Volkswagen ha annunciato di aver risolto il problema delle auto coinvolte nello scandalo delle emissioni truccate. La soluzione per i motori tipo EA189, a sentire i tedeschi, è piuttosto semplice, di rapida applicazione e di poco “disturbo” ai clienti: un aggiornamento del software per i 2.0 TDI e un correttore di flusso dell’aria per il 1.6 TDI. Per il più piccolo 1.2 TDI, invece, si vedrà.
Non avendo prove dell’efficacia delle soluzioni proposte da Volkswagen, devo fidarmi (ancora una volta) dei tedeschi. Confidando anche nell’Autorità federale tedesca per i trasporti, la Kba che ha approvato le modifiche suggerite da Volkswagen. Qualche considerazione però va fatta.
Sul 2.0 TDI si riduce tutto all’aggiornamento del software, segno che forse il motore avrebbe rispettato anche senza il “trucco” i limiti imposti dalle normative Euro 5. Oppure, a pensar male, ora il motore sarebbe depotenziato o più probabile, “strozzato” nelle accelerazioni.
Personalmente non credo che cambiare una riga di codice di un software consenta di avere le stesse prestazioni con minori consumi ed emissioni. E in effetti la stessa Volkswagen scrive: “Tutte le varianti dei modelli dovranno prima essere misurate, per confermare il raggiungimento di questi obiettivi in maniera definitiva.” Il che suona piuttosto strano. E’ come dire: “Tutto risolto ma ancora non siamo sicuri dell’effetto che fa”.
Che avrà mai testato poi la Kba per aver approvato le soluzioni? Su quale base avrà dato il suo ok? Non è dato saperlo.
Sul 1.6 TDI deve essere invece installato un filtro per ridurre la turbolenza del flusso di aria di fronte al sensore, in modo da rendere più precisa la misura quantità d’aria aspirata nella camera di combustione. Anche in questo caso, senza test e prove, è difficile dire cosa realmente accadrà con l’intervento.
Teoricamente una combustione più efficiente dovrebbe migliorare i risultati di emissione. Possibile però che Volkswagen, il cui obiettivo principale era arrivare, anche ricorrendo a trucchi, al diesel più pulito del mercato, abbia trascurato in precedenza una soluzione così banale ottenuta con un elemento in plastica dal prezzo di circa 10 euro? Difficile da credere.
Le soluzioni probabilmente saranno testate sui vecchi cicli di omologazione. In laboratorio e non in strada. Troppo facile.
Le modifiche valgono solo per l’Europa e non per gli Stati Uniti. Oltreoceano il problema rimane aperto. A occhio sarà ben più difficile convincere l’Epa e il Carb californiano piuttosto che il Kba di casa. Ci vorrà qualcosa di più di un aggiornamento e un raddrizzatore di flusso.