”.
“Anche quest’anno Aidp - commenta Matilde Marandola presidente di Aidp - ha deciso di aderire e promuovere Women on Board progetto innovativo che combina formazione di alto livello e confronto diretto con le esperte e gli esperti del settore sono particolarmente orgogliosa di vedere concretizzarsi iniziative di questo tipo, capaci di creare valore per le persone e per le organizzazioni. Credo fermamente che lo sviluppo delle competenze rappresenti una leva cruciale per il cambiamento culturale e per la valorizzazione del talento femminile. E' solo attraverso iniziative concrete come Women on board che possiamo costruire un futuro dove la parità di genere non sia più un obiettivo, ma una normalità consolidata".
Tante le novità di questa terza edizione di 'Women on board' a cominciare dalla conferma delle partnership con gli Ordini dei Commercialisti e dei Consulenti del Lavoro e con l’Associazione nazionale forense. Si amplia anche il calendario degli incontri. Saranno infatti ben 15 gli appuntamenti formativi, di cui 12 obbligatori su piattaforma dedicata e 3 facoltativi (che saranno aperti anche alle partecipanti WoB delle scorse edizioni). Ogni incontro avrà la durata di circa 3 ore, in cui le partecipanti avranno l’occasione di confrontarsi con diversi professionisti del settore giuridico, economico e aziendale aumentando così le loro competenze, esperienze e capacità di analisi. Diverse le tematiche affrontate che spaziano dal 'personal branding soft skills networking' all’equilibrio di genere nelle società non quotate passando per 'l’analisi contabile e del rischio sui sistemi gestionali' sino ai 'principi dell’etica d’impresa', oltre a comprendere come agiscono 'gli enti di interesse pubblico e le partecipate pubbliche' e come le nuove tecnologie possono essere utili alle decisioni dei cda.
Women on board, fa segnare una crescita esponenziale passando dalle 230 aderenti del 2022 della prima edizione alle circa 2000 (1500 ai moduli obbligatori e 500 ai facoltativi) tra manager e professioniste, con un’età media 48 anni (27 anni per la più giovane e 70 anni per la più senior), 94% di donne e 6% di uomini, provenienti da tutta Italia e espressione de più svariati settori economici: terziario, industria, consulenza aziendale e avvocatura. Tante donne accomunate dalla stessa volontà di mettersi in gioco e acquisire le competenze e la consapevolezza del proprio valore per accedere a ruoli di responsabilità nelle aziende.
Women on board è un percorso totalmente gratuito espressamente ideato per le donne, ma aperto anche agli uomini, con incontri formativi che prenderanno il via il prossimo mese di novembre per concludersi a giugno 2025. Al termine del corso ci sarà l’inserimento in un apposito elenco qualificato on line consultabile dalle imprese che potranno così scegliere la figura professionale più in sintonia con le caratteristiche della società e le specifiche esigenze dei cda di aziende, società pubbliche e organizzazioni in cerca di manager e professioniste per i propri organi di governance. Per tutte le informazioni e scoprire il percorso completo Women on board 2025 e le sue 15 tappe in tutta Italia consultare link https://www.percorsowomenonboard.it.
- 12:29 - Maltempo: Mattarella, 'non basta mitigare avversità, serve equilibrio di lungo periodo'
Alessandria, 26 nov. (Adnkronos) - Non è sufficiente ricordare la "rapidità" e l'"efficacia dell’intervento durante le calamità. Bisogna guardare alla prevenzione dei rischi, con una visione di lungo periodo, analoga all’andamento della evoluzione degli eventi naturali. Non basta proporsi di 'mitigare' le avversità. Non sarebbe un proposito all’altezza delle attese e delle esigenze". Lo ha affermato il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ad Alessandria in occasione del trentesimo anniversario dell'alluvione che colpì il Piemonte mel novembre del 1994.
"La storia -ha ricordato il Capo dello Stato- ci consegna sovente tragedie. Che fare di fronte ad esse? Gli slogan suggestivi della forza della ricostruzione del 'dov’era com’era' meritano di mettere l’energia che li anima a servizio di un equilibrio che non perpetui squilibri e pericoli. Appare poco previdente evocare, ogni volta, la straordinarietà dei fatti -che tendono, invece, prepotentemente, a riproporsi- per giustificare noncuranza verso una visione adeguata e progetti di lungo periodo".
"Polesine 1951 con la rottura degli argini del Po; Firenze 1966, con l’esondazione dell’Ombrone e dell’Arno; il Biellese 1968; Valtellina 1987 con il gigantesco sbarramento che interruppe il corso dell’Adda creando un vasto lago artificiale che minacciava i centri sottostanti. I meno giovani ricorderanno la delicata e impegnativa operazione di 'tracimazione' delle acque che venne realizzata; Sarno e Quindici 1998; Livorno 2017; Belluno 2018 con la tempesta Vaia; Emilia Romagna 2023. Non dobbiamo rimuovere la memoria".
