Per i giudici di Torino "il fatto non costituisce reato". L'uomo era stato ingaggiato da Vittorio Brumotti per denunciare un giro di "patenti facili". Dopo essersi finto cliente di un'autoscuola che prendeva tangenti per rilasciare le licenze di guida era stato denunciato
E’ stato assolto “perché il fatto non costituisce reato”, l‘attore che rischiava una condanna a due anni di carcere dopo aver collaborato a un servizio di Striscia la Notizia per denunciare un caso di corruzione in un’autoscuola.
L’uomo di Settimo Torinese aveva collaborato con l’inviato di Striscia, Vittorio Brumotti nell’ambito di un maxi processo per “patenti facili“. Ingaggiato da Brumotti, l’attore dopo aver contattato una delle autoscuole sospette e pagato una tangente, aveva sostenuto l’esame teorico per la patente C, filmando il tutto. Nonostante 9 risposte su 10 fossero sbagliate, era stato promosso. A quel punto l’inviato del programma di Antonio Ricci aveva contattato la polizia per denunciare il fatto.
Seppur l’attore collaborasse al servizio di denuncia e il suo comportamento fosse finalizzato alla riuscita delle indagini, la Procura di Torino aveva chiesto per lui una condanna a due anni per corruzione, per aver versato la tangente. I giudici hanno invece accolto la tesi dell’avvocato difensore Antonio Mencobello, che sosteneva che la tangente pagata non fosse altro che un’esca utilizzata per far emergere le pratiche illecite dell’autoscuola.