“La strage di Charlie Hebdo? Per me quello è giusto, hanno fatto bene. Perché loro hanno toccato il nostro profeta. Noi non parliamo di Gesù, di Mosè”. La frase è stata pronunciata da un giovane musulmano italiano a Quinta Colonna, su Rete4, il 16 novembre. Il ragazzo, di madre italiana e padre tunisino, è stato denunciato dalla Digos a Roma per propaganda di idee fondate sulla discriminazione e l’odio razziale, etnico e religioso. Gli inquirenti stanno ora esaminando dei documenti in arabo trova in nella sua casa di San Basilio. Nella perquisizione sono stati trovati anche droga e bilancini di precisione per confezionare le dosi, materiale per il quale è stato poi arrestato per detenzione ai fini di spaccio.
Il 24enne era stato rintracciato in precedenza nella moschea di Centocelle, periferia est della capitale. Secondo la questura romana il ragazzo ha tra l’altro “accusato i francesi e gli americani della strage del 13 novembre a Parigi”. Le frasi incriminate sono state pronunciate, per altro, in un italiano stentato in risposta a una domanda di un giornalista: “La prima, quella che hanno fatto, Charlie Hebdo, per me quello è giusto, anche se si sono fatti odiare. Sono stati bravi… perché loro hanno toccato il nostro profeta. Hanno fatto bene… come hanno fatto un casino… perché noi non c’entriamo niente”. Dopo che il giornalista gli ha fatto notare che erano morte delle persone ha replicato: “E vabbè. Noi non parliamo del vostro profeta, di Gesù, di Mosè…”. Durante il programma c’è stata anche una contestazione in diretta da parte di una cinquantina di militanti dei centri sociali contro l’inviata del programma e alcuni cittadini riuniti in un ristorante per parlare di terrorismo e Islam. “State speculando sui morti, siete razzisti e non siamo tutti uguali”.