Dal giorno della strage di Parigi, venerdì 13 novembre, non si è dato pace finché non ha raccolto nomi, immagini e una piccola biografia di (quasi) tutte le vittime. Paolo Brogi, giornalista, ha quindi creato una pagina Facebook intitolata a quella che è stata definita la “Generazione Bataclan”.
Una Spoon river compilata con rispetto, amore, dolore, che Brogi condivide ora con tutti coloro che hanno nel cuore quei ragazzi e quelle ragazze la cui unica colpa è stata di voler trascorrere un venerdì sera cenando con gli amici, festeggiando un compleanno con i parenti, ascoltando il rock allegro del loro gruppo preferito.
Finora Brogi è riuscito a dare un nome e un volto a 106 vittime tra le 129 totali della strage di Parigi.
Ad aprire l’elenco, la prima vittima identificata, Valentin Ribet, 26 anni, avvocato nello studio Hogan Lovells, Aveva studiato a Londra alla London School of Economics, Come legale si occupava di criminalità dei colletti bianchi. A chiuderlo, Raphaël Ruiz, 37 anni, diplomato in Scienze Politiche a Grénoble, impiegato da dieci anni in Ubiqus dove era redattore free lance e seguiva da dieci anni la regione di Grénoble
In mezzo, volti e nomi di diverse estrazioni sociali e nazionalità: studenti e studentesse, madri e padri, baristi, commesse, ristoratori, pubblicitari, giornalisti, un poliziotto con la moglie, manager, artisti, disoccupati, scienziati, architetti, trasportatori, stiliste. Francesi, ma anche provenienti da Spagna, Portogallo, Germania, Belgio, Inghilterra, Italia, Romania, Tunisia, Algeria, Marocco, Mali, Burkina Faso, Congo, Venezuela, Cile, Messico, Stati Uniti, Turchia, Egitto, Jugoslavia, Marocco, Senegal, paesi arabi.
Tutti belli, sorridenti, alcuni in coppia, innamorati. Fiduciosi in un futuro che è stato loro strappato a colpi di kalashnikov un venerdì sera che doveva essere di festa.
Grazie Paolo. Au revoir les enfants.