Gli stanziamenti del governo per le esigenze urgenti di alcune aree del Paese sono finanziati anche con 523 milioni di "risparmi" a carico del fondo di salvaguardia. Il resto arriva da sforbiciate ai ministeri
I 200 milioni per il Giubileo e i 150 per il dopo Expo? I 100 milioni per gli impianti sportivi in periferia e quelli per il servizio civile? Trovati: pagano gli esodati. Dodici giorni dopo l’approvazione da parte del consiglio dei ministri, il decreto che il 13 novembre il premier Matteo Renzi aveva battezzato “Happy days” è stato pubblicato in Gazzetta ufficiale. E si scopre che quasi metà delle coperture destinate a “misure finanziarie urgenti per talune aree territoriali in stato di criticità” arriva da una sforbiciata al fondo di salvaguardia. Il testo fa riferimento a “ulteriori economie accertate” attraverso “l’attività di monitoraggio e verifica effettuata sulle domande di salvaguardia” presentate da chi ha lasciato il lavoro ma a causa della riforma Fornero non ha ancora diritto alla pensione. Un’altra beffa, dunque, dopo il bluff della legge di Stabilità, che ha limitato la cosiddetta settima salvaguardia a sole 26.300 persone nonostante secondo l’Inps gli esodati ancora senza tutela siano 49.500. E ora con i soldi risparmiati si finanziano interventi che non hanno nulla a che vedere con il sistema pensionistico.
Nel complesso le misure previste dal decreto valgono 1,16 miliardi di euro. Di questi soldi, 523 milioni sono appunto a carico del cosiddetto fondo esodati: 400 milioni andranno al rifinanziamento degli ammortizzatori sociali in deroga, necessario per affrontare le crisi aziendali aperte, e 123,6 finiranno nel calderone delle coperture. Il resto del conto lo pagheranno quasi tutto i ministeri, per i quali sono previste sforbiciate per 483,8 milioni. In più sarà tagliata di 27,8 milioni la quota di 8 per mille destinata allo Stato e saranno ridotti di 12 milioni i fondi per il federalismo.
Gli stanziamenti a pioggia vanno dai 150 milioni contro l’emergenza ecoballe nella Terra dei fuochi ai 50 di rifinanziamento del Fondo per le emergenze nazionali di protezione civile. La fetta più grossa, 200 milioni, è destinata però al Giubileo straordinario che parte l’8 dicembre, per cui sono stanziati 94 milioni che verranno destinati (attraverso successivi decreti di Palazzo Chigi) a decoro, mobilità e riqualificazione delle periferie e 47 milioni per trasporti e sanità. Per “la valorizzazione dell’area utilizzata per Expo” ci sono 150 milioni, di cui 80 attribuiti all’Istituto italiano di tecnologia “per la realizzazione di un progetto scientifico e di ricerca da attuarsi anche utilizzando parte delle aree in uso a Expo spa”. E ancora 50 milioni di euro per la “rigenerazione urbana” dello stabilimento ex Italsider di Bagnoli, 100 milioni in più per il servizio civile e altrettanti per finanziare gli impianti sportivi nelle periferie, 10 milioni per Reggio Calabria, 25 per prolungare il tax credit per il cinema, 10 milioni per il piano per l’export e la tutela del made in Italy, 30 per i collegamenti aerei tra la Penisola e la Sardegna per garantire la “continuità territoriale”.