“In questi giorni ho letto che siamo stati un esempio. Se questo è stato vero anche solo in minima parte, voglio dedicarlo a tutti i Valeria e Andrea che non si arrendono“. Sono queste le parole che Alberto Solesin ha pronunciato davanti al feretro della figlia, in una piazza San Marco blindata e listata a lutto e affollata da centinaia di amici e semplici cittadini arrivati per dare l’ultimo saluto a Valeria Solesin, la ricercatrice 28enne uccisa al Bataclan e unica vittima italiana delle stragi di Parigi. “Ripensando a Valeria non voglio isolarla dal suo contesto parigino, dall’università e dai bistrot dove tanti ragazzi immaginano un futuro migliore”, ha proseguito aggiungendo: “In questi giorni acerbi abbiamo avuto uno straordinario senso di vicinanza, pensiero che ora vogliamo rivolgere alle altre famiglie delle vittime”. La cerimonia civile è iniziata alle 11 ed è stata aperta dall’inno di Mameli e dalla Marsigliese. Hanno partecipato i rappresentanti delle comunità religiose e il capo dello Stato Sergio Mattarella
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