Il Tribunale dei Minori di Palermo ha condannato a dieci anni di carcere, cinque in meno della richiesta della Procura, il minorenne accusato di avere ucciso con un calcio in testa il medico Aldo Naro, durante una rissa scoppiata in discoteca nel febbraio scorso. L’accusa è rappresentata dai pm Caterina Bartolozzi e Maria Grazia Puliatti.
L’imputato aveva 17 anni quando provocò la morte per emorragia cerebrale di Naro e faceva il buttafuori del locale notturno Goa del capoluogo siciliano, dopo essere stato reclutato nel quartiere dello Zen. Venne arrestato quattro giorni dopo il delitto, quando – accompagnato dai familiari – si costituì al carcere minorile Malaspina di Palermo.
“E’ il primo caso in Italia, e lo posso documentare – dice Maurizio Di Marco, il legale dell’imputato – in cui viene condannata una persona per omicidio volontario per una rissa senza armi. Ci sono dodici sentenze della Cassazione che sostengono la mia tesi. Il giudice ha invece accolto le ragioni dell’accusa, secondo le quali il calcio, essendo stato sferrato a un organo vitale, può configurare la volontarietà”.