Chiedetegli tutto, ma non di mostrarvi gli scontrini che si sono fatti rimborsare dopo le loro trasferte. Sarà che hanno paura di fare la fine di Ignazio Marino, inciampato su qualche rimborso di troppo dopo avere pubblicato le sue ricevute. Sarà che di essere del tutto trasparenti i sindaci d’Italia non ne vogliono proprio sapere. In ogni caso una cosa è certa: dopo oltre un mese che ilfattoquotidiano.it ha contattato uffici stampa e portavoce di alcuni di loro per avere tutti i particolari delle spese delle missioni effettuate nel 2014 e nel 2015, le risposte arrivate non sono state per nulla complete. Il comune di Venezia è stato l’unico a inviare alcune ricevute. Da Milano e Verona è arrivato solo qualche dettaglio in più, ma non un vero e proprio elenco delle trasferte, rispetto al dato di spesa totale disponibile nella sezione “Amministrazione trasparente” dei rispettivi siti istituzionali. Da Firenze, altro Comune che mette online solo il dato aggregato, la risposta non è andata al di là del più tipico “le faremo sapere”.
Eppure questa è una modalità di pubblicazione ritenuta “non corretta” da Ernesto Belisario, avvocato specializzato in diritto amministrativo e coautore di Legal Lex, un manuale su come accedere alle informazioni della pubblica amministrazione. “Sebbene non esistano linee guida a riguardo – spiega – il decreto legislativo 33 del 2013 oltre a stabilire l’obbligo della pubblicazione delle spese di viaggio, è anche chiaro nel definire la ratio della norma, che è quella di consentire un controllo generalizzato sull’utilizzo delle risorse pubbliche e sul perseguimento delle finalità istituzionali. Controllo che il dato aggregato dei costi sostenuti in un anno, senza il dettaglio di ogni singolo viaggio, non consente di eseguire”.
Un elenco di trasferte piuttosto preciso, che non era disponibile sul sito del comune, è arrivato da Palermo. Ma le ricevute rimangono un tabù, come del resto ovunque. Anche a Livorno: nonostante qui sia disponibile online un resoconto dettagliato delle spese di viaggio del sindaco, alla richiesta di vedere gli scontrini gli uffici comunali si sono trincerati dietro la mancata presentazione da parte de ilfatto.it di una richiesta ufficiale di accesso agli atti. Eppure una richiesta attraverso semplice email può bastare: “Se l’amministrazione decide di garantire un livello di trasparenza superiore a quello minimo assicurato dalla norma – spiega Belisario – per il cittadino o il giornalista non sarà necessario ricorrere a un’istanza di accesso agli atti”.
Ma vediamo quali informazioni in più è stato possibile recuperare – o non recuperare – da ogni Comune rispetto a quanto già pubblicato online.
Firenze
Gli uffici di Dario Nardella non si sono degnati di dare alcun dettaglio in più rispetto al totale delle spese di viaggio già pubblicato sul sito per ogni anno. Inutile chiedere dove è stato il sindaco con i 4.609 euro spesi nel 2014, o chiedere di vedere le ricevute. Del resto, se il successore di Matteo Renzi– fresco di archiviazione del fascicolo aperto dalla Corte dei conti che non ha ravvisato elementi sufficienti per procedere – diventasse più loquace, metterebbe comunque in imbarazzo l’attuale presidente del Consiglio, al centro di una battaglia politica per accedere al dettaglio delle sue spese a Palazzo Vecchio.
Verona
Lo staff di Flavio Tosi ha rivelato qualcosa in più rispetto ai dati di spesa aggregati presenti online: 4.964 euro nel 2013 e 3.993 euro nel 2014. Non molto, però. Ora sappiamo che si è arrivati a tali somme dopo 24 missioni, di cui 21 effettuate a Roma, con 7.996 euro spesi per i trasporti, 589 per i pernottamenti e nulla per i pasti. E’ già qualcosa, ma anche in questo caso le spese non sono state motivate nel dettaglio. E in più tra i nuovi dati e quelli pubblicati sul sito ballano 372 euro.
Milano
Dagli uffici di Giuliano Pisapia fanno sapere che la spesa di 18.867 euro riportata sul sito del comune per le missioni del 2014 riguarda 12 viaggi a Roma per incontri con rappresentanti delle istituzioni (Quirinale e governo), incontri Anci, di cui Pisapia è vicepresidente nazionale, e con Papa Francesco. “Quando gli incontri erano fissati di mattina presto, la spesa comprende il pernottamento. Se in altri orari ci sono solo spese di viaggio e di trasporto per Roma. Non c’è nessun pranzo o cena con persone esterne all’amministrazione”. Altre trasferte istituzionali, sempre comprese nei 18.867 euro totali, sono state fatte a Napoli, Cagliari, Pescara, Brescia e, per quanto riguarda le missioni all’estero, a Bruxelles, Johannesburg, Emirati Arabi, New York e Mosca: “Tutte missioni di cui si può trovare traccia nei comunicati stampa dell’amministrazione che ne spiegano la natura istituzionale”. Da Palazzo Marino aggiungono poi che tali spese “sono già state verificate dal collegio dei revisori, un organismo esterno all’amministrazione, che non ha rilevato alcuna anomalia e non ha fatto nessun appunto”.
