Il ministro dell'Interno al termine del Consiglio Ue commenta così il piano di alcuni mafiosi arrestati a Corleone per ucciderlo: " "So bene che Riina e i suoi seguaci me l’hanno giurata per il 41 bis e le confische, ma vado avanti". Solidarietà da tutto il mondo politico
“Ci sono tanti servitori dello Stato che rischiano come e più di me, penso che la liberazione della mia terra, la terra di Sicilia, da questi maledetti valga di più della vita di ciascuno di noi. Ho deciso io, come tutti loro, di non curarmi di queste minacce e andare avanti”. Sono queste le prime parole di Angelino Alfano che commenta l’indagine antimafia messa a segno dai carabinieri a Corleone e dalla quale emerge l’intenzione dei boss vicini a Salvatore Riina di uccidere il ministro dell’Interno, “colpevole” di avere inasprito il regime di carcere duro 41 bis. “So bene che Riina e i suoi seguaci, i mafiosi corleonesi, me l’hanno giurata per due motivi: per il carcere duro e le leggi che avevo fatto approvare e per il sistema normativo che avevo sostenuto sulle confische e sui sequestri dei patrimoni, ossia l’aggressione ai loro soldi”, ha detto Alfano al termine del Consiglio Ue degli Affari interni.
“Se c’è l’accordo gli cafuddiamo (diamo, ndr) una botta in testa. Sono saliti grazie a noi. Angelino Alfano è un porco. Chi l’ha portato qua con i voti degli amici? E’ andato a finire là con Berlusconi e ora si sono dimenticati tutti”. Parlano così due mafiosi intercettati che vorrebbero far fare ad Alfano la stessa fine di John Fitzgerald Kennedy, assassinato a Dallas il 22 novembre del ’63: “Perché a Kennedy chi se l’è masticato (chi l’ha ucciso, ndr)? Noi altri in America. E ha fatto le stesse cose: che prima è salito e poi se li è scordati”.
Vicinanza al ministro è stata espressa da tutto il mondo politico. “Solidarietà assoluta e doverosa a chi è minacciato dalla Mafia”. Ha detto all’Ansa Matteo Salvini. “Non cambio tuttavia idea – ha aggiunto il leader leghista – sulla sua incapacità di gestire i problemi della sicurezza e dell’immigrazione”. Interviene anche il presidente della Camera Laura Boldrini. Lo fa con un tweet: “Vicina al ministro per pesanti intimidazioni emerse da intercettazioni. Importante non fare passi indietro su lotta a #CosaNostra”. “Fanno certamente impressione le parole intercettate di alcuni mafiosi contro il ministro dell’Interno, l’amico Angelino Alfano. Gli esprimo, a nome mio e di tutti i deputati di Forza Italia, solidarietà”, ha affermato il capogruppo di Fi alla Camera Renato Brunetta.