La decisione della giunta pugliese, che ha varato il reddito di dignità, scalfisce, almeno a livello regionale il niet di Matteo Renzi contrario a qualsivoglia forma di reddito minimo. Il premier, meno di un mese fa, aveva detto: “No al reddito di cittadinanza, per combattere la povertà serve il lavoro”. Michele Emiliano risponde: “E’ un modo di essere di sinistra in modo moderno”. Di dignità, minimo o di cittadinanza, il tema del sostegno alle fasce più deboli torna attualissimo. Così siamo tornati in strada a discutere del tema nei pressi dell’Università Bocconi di Milano. Tra i vari intervistati, in prevalenza studenti, alcuni sono a favore dell’introduzione di una misura “per sostenere le tante persone che non ce la fanno”, ma a patto, aggiunge più di una voce, di verificare in modo rigoroso la reale condizione di bisogno e volontà di reinserimento sociale di chi andrà a beneficiarne. Altri sono contrari, perché “la priorità è investire per creare occupazione e rilanciare l’economia” e poi “mancano le risorse finanziarie per sostenere una misura così impegnativa”. Senza contare, sostiene qualcuno, che un reddito minimo “renderebbe ancor più pigre le persone che non hanno voglia di lavorare. E voi come la pensate? dite la vostra nei commenti e votando la risposta che vi convince di più di Piero Ricca, riprese Ricky Farina
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