"Del resto, proprio qui ad Alessandria, il Bormida e il Tànaro -ha insistito Mattarella- si sono ripresentati con allarme nel 2016. L’ottobre 2020 ha visto la Sesia travolgere il ponte tra Romagnano e Gattinara, registrando anche il giorno più piovoso degli ultimi 60 anni sul territorio piemontese. Si tratta di date, di eventi, iscritti nella memoria degli italiani, nella memoria dei piemontesi e che, ogni giorno, ci interpellano".
"Siamo portati, istintivamente, a definire le calamità che si presentano come 'naturali'. Quale senso va attribuito a questa espressione? Dare per scontato che le calamità debbano ripetersi e che accadono –e accadranno- comunque, a prescindere? Che, tutto sommato, è piuttosto vano opporvisi? E che il massimo che si possa fare, dunque, è tentare di attenuarne gli effetti? Oppure, che la natura, periodicamente, presenta anche il conto della costante propensione dell’uomo a trascurare gli equilibri dell’eco-sistema?".
"Vi sono, per contro, espressioni in stretta correlazione fra loro: mettere in sicurezza i territori, garantire la sicurezza dei nostri concittadini. Le alluvioni, le catastrofi, manifestano i loro effetti negativi, psicologici, economici, ambientali, anche ben oltre l’emergenza. La sicurezza dei cittadini -ha concluso il Capo dello Stato- va tutelata anche dopo gli interventi dispiegati immediatamente per salvare vite. Quando l’eco degli avvenimenti drammatici scompare dalle cronache non vi devono essere pause o intervalli nel porre in sicurezza i territori e garantire fiducia e serenità alle popolazioni, per sospingere la ripresa della vita. Il rilancio delle zone colpite è interesse di tutto il Paese, e qui ne troviamo testimonianza".
- 12:25 - Mattarella: 'nelle tragedie Italia non si arrende, orgogliosi di Protezione civile'
Alessandria, 26 nov. (Adnkronos) - "Nelle tragedie, la Repubblica ha sempre saputo essere presente, con le Forze dell’Ordine, i Vigili del Fuoco, le Forze Armate, la Protezione civile -nata proprio sulle spinte dell’emergenza- il sistema delle autonomie locali, le energie della società civile. L’Italia non si arrende. Fenomeni naturali avversi vedono in campo, in prima linea, l’esercito dei sindaci, quella rete preziosa delle associazioni di volontariato: gli 'angeli del fango' come sono stati definiti. Siamo orgogliosi delle prove fornite dal nostro sistema di Protezione civile, non a caso preso ad esempio anche in altre nazioni". Lo ha affermato il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ad Alessandria in occasione del trentesimo anniversario dell'alluvione che colpì il Piemonte mel novembre del 1994.
- 12:25 - **Alessandria: Mattarella, memoria tragedie per richiamare senso comunità'**
Alessandria, 26 nov. (Adnkronos) - "Le tragedie lasciano tracce irreversibili nel cuore e nella mente delle persone, nei luoghi. Dopo una catastrofe nulla è più come prima. Fare memoria non è soltanto un esercizio di sensibilità e di rispetto nei confronti delle vittime e di coloro che sono rimasti segnati da quelle esperienze. È anche un esigente appello al senso di comunità e alla responsabilità di quanti ne hanno titolo". Lo ha affermato il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ad Alessandria in occasione del trentesimo anniversario dell'alluvione che colpì il Piemonte mel novembre del 1994.
"I due momenti dedicati in questa città di Alessandria, con il monumento alle vittime e quello al volontariato, esprimono con efficacia -ha sottolineato il Capo dello Stato- il senso di ciò che siamo chiamati a evocare e a fare. Un evento, quello del 1994, che si è rivelato determinante per la storia della città e dell’intero Paese. Con protagonisti come Marco Bologna, pioniere della Protezione civile. Come il Vescovo dell’epoca, Fernando Charrier, il 'vescovo con gli stivali', che non fece mancare sostegno e stimolo".
"Il Piemonte seppe riprendersi -come ha ricordato il presidente Cirio- a partire dalla salvaguardia delle fabbriche, dei posti di lavoro. Come avvenne dopo l’alluvione del Biellese Orientale nel 1968. Ci si immerse, alacremente, nel lavoro anche qui, ad Alessandria, dove venne, in quelle settimane, il Presidente della Repubblica, Scalfaro".