Il mediattivista inglese Mark Covell era stato picchiato a sangue nel blitz del G8 di Genova. L'allora comandante del Reparto mobile di Roma e il capo del VII nucleo ritenuti responsabili di non aver impedito l'aggressione da parte dei loro uomini, mai identificati. Altri 10mila euro a carico degli altri condannati per l'arresto in base a prove false
Sedici poliziotti dovranno pagare 110mila euro a Mark Covell (nella foto con Haidi Giuliani), pestato a sangue di fronte alla scuola Diaz, durante il G8 di Genova, negli istanti che precedettero l’irruzione nell’edificio. Il risarcimento è stato fissato dalla Corte dei Conti della Liguria, che ha accolto la domanda della Procura contabile. Il grosso della somma è a carico di Vincenzo Canterini (60mila euro) e Michelangelo Fournier (40mila euro). Il primo, la notte del 21 luglio 2001, era il comandante del Reparto mobile di Roma, da cui dipendeva il VII Nucleo sperimentale, guidato dal secondo.
Anche se gli autori del pestaggio non sono mai stati identificati, le immagini delle telecamere di sorveglianza agli atti del processo Diaz mostrarono che alcuni dei picchiatori indossavano i caschi del VII Nucleo, di colore diverso da quello degli altri “celerini”. Covell, solo e inerme, fu pestato da diverse ondate di poliziotti mentre si qualificava come giornalista. Finì in ospedale in codice rosso, con fratture e lesioni in tutto il corpo, e la Procura di Genova aprì un fascicolo per tentato omicidio, poi archiviato per l’impossibilità di riconoscere i singoli responsabili, protetti dai caschi e dall’oscurità. E dal silenzio dei colleghi, che durante le indagini non fornirono alcun elemento utile.
Proprio a causa della mancata identificazione degli esecutori materiali del pestaggio, che avrebbero dovuto rispondere in solido del risarcimento, la Corte ha ridotto a 100mila euro la richiesta originaria di 340mila. Accolta integralmente, invece, la richiesta di 10mila euro complessivi a carico degli altri dirigenti, funzionari e agenti condannati al processo: Francesco Gratteri, Gilberto Caldarozzi, Giovanni Luperi, Spartaco Mortola, Nando Dominici, Filippo Ferri, Fabio Ciccimarra, Carlo Di Sarro, Massimo Mazzoni, Davide Di Novi, Renzo Cerchi, Massimiliano Di Bernardini, Massimo Nucera e Maurizio Panzieri.
In via transitoria, il Viminale lo aveva risarcito il mediattivista britannico con 350mila euro: 340 per le lesioni subite e 10 mila per le calunnie, legate al fatto che, come tutti gli altri 92 arrestati alla Diaz, fu arrestato e accusato di devastazione e saccheggio (furono tutti prosciolti qualche anno dopo). Ed è proprio quella cifra, che la procura contestava come danno erariale ai poliziotti.
I giudici contabili sottolineano come “è accertato che il pestaggio subito dal Covell è stato opera di militari appartenenti alla Polizia di Stato, e in particolare al VII Nucleo speciale comandato da Canterini e Fournier”. I due avrebbero dovuto vigilare sull’operato degli agenti affinché “l’azione non degenerasse in atti delittuosi. Non lo hanno fatto o non sono stati in grado di farlo, neppure quando hanno sicuramente avuto occasione di impedire materialmente comportamenti aberranti dei propri uomini”. Salvo poi “prendere atto sconsolati (come Fournier che qualifica come ‘macelleria messicana’ le scene cui ha assistito, scrivono i giudici) dello scempio compiuto dagli uomini al loro comando”.
Quanto ai 10mila euro di risarcimento per le false accuse, scrivono i giudici, i poliziotti hanno “in spregio ai doveri del proprio ufficio, dolosamente attestato in atti di polizia giudiziaria fidefacienti circostanze contrarie al vero, allo scopo di sottrarre se stessi e i colleghi alle responsabilità derivanti dagli esiti dell’azione di polizia, attribuendo falsamente fatti costituenti reato a soggetti che sapevano essere innocenti“.