Cultura

Pescara, il ‘Teatro Immediato’ vuole sopravvivere al di là di ogni aiuto pubblico

C’è un piccolo grande teatro a Pescara, o meglio, c’era, perché a un certo punto lo spazio che per tanti anni aveva fatto da palcoscenico e da punto di riferimento per una piccola grande comunità senziente, non c’è stato più, è arrivato lo sfratto, i proprietari dovevano farci un garage privato o qualcosa del genere, e la politica locale ha fatto spallucce, ché la cultura non porta voti e se li porta, sono voti problematici, e tanto a Pescara non c’è nemmeno un teatro vero e proprio, quello che c’era fu abbattuto nel 1963 si chiamava Pomponi, ne aveva viste tante ma lo rasero al suolo per farci un parcheggio pubblico, corsi e ricorsi pescaresi…

Questo luogo che era e vuole continuare a essere anche una compagnia, possiede un nome d’urgenza, “Teatro Immediato“, forse proprio per provare a stregare quel mostro di immobilismo e indifferenza che spesso regola la gestione delle cose della bellezza e dello spirito in Italia, figurarsi a livello locale. Nel corso del tempo, grazie al sacrificio di Edoardo Oliva e delle sue attrici e attori, il Teatro Immediato aveva permesso ai concittadini di D’Annunzio di vedersi e rivedersi classici e gioielli della prosa contemporanea, che nemmeno su Rai 5… E a quei tempi Rai 5 non era ancora nata. Lo spazio del Teatro Immediato sorgeva vicino al porto, ed era a sua volta un grazioso prezioso porto, una certezza, una maniera di vivere insieme non affidato agli algoritmi di Facebook tutti i sabati sera, e le domeniche pomeriggio. Per non arrendersi ai pensieri unici e agli schermi illusori di pixel.

La bellezza delle piccole e immarcescibili cose. Un sipario che si alza, una scena che si popola; una musica che parte, calde voci che ti stregano. Vivo silenzio e vibrante emozione in platea. Ogni volta era una nuova e verissima volta. Il Teatro immediato vuole tornare pienamente a vivere. Alla ricerca del tempo e dello spazio perduto. Nazione senza più patria, costretti al nomadismo, prove dove capita, a gennaio darà vita alla seconda edizione del Festival “La cultura dei legami“, di cui vi parleremo più in là. Inoltre il Teatro immediato torna e non vuole più muoversi da Pescara. Le radici sono importanti. Una classe politica che aspettava da cinquant’anni un nuovo teatro comunale, a parole, ha assistito noncurante all’omicidio di una delle pochissime realtà funzionanti, pulsanti e autosufficienti. E quella che è venuta dopo non ha certo raddrizzato la rotta. Ma quelli de Il Teatro Immediato non alzano bandiera bianca. Non è nelle loro corde. Sono ancora qui, a vendere cara la pelle dell’arte.

Solo che adesso c’è bisogno di contarsi, di ricontarsi. Nella speranza di una qualsiasi nuova casa per gli spettacoli e le prove. C’è bisogno di un sostegno economico. Non lasciamo solo chi soli non ci ha lasciati mai. Non ci guadagneranno nulla – non hanno mai guadagnato della loro passione -, ma è una questione di sopravvivenza identitaria, ideale, di dignità

E’ stata avviata una campagna di donazione, o crowdfunding come si dice oggi. Serve un supporto per far ripartire subito, e senza più fermate, al di là di ogni subdolo aiuto pubblico, la battaglia di indipendenza e pensiero del Teatro Immediato. Basta poco, un tanto ciascuno. Di chi vorrà. Sul sito www.teatroimmediato.it trovate tutte le informazioni del caso. Pensateci anche se non siete né pescaresi né abruzzesi. Pensateci immediatamente.