Ormai i giochi sono fatti. Con la puntata di ieri di X Factor 9 ci si è avvicinati a lunghe falcate alla finalissima, in scena al Forum di Assago il 10 dicembre. Tra noi e lei, la serata in cui su Sky andrà in onda la grande illusione che i concorrenti del Talent siano, in effetti, delle popstar, solo la semifinale di giovedì prossimo, quando i concorrenti rimasti, Enrica, nella squadra di Skin, Davide e GioSada, nella squadra di Elio e Urban Strangers e Moseek, per Fedez si esibiranno con gli inediti, passaggio fondamentale per capire come poi, volendo e potendo, si collocheranno sul mercato.
Perché, in fondo, anche se X Factor è soltanto uno spettacolo televisivo, la narrazione che va in onda da qualche settimana sui canali Sky vuole che sia la musica il vero cuore del programma. E la puntata di ieri affrontava quello che è, in fondo, l’unica piccola scossa che sta attraversando questa edizione del talent di Simon Cowell, l’argomento: italiano sì o italiano no? Per tutte le puntate precedenti, infatti, un po’ annoiati dall’assenza di Morgan al tavolo dei giudici, e dalla scarsa profondità bidimensionale dei ragazzi in gara, si era polemizzato sulla faccenda delle canzoni scelte per la gara. Lo si era fatto sui social, cioè lì dove il talent sembra aver maggior successo. Accuse ai giudici, insieme agli autori tv e soprattutto agli editori discografici responsabili della scelta dei brani, per aver operato scelte troppo sofisticate, sempre o quasi in inglese.
Brani sconosciuti ai non addetti ai lavori, a volte anche agli altri giudici. Brani atti, questo l’argomento principe, a mettere in evidenza i giudici più che i cantanti, spesso penalizzati proprio da scelte poco adatte alla loro voce e alle loro capacità interpretative. Così ieri, come a voler dare ulteriore peso ai social e a questa polemichella, X Factor ha avuto una prima manche tutta cantata in italiano. Una dichiarazione di resa, forse, o più semplicemente un altro espediente narrativo. Le scelte sono state ancora una volta discutibili, ma alla fine hanno portato a casa il risultato sperato, per un’oretta o poco più c’è stato qualcosa di nuovo di cui discutere su Facebook o Twitter. Davide ha cantato una versione giamaicana de L’Italiano di Toto Cutugno, Erica una versione brutta di Adesso e qui di Malika Ayane (se già era poco credibile lei a cantare “silenzi per cena”, figuriamoci la ragazzina in questione), i Moseek, forse la realtà più interessante, quantomeno da un punto di vista di immagine, Tutti i miei sbagli dei Subsonica, GioSada, bravo, Amore che vieni, amore che vai di Faber, Luca, febbricitante, una scialba Ti scatterò una foto di Tiziano Ferro, gli Urban Strangers una versione agghiacciante de La libertà di Gaber. Ovviamente va al ballottaggio Enrica, non perché canti meglio di Luca, ma perché lui è malaticcio, e si suppone a casa si siano un po’ impietositi.
Seconda manche. Stavolta dell’italiano se ne sbattono tutti, e torna il problema dell’ego dei giudici, che fanno scelte di nuovo discutibili. I Moseek affrontano da par loro gli Artic Monkeys, cioè con ottimi arrangiamenti, ottima scena e una voce del tutto prescindibile. Luca affronta, febbricitante (lo so, continuo a ripeterlo, ma è stata la sola cosa interessante della puntata, scusate), canta, maluccio, Stitches di Shawn Mendes, senza lode, GioSada affronta bene Shock the monkey di Peter Gabriel, brano tutt’altro che facile. Gli Urban Strangers prendono un piccolo gioiello come Loser di Beck e lo trasformano in una lagna che Dio ci scampi. Sul perché si ostinino a dire che hanno un futuro discografico si sta occupando Giacobbo, io caccerei il biondino e terrei solo l’altro, ma del resto non faccio il giudice né il discografico. Chiude Davide, che interpreta con mestiere Wilfire degli Sbtrkt (band che manda in tilt la sala stampa, e che infatti nessuno cita nei propri pezzi). Davide è bravo, come GioSada, ma viene spesso accusato di essere di maniera, come se saper cantare fosse un aggravante. Da questa manche, ovviamente, esce Luca. Perché ha cantato male (i Moseek lo hanno fatto peggio, ma il groove del gruppo ha retto benissimo) e perché ormai i giochi sono sulle minuzie. Nel mentre Jess Glyne, ospite della puntata, almeno per una volta, non fa sfigurare i concorrenti, davvero irrilevante la sua presenza. Sarà forse stato un modo per mettere in risalto la puntata italiana del Talent.
Al ballottaggio Enrica affronta Luca. Ancora una volta Fedez, che sembra la reincarnazione di un democristiano solo più cool e tatuato manda i ragazzi al televoto col Tilt. Il pubblico, da casa, se ne frega della febbre e salva Enrica, che va verso la semifinale, con tanto di balletto coreografico della mamma sugli spalti. Mika perde l’ultimo dei suoi concorrenti e se la prende con Fedez. Già durante la puntata tra i due erano volate parolacce e frecciatine. La festa che è da poco cominciata, è già finita. Riassumendo, vera protagonista di questa edizione la noia, difficile da descrivere, e anche da evitare. Il clou della puntata è stato il canto in italiano, che ha dimostrato come cantare in inglese sia una scelta giusta, perché almeno lì non si capiscono le parole e le interpretazioni un po’ libere non si capisco. Al secondo posto la febbriciattola di Luca, simpatico e di talento, ma troppo giovane e acerbo. Al terzo le punzecchiate di Fedez e Mika (a Extra Factor Mika ha mandato Fedez a quel paese aggiungendo un chiaro “Fai cagare”) e il balletto della mamma di Enrica. Per i cultori delle chicche, va segnalata Skin che, in mezzo a un italiano a cavallo tra Dan Peterson e Totò e Peppino a piazza Duomo inforca un “fraseggio” da lasciare a bocca aperta. Settimana prossima semifinale, con gli inediti, e poi, finalmente, la finale. Poi se ne riparla tra un anno, sicuri che tutti questi momenti andranno perduti nel tempo, come lacrime nella pioggia. È tempo di morire.