Gli arrestati sono legati agli attacchi di Parigi. L'ordigno esplosivo fatto di "bulloni e perossido di acetone" è stato trovato nella banlieue parigina di Montrouge. Il ricercato numero uno è stato intercettato nei dintorni di Liegi. Ed è caccia anche a un complice britannico. La capitale rimane blindata. Ministro dell'Interno: "Il lavoro non è ancora finito"
Blitz, arresti e perquisizioni. “Ma il lavoro non è ancora finito”, dice il ministro dell’Interno belga Jan Jambon. Perché il ricercato numero uno resta ancora in fuga. Salah Abdeslam, l’ottavo componente del commando che ha seminato il terrore a Parigi, è stato intercettato domenica sera dalle unità speciali di polizia e dalla squadra antibanditismo nei dintorni di Liegi, a Tongre à Rocourt. In un primo momento si pensava che fosse sfuggito ai controlli a bordo di una Bmw, ma il procuratore di Bruxelles ha smentito questa ipotesi. Intanto per la capitale belga è ancora massima allerta: il premier Charles Michel ha annunciato che fino a lunedì prossimo l’allerta per la regione di Bruxelles capitale resterà a livello 4, il massimo, con “valutazioni quotidiane”. Le scuole riapriranno mercoledì, la riapertura della metropolitana “potrebbe avvenire in maniera progressiva”, mentre gli eventi pubblici rimarranno sospesi. Le istituzioni europee, invece, saranno aperte, ma si terranno solamente le riunioni più importanti, come l’Eurogruppo e il Consiglio Ue Istruzione. Per il resto del paese è confermato il livello 3.
Parigi, cintura esplosiva trovata in un quartiere di Montrouge
Un “oggetto somigliante a una cintura esplosiva” contenente “bulloni e perossido di acetone” è stato ritrovato in un cestino della spazzatura a Montrouge, banlieue sud di Parigi. Proprio in quella zona fu localizzato Salah, prima che i due complici arrivassero con la Golf per riportarlo in Belgio. I due, al momento detenuti, hanno raccontato alla polizia che il presunto jihadista avrebbe portato anche lui una cintura esplosiva quella notte. Forse ha però desistito dall’usarla poco prima di azionarla. Bulloni e perossido di acetone sono stati ritrovati anche negli ordigni degli altri kamikaze del 13 novembre.
Ventuno arresti e 19 perquisizioni. “Legati ad attacchi di Parigi”. Ma 17 vengono rilasciati.
L’ufficio del procuratore federale ha aggiornato a 21 il numero degli arresti: 16 persone sono finite in manette nei blitz di domenica 22 novembre, altre 5 questa mattina. E’ stato anche confermato che la Bmw sfuggita ai controlli di polizia nella regione di Liegi “non ha legami” con le ricerche di Salah Abdeslam. Le perquisizioni sono state in tutto 26, due anche vicino a Liegi. Le altre nei Comuni-quartieri della città Molenbeek, Anderlecht, Schaerbeek, Jette, Woluwe St-Lambert e Foret. Altre tre infine sono state condotte a Charleroi, città della Vallonia a 60 chilometri dalla capitale. Gli arresti, ha spiegato il procuratore Eric Van der Sypt sono “attualmente interrogate dalla polizia”. In una delle perquisizioni di cui parla oggi la procura “è stata sequestrata la somma di 26mila euro”. In serata la procura di Bruxelles ha fatto sapere che 17 degli arrestati sono stati rilasciati. Tre rimangono in stato di fermo, uno è stato tramutato in arresto in relazione ai fatti di Parigi. Le operazioni sono avvenute al termine del secondo giorno di massima allerta terrorismo nella regione della capitale belga. Una decisione, presa sabato mattina, che ha portato alla chiusura di negozi, bar, ristoranti, centri commerciali e metropolitana per tutto il fine settimana.
Sparatoria a Molenbeek
A Molenbeek, il quartiere ad alta concentrazione di immigrati provenienti da Nord Africa e Medio Oriente e considerato la ‘culla’ di decine di terroristi e centinaia di foreign fighters, un’auto ha cercato di forzare un posto di blocco della polizia, che ha aperto il fuoco. Il conducente è rimasto ferito ed è stato arrestato.
Caccia ai complici: “C’è anche jihadista britannico”
La caccia è sempre concentrata su Salah e i suoi complici, tra cui potrebbe esserci anche un sospetto jihadista britannico, indicato come sodale del boia ‘Jihadi John‘ e ricercato da Londra, che avrebbe usato i suoi stessi contatti belgi per nascondersi a Bruxelles. Ma sulle indagini c’è il massimo riserbo da parte della polizia. Il ministro degli Interni Jan Jambon conferma che si cercano “molteplici sospetti, è per questo che abbiamo messo in campo una simile concentrazione di risorse”.
Ministro dell’Interno: “Lavoro non è ancora finito”
“Il lavoro non è ancora finito” sottolinea il ministro che, dopo le polemiche dei giorni scorsi, assicura che lo scambio di informazioni con gli altri paesi sta funzionando, “perché siamo tutti sulla stessa barca”. All’indagine si lavora 24 ore su 24, dice il premier Charles Michel. Utilizzando ogni mezzo, forse anche il fratello di Salah, Mohamed, che domenica ha rilasciato una serie di interviste a tutte le tv belghe e straniere, chiedendo di nuovo di consegnarsi, perché la famiglia preferisce vederlo “in prigione piuttosto che al cimitero”. Intanto è emerso che Fouad Belkacem, leader dell’organizzazione islamista Sharia4Belgium già detenuto nel carcere di Anversa, è stato posto in isolamento per evitare che altri detenuti possano essere indottrinati e radicalizzati.