Fallito il piano di risanamento della storica cooperativa bolognese: pesano la crisi dell'edilizia e i mancati pagamenti da parte della pubblica amministrazione. Due settimane fa stessa sorte per la Coopsette di Reggio Emilia
La storica cooperativa bolognese Coop Costruzioni andrà in liquidazione coatta amministrativa per insolvenza. A inoltrare la richiesta al ministero dello Sviluppo economico è stata Legacoop Emilia Romagna, dopo che il consiglio di amministrazione ha “preso atto del verbale” dell’organo di controllo. La procedura, secondo la Regione e la città metropolitana di Bologna, punta a salvaguardare la continuità aziendale e occupazionale. Gli enti chiedono “l’accesso ad ammortizzatori sociali consoni allo stato di crisi attuale dell’azienda”, che ha quasi 380 lavoratori e la scorsa primavera aveva comunicato di non poter rinnovare i contratti di solidarietà. Se il dicastero ammetterà la coop alla procedura, verrà nominato un commissario e le attività dei cantieri potranno continuare.
“Abbiamo dovuto prendere atto che proseguire avrebbe comportato nuovi rischi senza alcuna certezza di potere riemergere da questa situazione di fortissima criticità”, ha detto il presidente Luigi Passuti. “Non ci sarà nessun problema per quanto riguarda il prestito sociale, che è stato interamente restituito”. Questa mattina, inoltre, è stata pagata la prima tranche dello stipendio relativo al mese di ottobre che verrà saldato entro la fine del mese di novembre. La situazione contributiva risulta regolare”.
L’azienda, nata 81 anni fa, ha chiuso il 2014 con una perdita di 58 milioni di euro. A fine ottobre Passuti ha fatto sapere che i 12 milioni di euro di mancati pagamenti da parte della pubblica amministrazione (mentre l’intero comparto dell’edilizia fatica a uscire dalla stagnazione) hanno causato una crisi di liquidità e fatto saltare il piano di risanamento varato la scorsa primavera con il supporto della finanziaria Fibo di Legacoop, che ha messo sul piatto 23 milioni. I soldi freschi sono infatti bastati solo per pagare debiti scaduti verso i fornitori e rientrare dai fidi bancari. Risultato: dimissioni dell’amministratore delegato Luciano Dal Prato, uomo di Legacoop nominato lo scorso giugno per rilanciare la coop. Un incontro tra Passuti e i sindacati per fare il punto e trovare un accordo sulla mobilità volontaria dei dipendenti era previsto per il 16 novembre.
Il segretario della Fillea-Cgil Maurizio Maurizzi, annunciando per il 9 novembre uno sciopero di otto ore dei dipendenti, aveva chiesto “un impegno forte di Legacoop a risanare e ricollocare parte del personale di Coop Costruzioni per fare in modo che questa azienda non sia affossata e abbia una prospettiva di continuità”, visto che “ci dissero che l’avrebbero aiutata”. Per Pasutti, invece, “il movimento cooperativo bolognese ce l’ha messa tutta per evitare questo epilogo. Ma non è bastato: le condizioni del mercato, per una impresa delle dimensioni di Coop Costruzioni, sono tali da offrire solo lavori dalla marginalità bassissima, insufficiente a tenerci in vita”.
Solo due settimane fa è andata in liquidazione coatta anche la Coopsette di Reggio Emilia, altra cooperativa di costruzioni emiliana affossata dalla crisi del mattone. Lo scorso anno era in progetto una fusione con la “cugina”, sempre reggina, Unieco. Poi le nozze sono naufragate ed è rimasta solo la strada della liquidazione: l’alternativa sarebbe stato il fallimento, chiesto da un creditore che aveva presentato un’istanza ad hoc al tribunale di Reggio. Nel luglio 2014 peraltro era arrivata la liquidazione anche per Cesi, la più importante coop di Imola, che aveva accumulato un debito di 375 milioni nei confronti dei fornitori.