Le clausole sulla flessibilità per le riforme strutturali e gli investimenti “non possono essere usate per compensare i tagli della tassazione sulla proprietà immobiliare“. Il vice presidente della Commissione europea, Valdis Dombrovskis, ha così commentato i giudizi dell’esecutivo Ue sulle bozze di bilancio 2016, che ha visto Bruxelles dare il via libera condizionato alla manovra italiana. L’ultima parola arriverà la prossima primavera. “Dovremo discutere con le autorità italiane – ha aggiunto – su quali riforme strutturali aggiuntive l’Italia ha intenzione di attuare” per giustificare la richiesta di maggiore spazio di manovra sui conti pubblici. Con cui il governo intende finanziare più di metà della sua legge di Stabilità per il 2016.
Come ventilato nei giorni scorsi, martedì 17 novembre la Commissione europea ha dato un ok a metà alla manovra “espansiva” di Matteo Renzi e Pier Carlo Padoan: secondo Bruxelles è a “rischio di non conformità” con le regole del patto di Stabilità e Crescita e di “una deviazione significativa dal percorso di aggiustamento richiesto” per raggiungere gli obiettivi di bilancio di medio termine per il 2016. L’ammissibilità della flessibilità richiesta dall’Italia sugli investimenti, le riforme e i migranti sarà valutata in primavera. Ci sarà “particolare attenzione” nel verificare se la deviazione dal percorso di aggiustamento sarà effettivamente utilizzata per aumentare gli investimenti, se ci saranno “piani credibili” per la ripresa del percorso di aggiustamento verso gli obiettivi di medio termine e ai progressi sul programma di riforme strutturali. Tanto più che “le recenti decisioni sulla tassazione della casa non appaiono in linea con l’obiettivo di raggiungere una struttura fiscale più efficiente spostando il peso della tassazione dai fattori produttivi ad altre basi di reddito”.
Il giudizio arriva proprio mentre in commissione Bilancio al Senato le relatrici del ddl Magda Zanoni (Pd) e Federica Chiavaroli (Ap) presentano un emendamento che prevede l’abolizione della Tasi anche per le case date in comodato d’uso ai parenti in linea diretta di primo grado, se questi la usano come abitazione principale e non possiedono altri immobili in Italia. L’Italia, nota inoltre Bruxelles, “ha fatto dei passi per ridurre il cuneo fiscale e per riformare il fisco, ma i decreti attuativi per rendere il sistema fiscale più efficiente e giusto sono stati solo parzialmente attuati e la raccomandata riforma dei valori catastali e tutte le incluse revisioni delle spese fiscali nonché la razionalizzazione delle tasse ambientali, non sono state attuate”.
Non a caso è stata proprio la mancata revisione delle cosiddette tax expenditures la goccia che ha indotto Roberto Perotti, ex consulente di Palazzo Chigi per la revisione della spesa a dare le dimissioni. E ora è la Commissione a chiedere a Roma “più sforzi” per rendere la spending review “parte integrante del processo di bilancio a tutti i livelli del governo”, avvertendo che “continuerà a monitorare da vicino” il rispetto da parte dell’Italia degli obblighi del Patto e un nuovo giudizio sarà dato nella valutazione del prossimo Programma di stabilità. La Commissione invita nel frattempo le autorità a prendere le misure necessarie all’interno del processo di bilancio nazionale per garantire che il bilancio 2016 sia compatibile con il Patto.
Il commissario Ue agli Affari economici, Pierre Moscovici, riconoscendo che le riforme fatte da Roma sono “importanti e di qualità” e la crescita economica “sta tornando”, ha sottolineato che la Penisola è “potenzialmente l’unico Paese” dell’area euro a poter beneficiare di tutte e tre le clausole di flessibilità richieste al Patto di Stabilità e Crescita. Tuttavia, ha avvertito, “verificheremo precisamente in che misura le riforme strutturali sono realizzate per giustificare le richieste di flessibilità”. Il deficit strutturale italiano, ha invece commentato Dombrovskis, “devia in modo sostanziale dal cammino raccomandato: avrebbe dovuto migliorare di 0,1 e invece peggiora di 0,5″. La flessibilità all’Italia non può essere accordata per ora perché “andrebbe in contraddizione” con il percorso raccomandato a maggio. Il vicepresidente della Commissione ha anche citato la Penisola come il Paese dell’Eurozona che ha il rapporto debito/Pil più alto tra quelli sotto esame (sono esclusi il Portogallo, che non ha ancora presentato la propria legge di Stabilità, e la Grecia che è sottoposta a un programma di aiuti).
Anche lo scorso anno l’Italia era stata inserita fra i Paesi a rischio di non conformità e quest’anno si trova in compagnia di Austria e Lituania. Quella di “rischio di non conformità” è una delle quattro categorie utilizzate dall’esecutivo di Bruxelles per valutare le bozze di manovra dei Paesi dell’area euro, mentre le altre sono “conforme”, “ampiamente conforme” e “non conforme”.