Scuola

Studenti: occupazioni, ci risiamo. E dei disabili che restano a casa chi se ne importa

Come ogni anno si ripete inesorabile lo scimmiottamento all’intelligenza umana. Si decide un bel periodo di vacanza per tutti e quindi ci si arma di maleducazione, aggressività, un bel paniere di balle, e dopo aver finito di distruggere quel poco che rimane della scuola pubblica nell’ultimo trimestre… si occupa.

Non rimane nulla dell’ideologia, non interessa niente a nessuno della vera condizione scolastica. Se a qualcuno importasse davvero la cosa comune, quel qualcuno ha sei/sette ore al giorno per collaborare al decoro, alla pulizia, alla salvaguardia.

Occupare è fin troppo facile. Specialmente dinanzi ad un mondo di adulti totalmente incapaci di far fronte ad una vera educazione dei giovani. Non esiste una guida. Né a scuola né in famiglia. Si bivacca, non si studia, si beve, si fuma, si fa di tutto col beneplacito del fallito mondo adulto.

Fino a ottobre nessuno di questi giovani muove un dito. Nessun blocco di alunni scrive qualcosa di legittimo e concreto. Non c’è interesse. E’ meglio aspettare novembre, il mese delle occupazioni.

La deununcia non serve, il rimbrotto ancora meno. Non esiste un mezzo a tutela del diritto allo studio. Tutti a fare bisbocce. Nessuna lagnanza. Tutti felici e contenti dell’ennesima plateale presa in giro che porterà la scuola a spendere i soldi pubblici per la disinfestazione al momento del rilascio.

Figuriamoci a questo mondo quanto possa interessare che gli alunni con disabilità rimangono chiusi a casa! Tutta una finzione elaborata in qualche chat privata, magari usando qualche app, nel mondo virtuale che ormai ha invaso quello reale. Tutti a fregarsi le mani per questa festa che i giovani regalano al personale facendola pagare di fatto alla comunità.

Ma si è sempre fatto, funziona così e va bene così. Fortunatamente esiste ancora qualche Dirigente che argina, qualche studente che si impone… mosche bianche.

Certo che questo tema è una sciocchezza rispetto i temi della cronaca di questi giorni.

Il mio è un grande rammarico ideologico. Per cosa lottano i nostri giovani occupanti? per accaparrarsi il primo balcone utile da cui gettarsi dopo l’ennesima serata brava in trasferta? e magari lasciare che voli giù il più fragile, il più inesperto, il più “sano”?

Se noi, mondo adulto, lasciamo che tutto vada via così: pensiero, volontà, credo, ideali… poi a chi vogliamo addossare la responsabilità delle conseguenze. Tanto è: tutti fermi ad attendere che il nostro futuro decida di farci rientrare a scuola.

Perché l’inclusione vera è questa. Tutti fermi a far violare ogni anno quei diritti per cui qualcuno prima di noi ha lottato davvero.