Giuseppina Pierini, 63 anni, era scomparsa nel 2012 a Pontenure. Il nipote Gino Laurini ha confessato: lui è accusato di occultamento di cadavere e la figlia, Maria Grazia Guidoni, di omicidio volontario aggravato
Non è riuscito a tenersi dentro il rimorso di avere ucciso la nonna. E così, tre anni dopo, ha deciso di confessare. E’ infatti grazie alla testimonianza del nipote Gino Laurini che è stato ritrovato il corpo di Giuseppina Pierini, 63enne scomparsa tre anni fa dalla sua abitazione di via Bosi a Pontenure, in provincia di Piacenza. A uccidere l’anziana, secondo quanto ha affermato il giovane, sono stati lui e la madre, Maria Grazia Guidoni, che è anche figlia della vittima. Lui, come conferma la procura di Piacenza alla quale domani arriverà il fascicolo da Grosseto, è accusato di occultamento di cadavere e lei di omicidio volontario aggravato.
“Ho un peso che non riesco più a sopportare”, ha detto il giovane di fronte ai carabinieri. Da quanto emerso, l’omicidio si è consumato alla fine di giugno del 2012, qualche giorno prima che venisse denunciata la scomparsa della donna. Le indagini sono coordinate dal pm di Grosseto Alessandro Leopizzi che ha già disposto le analisi del caso sui resti del corpo per risalire all’identità e avere la conferma del racconto dell’indagato.
In un primo momento, dopo il ritrovamento del cadavere, si era ipotizzato che potesse appartenere a Francesca Benetti, l’insegnante in pensione di Cologno Monzese di 55 anni scomparsa il 4 novembre del 2013 e che viveva da quelle parti, ma l’associazione è stata smentita dagli inquirenti.
Figlia e nipote dell’anziana uccisa sono originari di Follonica. In quel periodo erano alle prese con gravi difficoltà economiche, per questo si erano trasferiti nel Piacentino. Difficoltà mai appianate che hanno portato all’omicidio di Giuseppina Pierini. La donna sarebbe stata prima avvelenata e poi soffocata dalla figlia con un sacchetto per avere accesso ai soldi della pensione.
Giovedì 12 novembre quello che rimaneva del cadavere è stato ritrovato dai carabinieri nel podere di un pastore nelle campagne di Massa Marittima, in provincia di Grosseto. A condurre i militari sul posto – da quanto è stato possibile accertare – è stato proprio il nipote della vittima, dopo aver deciso di costituirsi e aver confessato il delitto. La figlia dell’anziana, nel frattempo, è stata ascoltata dai carabinieri e ha negato qualsiasi coinvolgimento: “Non so nulla di tutta questa vicenda”.
Il nipote, invece, ha raccontato agli investigatori i particolari di un omicidio pianificato dalla madre – anche se la ricostruzione è ancora da confermare-, a quanto pare per potersi accaparrare la pensione dell’anziana. Un giorno, mentre si trovavano in casa tutti e tre, Guidoni avrebbe somministrato alla madre una bevanda avvelenata. Ma visto che la donna continuava a respirare, l’avrebbe strangolata con un sacchetto. In seguito, quella stessa sera, figlia e nipote avrebbero nascosto il cadavere in un sacco, trasportandolo in auto verso la Toscana e poi nascondendolo nelle campagne di Massa Marittima. I due hanno scavato una fossa con una zappa, buttato il corpo e sfigurato il volto della donna con dell’acido per renderla irriconoscibile.
Poche ore dopo nel Piacentino, nel 2012, nella zona tra Valconasso, Pontenure, Paderna e la zona della Bellotta, iniziarono le ricerche della pensionata con i volontari della Croce rossa, insieme a vigili del fuoco, unità cinofile e protezione civile. Ricerche che, però, non diedero alcun esito.