Ha deciso lui quando abbassare il sipario, quando quel mal di vivere ha incominciato a insinuarsi fra le pieghe del suo quotidiano. Lui che è stato la quintessenza della gioia di vivere
Si, gli sarebbe piaciuto il proprio funerale. Proprio come lo aveva pianificato in ogni dettaglio, dalla scelta della chiesa, i fiori solo bianchi, gli archi di violino, la voce del soprano. Belli come modelli Nerina e Luigi, i figli, piangevano ma contenevano la loro disperazione. “Se n’è andato come ha voluto, quando ha voluto…” sussurra tra le lacrime Nerina a Ernesto Mauri, amministratore delegato della Mondadori, amico di Massimo da sempre.
Si è vero, l’ultimo saluto è stato anche una passerella di volti noti, Simona Ventura, Marta Marzotto, Paola Marzotto, Annamaria Bernardini Pace, Marta Brivio Sforza, Nadine d’Archemont, Giulia Ligresti, Canio Mazzaro, Alberto Rusconi, Alberta Ferretti, Bedi Moratti, Fabrizio Crespi, Luisa Beccaria, Alan Journo, Laura Morino, Candida Morvillo, Antonio Gallo. Fiona Swarovski ha mandato una gigantesca corona di fiori, che però stonava con il candore della gardenie bianche. E’ stata lasciata sul sagrato.
Massimo Gatti ha deciso lui quando abbassare il sipario, quando quel mal di vivere ha incominciato a insinuarsi fra le pieghe del suo quotidiano. Lui che è stato la quintessenza della gioia di vivere. Anni di scalate e di fusioni, erano i tempi euforici della Milano da bere dove tutto sembrava possibile. Buoni affari ma anche miliardi rastrellati e “bruciati”. Gli uffici del Gatti merchant banker erano in un palazzo affacciato sul Duomo, lui al quarto piano, al quinto c’era il quartier generale dell’imprenditore Gianni Varasi. Diventano amici e un po’ sulla scia di Raul Gardini si misero in venti impetuosi e non solo con le barche a vela. Varasi muore improvvisamente lo scorso giugno. Ma già da tempo Massimo si era ritirato dagli affari e faceva il fotografo artistico. Cinque libri in otto anni, uno dedicato a Eleonora Abbagnato, étoile dell’Opera di Parigi.
A Mariella Boerci, madrina dell’evento di beneficenza della Lega Italiana per la Lotta ai Tumori, proprio il giorno prima “del giorno più brutto”, cancella la sua partecipazione alla serata ma manda lo stesso una foto a lui cara della ballerina. Il ricavato della vendita all’asta andava alla ricerca sul cancro. Massimo, ha pensato proprio a tutto, fino alla fine. Per carità nessuna litania, non gli si addicerebbe il tono di compianto. Gli amici vogliono adesso solo ricordare la pienezza della sua vita. Non il morso della solitudine degli ultimi tempi. Il titolo del suo penultimo libro fotografico, presentato lo scorso febbraio alla Bocconi, “Witness of Silence” (Testimone del Silenzio) sembra invece avere una traccia premonitrice. Così come il messaggio che conteneva l’ultima fotografia che ha postato sul suo website: su sfondo giallo l’ombra di una croce con un chiodo.
C’è anche il picchetto d’onore delle Forze dell’Ordine all’ingresso della chiesa. E lo ricorda con parole commoventi Maria Josè Falcicchia, dirigente della Polizia di Stato. Massimo ha passato intere nottate a bordo delle volanti per testimoniare il coraggio e la durezza di chi ha scelto di indossare la divisa. E aveva anche pianificato l’uscita del libro il 14 dicembre, ma senza di lui. “Quello che ci lasci sono le tue foto che raccontano più di tante parole la cosa più bella e disinteressata che la vita può offrire a ognuno di noi: l’AMICIZIA“, dice Maria Josè.
Buona luce, Massimo, che ti illumini adesso un “altro” cammino.