Dopo i primi due giorni dedicati agli addetti ai lavori, Eicma 2015 apre al pubblico. Da oggi fino a domenica 22 novembre i sei padiglioni della Fiera di Milano a Rho, più tutte le aree esterne, saranno presi d’assalto da appassionati provenienti da tutto il mondo (ne sono attesi oltre 600.000, qui le informazioni utili), giacché questo è il Salone più importante del mercato motociclistico. Visitare tutti i 1.412 espositori è praticamente impossibile, così come non è semplice districarsi tra gli immensi stand delle singole Case costruttrici. Così, se volete andare sul sicuro, dritti al cuore della rassegna milanese, ecco a voi le dieci novità più importanti dell’Eicma 2015, quelle che proprio non potete fare a meno di vedere.
BMW G310R
Dopo aver quasi monopolizzato il mercato alto di gamma, con l’immortale R 1200 GS e la R 1200 R e dopo aver iniziato a “calare” nei segmenti medi, con le varie F 800-700-650, BMW scende ancora di livello, presentando una moto di 310 cc di cilindrata che in Italia sarà perfetta per i neopatentati A2, quelli che devono rientrare nel limite dei 48 CV, ma che nei mercati asiatici e sud-orientali avrà tutto un altro ruolo. È costruita in India, ha un motore molto parco da 34 CV ed è omologata Euro 4. Il prezzo non è ancora stato dichiarato ma la produzione inizierà a metà 2016.
Ducati Scrambler Sixty2 400
Il “botto” iniziale della Scrambler 821, che ha contribuito a portare Ducati oltre le 50.000 moto per la prima volta nella sua storia, l’arrivo di una Scramblerina dalla cilindrata più contenuta (e più fedele all’originale) era quasi obbligato. Con il bicilindrico a L che eroga 41 CV la possono guidare anche i patentati A2, ma visto il prezzo (7.690 euro) inferiore di soli 1.000 euro rispetto alla sorella maggiore, non si pone certo come alternativa agli scooter o come mezzo urbano. Curiosità: il nome fa riferimento al modello originale del 1962.
Ducati Multistrada 1200 Enduro
Se un proprietario su dieci la porterà in fuoristrada sarà già tanto, ma del resto le grandi città italiane sono piene di “enduristi da deserto” in giacca e cravatta ma con le borse di alluminio. Per piacere a questo motociclista che sogna l’Africa ma poi va a fare l’aperitivo in centro, la Multistrada guadagna la ruota anteriore da 19 pollici, i pneumatici tassellati (si fa per dire), una piastra paramotore, il serbatoio maggiorato da 30 litri e altre cosette qua e là. Una volta spesi 21.420 euro serve solo il coraggio di portarla nel fango.
Honda Africa Twin
Per la rinata “Regina del deserto” di euro ne bastano 12.400 e la percentuale di motociclisti che terranno fede al suo nome dovrebbe salire in maniera consistente (rispetto agli incravattati urbani di cui sopra). Qui il peso non supera i 200 kg, il motore ha la potenza giusta (95 kg) e la ciclistica è davvero da fuoristrada. Con i cerchi a raggi, la ruota anteriore da 21 pollici, la posteriore da 18 e delle belle sospensioni regolabili, la Honda Africa Twin è pronta ad accompagnarvi ovunque.
Moto Guzzi V9
Moto Guzzi ha creato un motore ex-novo (850) e questa è già una notizia. Poi ci ha costruito intorno una moto bella da guardare e probabilmente anche da guidare. Con due versioni ben distinte, Bobber e Roamer, può soddisfare sia gli hipster modaioli che i motociclisti classici, mentre con un prezzo che dovrebbe rimanere entro i 10.000 euro, potrebbe diventare la seconda Moto Guzzi a fare dei numeri interessanti sul mercato, dopo la V7 che però da sola non basta per rilanciare lo storico marchio italiano.
MV Agusta Brutale 800
Quando nel 2001 uscì la prima Brutale 750 se ne parlò per mesi interi e quando nel 2012 arrivò la nuova tre clindri con albero controrotante, pure. Poche moto possono definirsi belle a aggressive come lei e la nuova 800 non fa eccezione. È cambiata completamente pur mantenendo uno stile riconoscibile, ma oltre al design è una sportiva vera, tutta da guidare. Di serie, infatti, ci sono il cambio elettronico, la frizione antisaltellamento e la nuova piattaforma di gestione motore, il quale perde 9 CV a vantaggio della migliore distribuzione della coppia.
Piaggio Medley
A Pontedera il know-how negli scooter di certo non manca e così, insieme al nuovo Liberty, Piaggio presenta a Eicma uno scooter inedito, che si posiziona tra quest’ultimo e il più grande Beverly. Si chiama Medley, è disponibile nelle due classiche cilindrate 125 e 150 cc e pesa solo 135 kg. Nonostante le ruote alte, poi, ha un vano sottosella che contiene due caschi integrali, mentre i nuovi motori iGet hanno anche lo Start e Stop.
Suzuki SV650
Sei anni fa si era presa una pausa di riflessione, lasciando spazio alla Gladius che però non è mai stata apprezzata dal mercato. Ora la SV650 ritorna, sperando di replicare il successo dei modelli precedenti. La formula è sempre la stessa: un motore facile ma gustoso e brillante (76 CV), un peso gestibile da tutti (195 kg) e uno stile senza tempo. Il faro tondo e le linee affilate creano un design equilibrato e piacevole, ma molto del successo di questa moto dipenderà dal prezzo, che però ancora non è stato ufficializzato.
Yamaha XSR 900
Dopo la XSR 700 arriva anche le 900 e le due cilindrate sono “casualmente” le stesse delle MT-07 e MT09. Motore, telaio e ciclistica, infatti, sono praticamente identici, ma per il resto cambia tutto. La XSR 900 si propone come Sport Heritage, con uno stile che richiama dritto agli anni Settanta e la colorazione giallo-nero che è quella ufficiale del team Yamaha USA, in cui correva il mitico Kenny Roberts. Costa 9.480 euro, ha un 3 cilindri 847 cc da 115 CV e potrebbe essere, in termini di mercato, una scommessa già vinta.
Yamaha MT-10
Spogliate la YZF-R1, guardate un vecchio episodio di Mazinga, indi assumete una sostanza psicotropa a vostra scelta. Il mix che ne risulta è la Yamaha MT-10, una di quelle moto il cui stile divide nettamente: o si ama o si odia. La scheda tecnica è di tutto rispetto, sebbene Yamaha non abbia dichiarato la potenza, mentre il cruise control attivo nelle ultime tre marce (ma solo fino a 180 km/h), la accredita anche come moto da trasferimenti veloci. Il prezzo è ancora ignoto, ma si spera che, al momento di deciderlo, l’effetto dello stupefacente sia già finito.