“Auspico che la Germania si possa impegnare di più contro l’Isis”. Perché “Nessun Paese è al riparo da un’azione”. Dopo David Cameron, Barack Obama e in attesa degli incontri di giovedì con Matteo Renzi e Vladimir Putin, Francois Hollande si appella ad Angela Merkel per rafforzare e allargare la Coalizione internazionale che dopo gli attacchi del 13 novembre ha come obiettivo l’annientamento dello Stato islamico. E la cancelliera tedesca assicura subito l’invio di 650 soldati tedeschi in Mali per “alleviare” il compito dei francesi.
“Dobbiamo agire sul piano europeo – ha detto Hollande all’Eliseo al fianco della Merkel dopo la cerimonia dell’omaggio alle vittime a place de la République – controllare gli spostamenti aerei, la vendita di armi, le frontiere esterne, sradicare il terrorismo. Dobbiamo prendere provvedimenti in Francia, in Germania, in Europa, agire sulla fonte, le cause e in particolare contro Daesh, in Siria e in Iraq“. Questo il senso della maratona diplomatica di Hollande, che ha visto lunedì il premier britannico Cameron a Parigi, ieri il presidente Obama a Washington (“con lui abbiamo concordato di intensificare i raid, coordinare gli sforzi per avere più informazioni sugli obiettivi”, ha detto oggi il capo dell’Eliseo). L’offensiva diplomatica proseguirà domani mattina a Parigi con il presidente del Consiglio Renzi e la sera a Mosca da Putin, di sicuro l’appuntamento più delicato vista anche l’escalation di tensione con la Turchia dopo l’abbattimento del caccia.
Un grazie, quindi, alla cancelliera per lo sforzo annunciato di inviare uomini nel Mali ad “alleviare lo sforzo dei soldati francesi” ma – ha scandito Hollande – “spero che la Germania possa impegnarsi ancora di più contro Daesh in Siria e in Iraq, pur conoscendo – ha aggiunto – le regole che esistono in Germania sugli interventi all’estero. Si tratterebbe di un ottimo segnale nella lotta contro il terrorismo“.
In cambio, già prima della cena di lavoro – ricorda l’Ansa – Hollande ha leggermente modificato la posizione molto dura assunta questi giorni nei confronti del tema dei rifugiati, con la Francia che più volte ha parlato di chiusura delle frontiere usando accenti molto decisi con il primo ministro Manuel Valls. “E’ nostro dovere accoglierli”, ha ammesso Hollande davanti ad Angela Merkel. “E’ possibile, e ne abbiamo avuto la prova – ha aggiunto – che dei terroristi possano utilizzare il cammino dei rifugiati, ma siamo sensibili, so quello che la Germania è stata capace di fare per accoglierli”.
“Non si vince con le parole, dobbiamo trovare una soluzione permanente“, ha detto la cancelliera, aggiungendo che gli attentati non erano “soltanto contro Parigi ma contro un modo di vita, contro l’Europa”. “Saremo più forti del terrore, siamo al fianco della Francia, faremo tutto il possibile”. La Germania fa concessioni ma continua a non parlare neppure di un intervento diretto con raid in Siria e la posizione di Berlino resta quella di privilegiare una soluzione politica.
Prima di recarsi all’Eliseo per una cena informale, i due leader insieme al sindaco Anne Hidalgo hanno reso omaggio alle 130 vittime a place de la République, il luogo divenuto simbolo della reazione civile della Francia e della comunità internazionale alle stragi jihadiste. Merkel ha depositato una rosa bianca davanti alla celebre statua della Marianna repubblicana, prima di raccogliersi al fianco di Hollande.