I terroristi hanno colpito un corteo musulmano a nord del paese. Secondo l'Onu, per fronteggiare la crisi umanitaria causata dalle devastazioni dei jihadisti, "servono 200 milioni di dollari per il 2016"
Il 18 novembre l’assalto a una stazione di camion aveva provocato oltre 30 vittime e decine di feriti. E oggi gli estremisti islamici di Boko Haram, braccio dell’Isis in Africa Occidentale, attaccano di nuovo la Nigeria. Almeno 21 persone sono morte e 40 sono rimaste ferite in un attacco kamikaze a una processione sciita in un villaggio a sud di Kano, nel nord del paese. Un secondo kamikaze “è stato bloccato prima che si facesse esplodere”.
E Boko Haram è responsabile anche della morte di 35 persone, i cui corpi sono stati trovati questa settimana nella città commerciale di Bama in uno stato nord-orientale del Borno. Si trovavano tra le macerie di alcune case in avanzato stato di decomposizione. La città, situata a circa 60 chilometri dalla capitale dello stato Maiduguri, era infatti occupata dai jihadisti. “Riteniamo che le persone siano state uccise da Boko Haram mentre avevano il controllo della città fino ad aprile, quando le forze militari l’hanno liberata”, ha spiegato il presidente del distretto locale di Bama, Ali Modu Gajji. I corpi sono stati sepolti in un cimitero alla periferia della città.
Onu: “Crisi umanitaria. Servono 200 milioni di dollari per il 2016” – Secondo le Nazioni Unite, per fare fronte alla crisi umanitaria in Nigeria causata dai terroristi, alle agenzie umanitarie servono 200 milioni di dollari per il 2016. La crisi infatti ha ridotto alla fame 4 milioni di persone e costretto 2,4 milioni ad abbandonare le proprie case. Tale disastro umanitario richiede “una risposta su più livelli”, dice Toby Lanzer, coordinatore umanitario regionale dell’Onu, secondo cui “negli stati di Adamawa, Borno, Gombe e Yobe centinaia di migliaia di famiglie sono state colpite da Boko Haram”. La crisi riguarda non solo la Nigeria, ma anche i tre Paesi vicini – Camerun, Ciad e Niger – dove, “la complessità e il livello della crisi sono tali da necessitare un supporto continuo e integrato da parte della comunità internazionale”, ha sottolineato.
Intanto, Medici Senza Frontiere ha reso noto che sta fornendo assistenza alle vittime di Boko Haram a Diffa, nel sudest del Niger, dove due giorni fa un attentato nel distretto di Bosso ha provocato 18 morti e 16 feriti. Due settimane fa, circa 9000 persone erano state costrette a fuggire dopo un’altra ondata di attacchi a Barwa, sempre nell’area di Bosso. Secondo l’Onu, a partire da febbraio più di 60 attentati si sono verificati a Diffa ad opera di Boko Haram, lasciando 47mila persone senza una casa in una regione che ospita più di 165mila nigeriani in fuga dalle violenze nel nord del Paese.