Calano le vendite dei prodotti italiani fuori dai confini dell'Unione. Secondo l'Istat negli ultimi tre mesi la dinamica è stata "ampiamente negativa": -5,8%. E' l'effetto del rallentamento dei Paesi emergenti e in particolare della Cina
Il rallentamento dei Paesi emergenti frena le vendite di prodotti italiani fuori dai confini dell’Unione europea. Dai dati Istat sul mese di ottobre emerge infatti una riduzione dell’export extra Ue dell’1,7% rispetto a settembre e del 4,5% rispetto allo stesso mese dell’anno scorso. L’avanzo commerciale è sceso a 3,5 miliardi di euro, in riduzione di 449 milioni rispetto a ottobre 2014. Giù anche l’import, che cala dello 0,2% su base mensile e del 2,4% su base annua, ma in questo caso si tratta dell’effetto del calo dei prezzi energetici.
Il calo congiunturale dell’export, spiega l’istituto, è ascrivibile ai beni strumentali (-4,5%) e ai prodotti intermedi (-1,6%), mentre c’è un incremento per i beni durevoli (+1,5%) e l’energia. Negli ultimi tre mesi, la dinamica congiunturale dell’export verso i paesi extra Ue si conferma ampiamente negativa (-5,8%) e diffusa a tutti i principali comparti. Il calo delle vendite riguarda tutti i comparti, a eccezione dei beni di consumo durevoli (+6,8%), ed è particolarmente sostenuto per l’energia (-22,5%) e i prodotti intermedi (-5,5%). Dal lato dell’import, al netto dell’energia (-21%), si rileva invece una marcata espansione (+5,2%).
A ottobre l’andamento delle esportazioni nazionali verso l’area extra Ue risente soprattutto della frenata dei paesi emergenti e, in particolare, della Cina. L’ampia flessione delle esportazioni verso il Mercosur (-33,9%) è condizionata dalla recessione in corso in Brasile. La decelerazione della crescita tendenziale delle esportazioni verso gli Stati Uniti (+3,3% a ottobre 2015 rispetto all’espansione a due cifre registrata nei mesi precedenti) riflette invece sia il parziale rallentamento della crescita del Paese sia un livello di vendite superiore alla media registrato a ottobre 2014.