"Non sappiamo se si è fatto pagare per trasmettere i dati della filiale ginevrina" alle autorità fiscali, ha detto il procuratore generale, "ma questo non è importante". L'informatico è stato assolto dagli altri capi di imputazione
Hervé Falciani, l’ex funzionario della banca svizzera Hsbc che ha trafugato e girato alle autorità fiscali una lista di 81.458 conti di 106.458 clienti di tutto il mondo, è stato condannato a cinque anni di carcere dal Tribunale penale federale di Bellinzona. Falciani, che non si è presentato al processo, è stato ritenuto colpevole di spionaggio economico ma è stato assolto dagli altri capi di imputazione, come la violazione del segreto commerciale. L’informatico è accusato di avere copiato, dal 2006 al 2008, l’equivalente di 2,6 milioni di pagine di dati bancari della filiale ginevrina di Hsbc e di averli poi forniti ad aziende private e organismi pubblici di diversi Paesi. Svelando così al fisco i nomi di molti potenziali evasori, tra cui oltre 7mila italiani.
Il procuratore federale Carlo Bulletti aveva chiesto una pena di sei anni di reclusione. “Non sappiamo se Falciani si è fatto pagare per trasmettere i dati della filiale ginevrina di Hsbc in suo possesso”, ha detto Bulletti, “ma questo non è importante” per formulare una condanna. Secondo il procuratore si tratta di un caso grave di spionaggio economico, alla luce sia della durata dell’attività criminale sia del valore dei segreti rivelati, che ha causato una “crisi diplomatica”. Laurent Moreillon, avvocato della banca che si è costituita parte civile, ha parlato di danni collaterali “inestimabili” causati dall’accusato e si è allineato alla richiesta del procuratore auspicando una condanna “pesante”. “Le testimonianze hanno dimostrato che le sue intenzioni non erano quelle di chi vuole lanciare un allarme“, ha affermato.
Il difensore di Falciani, Marc Henzelin, ha sostenuto che non ci sono prove del fatto che le informazioni siano state vendute e che il suo cliente “ha avuto accesso facilmente a un’enorme quantità di dati” ed è stata proprio questa facilità ad averlo “turbato: tutto porta a dire che esistevano numerose falle” nei sistemi di sicurezza, ha concluso l’avvocato. La difesa di Falciani ora dovrà decidere se ricorrere in appello.