Mentre affronta le conseguenze della truffa sulle emissioni dei suoi motori diesel, Volkswagen finisce nel mirino di una procura tedesca anche per un caso di presunta evasione fiscale. Legato ai dati sulla Co2 prodotta da 800mila sue auto a benzina, anch’essi manipolati, come la casa di Wolfsburg ha ammesso all’inizio di novembre. Il procuratore della Repubblica di Braunschweig, Klaus Ziehe, ha reso noto di aver aperto un’indagine ad hoc, ulteriore rispetto a quella sulle macchine diesel con il software truffaldino. Gli indagati sono cinque e “provengono dalla sfera di Volkswagen”. Secondo la Sueddeutsche Zeitung e le emittenti Ndr e Wdr, i pm ipotizzano il mancato pagamento di alcuni milioni di euro di tasse. Un portavoce della procura si è limitato a parlare di un danno “non piccolo”.
Il fatto è che le emissioni di Co2 sono, in Germania come in altri Paesi Ue (non l’Italia), uno dei parametri su cui si basa la fissazione delle tasse di circolazione. Gli automobilisti proprietari delle macchine i cui consumi sono risultati superiori a quanto dichiarato dal produttore hanno dunque pagato meno del dovuto. E ora, ipotizza l’agenzia Bloomberg, la procura incolpa di queste violazioni Volkswagen chiedendole di pagare il conto. Non a caso il gruppo ha stimato in almeno 2 miliardi di euro il “rischio finanziario” della manipolazione, includendo nella cifra anche la restituzione al governo dei mancati introiti fiscali. A questa somma si aggiungono i 6,7 miliardi accantonati nel terzo trimestre per far fronte ai costi dei ritiri e delle modifiche tecniche necessarie per consentire alle auto di passare i test senza trucchi.
Intanto il marchio Audi ha riconosciuto che anche i motori diesel da 3 litri, e non solo fino a 2 litri, sono influenzati dalla manipolazione dei dati delle emissioni diesel. Secondo il Financial Times sono coinvolte nello scandalo 85mila auto in più rispetto a quanto stimato. Secondo il quotidiano questo nuovo sviluppo fa aumentare i dubbi su “quanto sia sistematico l’inganno nella casa automobilistica tedesca”. Audi ha riferito lunedì sera che sarà “oggetto di revisione il software installato sul V6 TDI 3.0” per “richiedere una nuova autorizzazione negli Stati Uniti”. La nuova ammissione è arrivata al termine di una consultazione con le autorità americane di protezione ambientale Epa e Carb.