A distanza di due anni la pitonessa riesce nell'acquisizione che le era saltata nel 2013 complice la levata di scudi dei sindacati interni: "Racconteremo la storia d’Italia attraverso il gossip"
Nonostante i conti in rosso, Daniela Santanchè vuole crescere ancora nell’editoria e, in particolare, in quella specializzata sul gossip. Visibilia Editore, società quotata in Borsa di proprietà della parlamentare di Forza Italia, ha infatti rilevato le testate Novella2000 e Visto, di proprietà di Prs Editore che le aveva comprate due anni fa dall’editore del Corriere della Sera, Rcs.
La notizia è stata confermata dalla stessa Visibilia (570mila euro di rosso e 2,3 milioni di debiti a metà 2015) dopo che nella mattinata di giovedì i titoli dell’editrice sono stati sospesi dalle contrattazioni di Piazza Affari proprio in attesa di un comunicato stampa. Il prezzo della compravendita è stato fissato in 10mila euro oltre a 167mila euro a titolo di Tfr e oneri indiretti relativi al personale trasferito. Il prezzo sarà pagato: 10mila euro al closing e la parte residua a titolo di accollo delle passività stimate gravanti sul ramo d’azienda oggetto della cessione che risulteranno maturate a carico di Prs entro fine 2015.
L’affare non giunge del tutto a sorpresa. Quando nel 2013 le testate periodiche del gruppo Rsc erano state messe in vendita in un pacchetto che includeva una decina di giornali tra cui A, Astra, Brava Casa, Europeo, Max, Novella 2000, Ok Salute, Visto, Yacht&Sail, la pitonessa aveva presentato una formale offerta ai manager della Rizzoli che prevedeva un controvalore nullo per tutte le riviste, ma la garanzia per 24 mesi dello stato occupazionale dei dipendenti (90 giornalisti e 22 grafici) e, soprattutto nessuna dote come invece richiesto dai concorrenti pronti a subentrare a Rcs in cambio però di una trentina di milioni.
Una proposta difficile da rifiutare che aveva tuttavia suscitato una selva di prevedibili levate di scudi. Primo fra tutti il sindacato interno dei giornalisti che, in una nota del giugno 2013, aveva sottolineato come l’ipotesi Santanchè per i periodici Rcs “inequivocabilmente non sarebbe in grado di offrire alcuna affidabilità dal punto di vista delle prospettive industriali ed editoriali, della solidità economico-finanziaria e della futura stabilità occupazionale delle decine di giornalisti che potrebbero trovarsi coinvolti”. I giornalisti dei Periodici Rcs, inoltre, avevano affermato “con forza la loro netta contrarietà a qualsiasi operazione che, lambendo logiche politiche, possa, anche soltanto potenzialmente, mettere in seria discussione anche l’autonomia e l’indipendenza delle attività del primo gruppo editoriale italiano”.
Il parere sindacale non era del tutto secondario, visto che il via libera della rappresentanza delle redazioni costituiva una condizione sospensiva dell’intera cessione. Che sia stato per questo o per altri motivi, non è dato di saperlo, ma è un fatto che il 19 giugno 2013 Rcs ha ufficializzato la vendita delle riviste alla Prs di Alfredo Bernardini de Pace, che negli anni precedenti aveva acquistato da Rizzoli anche parte del suo polo radiofonico per poi rivenderlo nei mesi scorsi. “L’operazione – spiegava Rcs in un comunicato che annunciava l’accordo di cessione delle riviste – consentirà tra l’altro di contenere le ricadute occupazionali ed economiche che sarebbero derivate dall’alternativa cessazione dell’attività di edizione delle testate”. La passione di Bernardini de Pace, però, non ha superato la prova del terzo anno, quella della Santanchè evidentemente si.
“Racconteremo la storia d’Italia attraverso il gossip”, ha commentato a caldo la pitonessa a LaPresse. “Volevamo allargare il nostro perimetro ci crediamo molto soprattutto perché sono due brand molto riconosciuti dagli italiani. Novella 2000 è infatti nel cuore di tutti gli italiani”, ha aggiunto annunciando che nei prossimi giorni “ci sarà un piano industriale di sviluppo del gruppo”.