“Mollo tutto e vado…”, la frase ormai è una cantilena ricorrente, ma sono in pochi coloro che riescono a trasformare il desiderio di cambiar vita in un progetto concreto. Tale deve essere, guai se questa scelta profuma di “fuga”, perché nella maggior parte dei casi si trasforma in un disastro annunciato. Bepi Costantino, giornalista (quindi con una componente di sognatore) e ingegnere meccanico (abbastanza concreto) il suo progetto lo ha realizzato scegliendo come Paese di elezione la Costa Rica. Di quella terra si è letteralmente innamorato decidendo di dare alle stampe un primo volume “Costa Rica – Il Paese più felice del mondo” nel quale spiega perché questa nazione sia stata scelta tra quelle con l’indice di “felicità” più alta (giudicata non certo con i criteri del Pil nei quali viviamo noi). La Costa Rica è, infatti, al primo posto nelle classifiche delle ultime due edizioni dell’Happy Planet Index della New Economics Foundation, un’indagine sulla felicità in 151 Paesi nei quali vive il 99 per cento della popolazione mondiale, ed è sempre tra i migliori in America latina per quanto riguarda educazione, sanità, sviluppo economico
Di recente pubblicazione è poi “Mollo tutto vado in Costa Rica”, un ebook distribuito da Amazon.
Qui l’autore guida chi vuol davvero prendere in esame la possibilità di andare a vivere nella nazione centroamericana. Il percorso parte dall’analisi del disagio che spinge un numero crescente di persone a pensare di trasferirsi al tropico e cambiare vita e prosegue fino ai dettagli e alle informazioni fondamentali specifiche su questa nazione. Così spiega l’autore: “Racconto una ventina di storie, tra le migliaia possibili, di stranieri (non soltanto italiani) che si sono trasferiti in Costa Rica e che considero per varie ragioni interessanti. Alcune vicende testimoniano la formidabile potenza di un interesse, di una passione, che possono divenire il perno intorno al quale costruire un’intera esistenza felice e dunque credo siano comunque una grande lezione di vita. Altre sono esempi concreti di persone che hanno compiuto percorsi complessi, partendo da situazioni di disagio crescente per approdare sui lidi di un sostanziale appagamento, spesso attraverso una scelta di sobrietà, socialmente più accettata in Costa Rica rispetto ai luoghi di provenienza”.
“Altre persone ancora – prosegue Costantino – mi hanno raccontato come l’amore per una terra straordinaria, nella quale natura e pace sono parole che pesano molto più che altrove, sia un motivo più che sufficiente per lasciar tutto e ricominciare. Evito invece accuratamente di parlare di chi è arrivato in America centrale con l’idea di aprire una pizzeria o un chiringuito: l’hanno pensato in migliaia, l’hanno tentato in centinaia, ci sono riusciti in pochissimi e di questi la maggior parte si è pentita e spesso ha finito per tornare indietro o fare altro. E io continuo a chiedermi qual sia la ragione misteriosa per la quale tante persone ritengano che il solo fatto di essere italiani li autorizzi a proporsi come pizzaioli. A tutte le persone che ho incontrato, ho chiesto di elencare i tre aspetti migliori e i tre peggiori del Paese, ottenendo così un bel ventaglio di giudizi positivi e negativi sui quali riflettere”.