Cucina

Calcio e cibo, quando lo stadio ospita un ristorante di livello: succede al Bernabeu, ma non solo

Da San Siro allo Juventus Stadium, unire il piacere della partita a quello di un pranzo o una cena di livello è diventato possibile

di Barbara Giglioli

Non vogliono più fare i calciatori, ma i cuochi. Lo dicono i sondaggi, gli esperti e soprattutto i diretti interessati: i ragazzi. I grandi stadi, però, tolgono gli adolescenti dall’imbarazzo e creano dei ristoranti di alto livello proprio all’interno dei tempi del calcio. Il primo ad inaugurare il trend è stato il Puerta 57, piazzato all’anello superiore del Santiago Bernabeu di Madrid. Ampie vetrate verso il rettangolo verde, ambiente di classe e, inutile dirlo, prezzi all’altezza dell’esperienza. Perché è proprio di “esperienza” che si parla. Andare allo stadio non è più “vedere una partita”, ma diventa qualcosa d’altro: il modo di passare qualche ora in maniera piacevole, andando ad accontentare tutti i sensi, anche il gusto.

In Italia, sul modello spagnolo, in questi ultimi anni sono nati molti punti ristoro che non hanno nulla da invidiare ai ristoranti gourmet presenti in tutta la penisola. Una moda che sta prendendo piede è quella delle sky-lounge legate al wine&food. A San Siro c’è quella della Collina dei Ciliegi, l’azienda vincola della famiglia Gianolli. Qui si possono seguire tutte le partite, non solo quelle del Milan, e anche i concerti. Il presidente Massimo Gianolli ha spiegato: “Per tantissimi anni, andando nelle sky box, trovavo cibo e vino scadente e mai le stesse persone a ricevermi. Noi abbiamo voluto creare un posto diverso”. La cucina adesso è gestita dallo chef Enrico Bartolini (Devero Hotel, due stelle Michelin), che è molto bravo nel creare l’atmosfera cercata dal presidente Gianolli.

I tifosi fiorentini, invece, è da un anno che godono della crystal lounge del Consorzio Vini Chianti Classico. Qui la cucina è principalmente toscana e il vino, inutile dirlo, è Chianti. Giuseppe Liberatore, direttore generale del Consorzio, afferma: “Per noi è molto importante il contesto in cui si guarda la partita”. Ma l’idea è nata dai tifosi viola: “Da anni li vedevamo sventolare bandiere del Gallo Nero e da lì ci è venuta l’idea di usare il Franchi come vetrina per il vino toscano”.

Tra i tempi del calcio attenti alla dimensione food non va dimenticato lo Juventus Stadium. