Musica

Modà, esce il nuovo ‘Passione maledetta’: “Uno dice, vabbe’…” (la recensione di Michele Monina)

Uno dice, vabbe', però in fondo Kekko, sì lui, ha imposto il suo nome nello show business come non capitava da un sacco di tempo, quindi vorrà pur dire qualcosa (decidete voi cosa, che a noi solo l'idea fa venire il mal di testa). Uno dice, vabbe', ma magari stavolta Passione maledetta, questo il titolo del nuovo lavoro dei Modà, è davvero un bel disco, ché non si può mica sempre procedere per preconcetti e pregiudizi...

Uno dice, vabbe’, prendersela coi Modà è esercizio sterile, se ascolti i Modà mica pretendi di coniugare intrattenimento con qualità, le canzoni le scrive un essere umano adulto che non ha vergogna di farsi chiamare Kekko, con tre kappa. Uno dice, vabbe’, però, in fondo, se i Modà vendono così tanto, e vendono così tanto, allora potrebbe anche essere che qualcosa da dire, sotto quegli strati di banalità, di note scontate, di testi sempre simili a loro stessi, ci sia.

Uno dice, vabbe’, però in fondo Kekko, sì lui, ha imposto il suo nome nello show business come non capitava da un sacco di tempo, quindi vorrà pur dire qualcosa (decidete voi cosa, che a noi solo l’idea fa venire il mal di testa). Uno dice, vabbe’, ma magari stavolta Passione maledetta, questo il titolo del nuovo lavoro dei Modà, è davvero un bel disco, ché non si può mica sempre procedere per preconcetti e pregiudizi, e anche se il titolo è oggettivamente annichilente e il singolo meriterebbe punizioni corporali (niente di pesante, andrebbe bene anche qualche ora inginocchiati sui ceci, alla vecchia maniera).

Uno dice, vabbe’, ma intendi tirarla ancora parecchio per le lunghe con questa faccenda del “uno dice, vabbe’”, perché in genere alla terza ripetizione subentra la noia, e mentre lo dice, così, inspiegabilmente, intuisce che se la terza ripetizione equivale con la noia, forse, magari, potrebbe darsi, ci si augura che tutto questo sia atto a ricreare sulla carta, o meglio, sul virtuale dei quotidiani online, la noia devastante che la musica e le parole che Kekko ha amorevolmente creato per la sua band proprio alla terza canzone, e parliamo quindi di anni fa.

Uno dice, vabbe’, ma mica ho capito, le canzoni di Passione maledetta, le dieci che compongono il nuovo attesissimo album dei Modà, quelle che sono i Modà al 100%, al punto che Kekko compare coperto, e lascia spazio ai suoi compari, cioè, a tizio, a coso, a quell’altro, insomma, agli altri Modà, quelle che se passano in radio un motivo ci dovrà pur essere, esatto, il fatto che le produca la radio stessa, insomma, queste benedette canzoni sono belle o non sono belle? Uno se lo chiede, e la risposta è lì, già dentro la domanda: la risposta è ovviamente no.

Uno dice, vabbe‘, ma almeno stavolta Kekko è riuscito a trovare uno spray nasale valido, qualcosa che gli faccia superare questo problema di dover cantare sempre raffreddato che lo attanaglia da sempre? E la risposta è no, Santo Iddio. Sarà per questo che poi è così fissato con il meteo, che basta che cambi un po’ il tempo e si raffredda, e a pagare siamo sempre solo noi.

Uno dice, vabbe’, ma Kekko è riuscito a uscire dall’impasse di scrivere canzoni in cui le donne, un po’ come nella prima strofa di Teorema di Ferradini, le devi trattare male? Troppo distratto, Kekko, per sentire anche le altre due strofe e scoprire (scusaci Kekko se ti spoileriamo il finale), che non esistono leggi in amore e puoi anche finirla di scrivere canzoni in cui le donne uno le tratta male.

Uno dice, vabbe‘, ma almeno le previsioni del tempo, a ‘sto giro, ci sono? Kekko l’ha smessa di citare vento, aria, pioggia, nuvole, cirri, cumolinembi, tramonana e via discorrendo? E la risposta, come nel caso del “prendi una donna, trattala male, lascia che ti aspetti per ore” è no, ci dispiace, la fissa per il meteo è ancora lì.

Uno dice, vabbe’, però in fondo l’album è schizzato primo su iTunes, e vabbe’, se uno dice ‘sta cosa qui, in fondo, si merita di ascoltare i Modà, non è che ci possiamo proprio prendere il compito di salvare il mondo, che mica siamo stati inventati da Stan Lee.

Uno dice, vabbe’, ma almeno i titoli delle canzoni li vuoi citare, perché se no sembra che stai facendo una recensione al buio, e la risposta è, no, i titoli non li citiamo, perché le canzoni dei Modà, comprese queste dieci canzoni qui, sono intercambiabili, come certe puntate dei serial tv per bambini che i canali tematici mandano in continuazione, senza seguire un filo logico, e magari ti ritrovi a vedere per una intera settimana sempre la stessa puntata, poi ne arriva una di due stagioni dopo, e poi si torna indietro, tanto il risultato è lo stesso (divertimento, se si è bambini e si guardano le puntate dei serial tv, noia mortale, a volte anche fastidio, se si ascoltano queste canzoni qui).

Uno dice, vabbe’, ma mica ho capito, il nuovo album dei Modà, alla fine ti è piaciuto?
Fai un po’ te.