È di qualche giorno fa la notizia che ha fatto riemergere l’ombra del sospetto sulla grande Inter di Helenio Herrera, dopo le brevi e taglienti dichiarazioni di Sandro Mazzola che con un dietrofront ed un semplice “Era tutto vero”, in qualche modo dava – per la prima volta – ragione al compianto fratello Ferruccio quando nel suo libro “Il terzo incomodo“, denunciava apertamente i caffè dopanti del “Mago”. Un polverone che difficilmente troverà un rapido epilogo o che forse non lo troverà mai.
Sta di fatto che, insieme a Ferruccio Mazzola, molti protagonisti delle vittorie nerazzurre negli anni ’60 sono scomparsi prematuramente: da Tagnin a Bicicli, passando per Minussi, Longoni, Masiero e Facchetti, fino ad arrivare a capitan Armando Picchi. Già, proprio il libero livornese, perno difensivo di quell’Inter grazie proprio all’intuizione del tecnico argentino e con il quale cessò ogni tipo di rapporto nel ’67 all’età di 32 (a seguito dei continui diverbi), appena 4 anni prima di incontrare l’amiloidosi, quindi la morte.
Tuttavia la memoria di “Armandino” potrà essere presto rinfrancata non più da episodi tristi e misteriosi come quelli descritti nelle memorie di Ferruccio, bensì dalle prestazioni del suo giovane pronipote Alberto (Picchi), centrocampista di talento proveniente dal rigoglioso settore giovanile dell’Empoli.
Classe ’97, mancino ed elemento chiave della Primavera empolese, sa rendersi utile come mediano in un centrocampo a 4, ma esalta le sue doti soprattutto se impiegato come mezz’ala in un centrocampo a 3 grazie a tempi di inserimento offensivi importanti palla al piede e nelle ripartenze.
Ben strutturato fisicamente, dotato di grande forza e capace di concludere dalla distanza con naturalezza, deve crescere ancora sotto il punto di vista della personalità. È dello stesso avviso anche il responsabile del vivaio toscano Marco Bertelli: “Alberto dimostra grandissime doti individuali, ma forse ancora non se ne rendere conto”. Poi aggiunge: “Durante i 90 minuti dovrebbe fare quello che ha fatto a Palermo in campionato (gara terminata 6-1 in favore degli ospiti), elevandosi una spanna sopra tutti. In quella circostanza mise a segno addirittura una tripletta! È chiaro che non pretendiamo che faccia ogni volta 3 gol, ma è evidente che ha grande facilità di andare a segno, di inserimento e di prestazioni di questo genere”.
Lui ha già fatto il precampionato in prima squadra e continua a collezionare prestazioni di livello in Primavera. Dopo gli esordi stagionali di Assane Dioussè (fresco vincitore del Premio Viareggio Sport 2015) e Alessandro Piu, credo possa essere proprio Alberto Picchi il prossimo ragazzo proveniente da Monteboro ad affacciarsi nella massima serie. Il suo prozio ne andrebbe fiero.