Palermo
Più dettagliata la risposta che arriva dal comune guidato da Leoluca Orlando: un file Excel con indicate le 27 trasferte effettuate dal sindaco nel 2014 per una spesa totale di 13.547 euro e le 14 sinora compiute nel 2015 (9.108 euro). Tra queste spiccano una missione ad Amsterdam a settembre dell’anno scorso per partecipare al ‘global parliament of major’ (1.083 euro), una a Parigi a gennaio 2015 per incontrare le autorità locali e partecipare a una conferenza al liceo internazionale della città (1.133 euro), una a Bonn lo scorso giugno per la proclamazione Unesco del Circuito arabo normanno (1.506 euro). Mancano ancora i dettagli di spesa di ogni singolo viaggio e la copie delle ricevute, ma è un passo avanti rispetto alla modalità oscura con cui le missioni sono rendicontate online, dove l’elenco anziché riportare date e destinazione del viaggio, indica l’ufficio competente alla liquidazione delle spese e il numero e la data del provvedimento.
Torino
Il grado di trasparenza di Piero Fassino è migliore di molti suoi colleghi, visto che sul sito del comune è disponibile un file Excel con le date di ogni viaggio, con tanto di destinazione e costo totale della trasferta. Ma anche qui la richiesta di andare più nel dettaglio delle spese di ogni missione e di avere le ricevute si è fermata davanti a un “le faremo sapere”.
Parma
Gli uffici di Federico Pizzarotti rispondono: “Non si possono mettere al lavoro delle risorse per cercare degli scontrini e darli a voi”. Chissà dove sono finiti, e chissà perché le note spese non sono state raccolte in modo ordinato in una cartelletta facile da recuperare. Resta allora quanto c’è già sul sito: il costo di ogni viaggio del sindaco è riportato, ma su dove sia stato e perché ci sia andato, il punto di domanda resta. A meno che non si segua il consiglio che suggeriscono dal comune: “Quando il sindaco va in missione fa dei bei comunicati stampa e dice dove va”, spiegano. Bene, che i cittadini incrocino i dati, sempre che abbiano ricevuto i comunicati.
Livorno
Da un capoluogo a guida Cinque stelle all’altro, Filippo Nogarin pubblica rendiconti mensili in cui le spese di ogni singolo viaggio sono indicate nei minimi particolari, sino ai 90 centesimi per il caffè. Trasparenza ai più alti livelli, tanto da aver fatto nascere di recente un botta e risposta con un neo consigliere ex grillino, Marco Valiani, su una trasferta ad Arezzo dove era in programma anche un Meetup del M5S. Se però si chiedono gli scontrini, anche a Livorno non c’è niente da fare: gli uffici si schermano dietro la necessità di ricevere un’istanza ufficiale di accesso agli atti. E se si vuole sapere quale norma impedisca loro di inviare i documenti a fronte di una semplice email, la risposta è una sola: il silenzio.
Napoli
Vogliono che venga presentata una richiesta di accesso agli atti anche gli uffici di Luigi De Magistris: “Gli atti in possesso di questa amministrazione sono ostensibili secondo quanto previsto dalla vigente normativa in materia di accesso”, scrive in burocratese il gabinetto del sindaco. Ilfattoquotidiano.it ha poi ricevuto un link in cui le trasferte sono aggiornate all’ultimo atto di liquidazione, con la spesa fornita per ogni singolo viaggio. Ma il problema resta quello del file che si trovava online anche prima: il motivo della trasferta è quasi sempre un generico “impegni istituzionali”.
Venezia
Le uniche due ricevute che è stato possibile vedere sono arrivate dalla Laguna per il neo sindaco Luigi Brugnaro: un’andata e ritorno per Roma in treno da 226 euro e una con Alitalia da 505,29 euro, entrambe di ottobre. Per il resto, spiega un comunicato stampa, il sindaco “ha formalmente rinunciato all’indennità di funzione, chiedendo di destinare queste risorse alla costituzione di un fondo di solidarietà” e ha sottolineato come, a parte i due viaggi a Roma, “tutte le spese sostenute come sindaco della città (ristoranti, trasporti, parcheggi, pernottamenti) siano stati pagati in prima persona e non fatti pesare sull’amministrazione comunale”. Va peggio se si cerca di sapere qualcosa dei 19.841 euro spesi nel 2014 dall’ex sindaco Giorgio Orsoni. Vogliamo più dettagli? “Dovete contattare l’interessato e chiedergli di darci il permesso di fornirveli”, rispondono dall’amministrazione.
La prossima mossa
Chiedendoli con le buone, di dettagli sui viaggi ne sono arrivati pochi. Non resta allora che presentare in ognuno dei comuni un’istanza ufficiale di accesso agli atti. I sindaci avranno così 30 giorni per dare una risposta. E vediamo che scusa si inventeranno questa volta pur di limitare la trasparenza dovuta a chi li ha votati.
@gigi_gno – luigi.franco.lf@gmail.com