La comunità islamica denuncia episodi di intolleranza dopo gli attacchi dei terroristi in Francia. Nel mirino tre giovani, tutte studentesse universitarie: "Un signore mi ha gridato: dovete tornarvene a casa, voi e le vostre guerre di merda". Una di loro: "Siamo stanchi di doverci dissociare da qualcosa che né io, né la mia religione condividiamo: l'Isis. Il terrorismo non ha nulla a che fare con noi"
Insulti, sputi, il velo strappato. E’ il racconto di alcune ragazze musulmane di Bologna, aggredite nel centro del capoluogo emiliano. E’ l’altra faccia delle conseguenze degli attentati di Parigi del 13 novembre. “E’ come essere tornati al post 11 settembre – racconta il coordinatore della comunità islamica Yassine Lafram a ilfattoquotidiano.it – Per strada molte persone che fanno parte della nostra comunità, specie le donne, sono state aggredite, verbalmente e non solo”. A Melania, che ha 22 anni e studia all’università, hanno strappato il velo: “Sono stata aggredita da una donna – spiega – Mi ha insultata, dicendomi che noi appoggiamo l’Isis, che siamo sempre noi a rovinare tutto. E poi mi ha strappato il velo dal capo”. Una terza ragazza, di 19 anni, chiede di rimanere anonima, ma racconta: “Mentre passavo per la stazione di Bologna, mi trovavo nel sottopassaggio quando un uomo mi ha guardata malissimo, e poi mi ha messo la mano davanti, tutto impaurito, per farmi passare. Quando salgo in autobus, poi, non ne parliamo: mi guardano come se fossi scesa da Marte, c’è addirittura chi ha paura di salire. Non ci siamo per niente”.
Fatima, 20 anni, anche lei studentessa, era in centro a Bologna, a due passi da piazza Maggiore, quando qualcuno le ha gridato: “Terrorista“. “Mi hanno detto che me ne dovevo tornare da dove sono venuta – continua – Poi, mentre passavo davanti al Mc Donald’s, un gruppo di ragazzi ha urlato ‘Allahu akbar‘, e sono scoppiati a ridere”. Episodio simile a quello capitato a una fermata dell’autobus, sempre in centro città: “E’ passato un signore in bicicletta e appena mi ha visto ha iniziato a insultarmi, gridava ‘dovete tornarvene a casa, voi e le vostre guerre di merda‘”.
Episodi che la comunità islamica ha scelto di non denunciare alle autorità, “perché non vogliamo cadere in vittimismi, né vogliamo distogliere l’attenzione dalle vittime francesi, alle quali abbiamo espresso tutta la nostra solidarietà e vicinanza“. E tuttavia, racconta una delle ragazze, “sono stanca di dovermi continuamente dissociare da qualcosa che né io, né la mia religione condividiamo: l’Isis. Il terrorismo non ha nulla a che fare con noi, io credo nella pace“.
Agli episodi che si sono verificati in città, invece, la Comunità musulmana preferisce rispondere con un appello: “Non cadiamo nel gioco dei terroristi, che ci vogliono nemici in casa. E non dimentichiamo che tra le vittime del terrorismo, dell’Isis come di Boko Haram, ci sono tanti musulmani – sottolinea Yassine – Ci sono musulmani tra le vittime degli attentati di Parigi e tra coloro che hanno contribuito a salvare delle vite. Il terrorismo non attacca solo gli occidentali, ma tutti coloro che la pensano diversamente, noi compresi. Lo Stato Islamico uccide in nome di Dio, ma loro sono lontani da Dio, e dall’Islam“.