È tempo di riforme, anche dentro Arcigay. L’associazione, dopo l’ultimo congresso, ha modificato lo statuto e attraversato un profondo cambiamento soprattutto nella riorganizzazione dei suoi vertici: “Abbiamo voluto rendere più snello il suo funzionamento, rafforzando la capacità di incidere con azioni e campagne concrete sul territorio nazionale”. Lo dichiara Gabriele Piazzoni, il nuovo segretario. Trentuno anni, cremasco, ha lavorato in una cooperativa per l’organizzazione di eventi e ha fatto militanza attiva in Sel, come coordinatore provinciale a Cremona. Da quest’anno la direzione politica è affidata, appunto, alla figura del segretario. Piazzoni ha un programma ambizioso: “Essere più vicini ai bisogni delle persone e più presenti nel dibattito italiano. Ce la metteremo tutta”.
E non solo. La gay community, continua Piazzoni, ha bisogno di alzare la voce: “Torniamo nelle strade e nelle piazze a dire chiaramente che per noi la stagione dei tweet è terminata”. Occorre votare le leggi, l’Italia deve diventare un Paese europeo. “È il messaggio chiaro che diamo a Renzi e alla maggioranza in Parlamento. Siamo pronti a una grande mobilitazione perché più diritti per i gay vuol dire più uguaglianza per tutti”.
Determinatezza, senza sconti a nessuno. Ma anche un forte senso pragmatico. La battaglia per il “matrimonio per tutti” va avanti, assicura il segretario: “Il ddl Cirinnà non è la legge di Arcigay, ma riguarda la vita dei gay e delle lesbiche di questo Paese. Per questo vogliamo accompagnarla nel suo iter parlamentare cercando di preservarla dagli assalti degli estremisti che cercheranno di attaccare soprattutto stepchild adoption e reversibilità delle pensioni. Sul testo che conosciamo finora non arretriamo di un millimetro. Una volta portata a casa questa legge, il parlamento italiano dovrà mettere in campo l’iter per il matrimonio”.
Accanto a tale questione, anche la politica sulla salute avrà un ruolo fondamentale: “Per l’1 dicembre i nostri comitati sono impegnati in un progetto sulla necessità di fare il test per l’Hiv, attraverso l’allestimento diretto presso i luoghi di ritrovo della comunità Lgbti, sotto la supervisione del personale sanitario, in modo rapido e sicuro. La riduzione del numero di persone sieropositive inconsapevoli è il primo passo per il controllo della diffusione della malattia, unito al contrasto dello stigma discriminatorio dal quale sono colpite le persone sieropositive”. E anche la questione trans troverà una nuova centralità: “Le persone transessuali sono le più discriminate. Cominceremo costruendo una task force assieme alla rete delle associazioni trans per dare risposte alle urgenze immediate in ambito sanitario, lavorativo e burocratico, cioè le situazioni in cui maggiore è la difficoltà per le persone impegnate nella transizione sessuale”.
Ma non è tutto. Un movimento che si pone al centro della società, non può disattendere il confronto anche con altri temi importanti per la collettività. La crisi economica, ad esempio, è un ambito in cui deve nascere una nuova collaborazione con le altre realtà: «C’è chi pensa che i diritti sociali vengano prima dei diritti civili. Non è il nostro punto di vista, noi vogliamo che le persone Lgbti possano lavorare nel pieno rispetto della loro dignità” continua Piazzoni. “Vogliamo costruire un’alleanza con i sindacati, con le associazioni dei datori di lavoro e con le istituzioni perché siamo convinti che una società che riconosce e rafforza i diritti di tutti e tutte, anche delle persone Lgbti, è più dinamica e competitiva. Ce lo dicono tutte le ricerche condotte in questi anni”.
Arcigay, per altro, è impegnata in moltissimi comitati territoriali in aiuto ai richiedenti asilo politico, fuggiti dal loro paese di origine in quanto perseguitati come omosessuali, sia nei territori controllati dal califfato islamico, sia dai molti paesi arabi o africani dove l’essere omosessuale equivale ad una sentenza di morte. Piazzoni su questo tema è categorico: “Sull’Isis bisogna essere chiari: sta compiendo il più grande omicidio di massa di omosessuali sul pianeta nel silenzio di tutti. Un orrore nell’orrore che vogliamo denunciare all’opinione pubblica e al mondo intero”.
Uomo della politica istituzione e attivista di Arcigay impegnato per i diritti della comunità arcobaleno, Piazzoni cambierà il rapporto con il palazzo, da sempre connotato da diffidenza e criticità? “Siamo diversi dai partiti, autonomi nelle nostre scelte. Vogliamo confrontarci, dire la nostra: riconosceremo l’impegno positivo e criticheremo in modo molto aspro chi sbaglia”. E cosa accadrà a quegli avversari che soffiano sul fuoco della violenza, giocando sulla pelle della nostra comunità? Gabriele sorride, con la pacatezza e la serenità che lo contraddistinguono e alla fine mi risponde: “Hanno trovato pane per i loro denti”.