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Attentati Parigi, la lettera di Chaimaa a Daesh: “Disumani terroristi, siete ciò che l’Islam combatte”

La 22enne musulmana, attualmente delegata dell'associazione Giovani musulmani Italiana all'interno del Forum Nazionale Giovani, ha indirizzato una lettera direttamente allo Stato Islamico: "Ai disumani, ai terroristi". "Vi scrivo da italiana musulmana, perché possiate capire che il mio paese non sarà mai messo in ginocchio da una banda di criminali, che cercano di terrorizzare e creare caos. Io non ho paura di voi, se malauguratamente doveste arrivare qui, sarò la prima a scendere in campo per salvare la mia patria"

di Emanuele Salvato

“Vi scrivo perché possiate comprendere che non ci avrete mai, che non farete dell’Islam ciò che non è, non farete dell’Europa un luogo di massacri e non avrà efficacia il vostro progetto di terrore”. Questo l’incipit della lettera che Chaimaa Fatihi, 22enne musulmana di origine marocchina ma di nazionalità italiana, ha indirizzato direttamente alle origini del male. Ossia a quel Daesh, per dirla alla francese, conosciuto universalmente come Isis, che lo scorso 13 novembre ha seminato morte e terrore a Parigi. “Lettera a Daesh, ai disumani, ai terroristi”: questa l’intestazione della missiva scritta con il cuore colmo di rabbia da parte della studentessa attualmente delegata dell’associazione Giovani musulmani Italiana all’interno del Forum Nazionale Giovani (fng).

“Da più parti – dice fuor di lettera a ilfattoquotidiano l’autrice della missiva – invitano i musulmani a prendere una posizione chiara e netta contro i terroristi dell’Isis. Per non lasciare spazio a dubbio io ho deciso di mettere nero su bianco il mio totale ripudio per quelli che non sono altro che criminali”. E’ stanca di chi cavalca onde d’odio e di islamofobia: “Si fa il gioco dei terroristi – dice ancora – che vogliono generare confusione, odio tra le persone, iniziative violente in risposta ai fatti di Parigi”. E’ anche stanca di chi mette insieme Islam e Isis, di chi generalizza, banalizza per comodità. Vuole separare nettamente Islam e Isis, Chaimaa. E per farlo attacca quelli che lei definisce “disumani terroristi”.

“Vi scrivo come musulmana – prosegue nella lettera a Daesh – per dirvi che la mia fede è l’Islam, una religione che predica pace, che insegna valori e principi fondamentali, come la gentilezza, l’educazione, la libertà e la giustizia. Voi siete ciò che l’Islam ha contrastato per secoli, voi siete nemici, voi siete coloro che spargono sangue di innocenti, di giovani, anziani, uomini e donne, bambini e neonati. Non ho paura dei vostri kalashnikov, dei vostri coltelli e le vostre armi, perché da musulmana vi rinnego, vi combatto con la parola, con l’informazione, con la voce di chi vive quotidianamente la propria fede, dando esempio dei suoi insegnamenti”.

Ma quello che Chaimaa vuole aggiungere è che se la sua religione è l’Islam, il suo paese è l’Italia ed è pronta a difenderlo: “Vi scrivo anche da italiana musulmana, perché possiate capire che il mio paese non sarà mai messo in ginocchio da una banda di criminali, che cercano di terrorizzare e creare caos. Io non ho paura di voi, se malauguratamente doveste arrivare qui, sarò la prima a scendere in campo per salvare la mia patria, i miei concittadini e a dirvi che non avrete mai la nostra terra”.

La 22enne musulmana trae la sua forza dalla consapevolezza di non essere da sola a contrastare il terrore: “Se qualcuno di voi – scrive ancora – sta cercando già di deviare la mente di qualche giovane, mio coetaneo, per commettere crimini contro l’umanità, sappiate che ce ne sono altri migliaia che sono pronti a riprendersi quella umanità che tenete in ostaggio, per ridarla al mondo intero. Non ci fermeranno mai i vostri messaggi intimidatori. Chi calpesta la nostra Costituzione, la nostra dignità umana, la nostra libertà non è altro che uno scellerato”.

Chaimaa si rivolge poi ai paesi che finanziano l’Isis con armi e denaro: “Vi scrivo anche da europea, ma questa volta il mio messaggio va a quegli stati che vi finanziano, vi danno armi con le quali poi uccidete e spargete sangue di vittime innocenti e create timori indegni. A te assassino, che con sangue freddo hai reciso fiori, hai calpestato l’anima a uomini, donne, bambini ed anziani, a te che scorrazzi qua e là alla ricerca di nuovi scenari in cui ripetere le tue malefatte, sappi che noi giovani e meno giovani, faremo sì che i nostri stati europei, prima o poi la smettano di darti la benzina per carburare la tua macchina di ferocia e disumanità, perché noi non accettiamo in alcun modo che per politiche estere indegne e vili, si mettano in pericolo le vite di cittadini, di esseri umani, che non hanno alcuna colpa. Vi faremo vedere quanto è potente, unita, grandiosa la cittadinanza europea, uomini e donne liberi. Siete alleati del demonio, non appartenete al mondo, siete esseri vigliacchi e non avrete mai nulla da noi”. La conclusione della lettera è dedicata alla presunzione dell’Isis di ergersi a Stato: “Non vi daremo mai – chiude la missiva – la soddisfazione di chiamarvi Stato, neppure islamico, perché io da musulmana difenderò in prima persona i miei amici e concittadini non musulmani e il mio paese, che non cadrà nelle vostre grinfie, MAI!”.

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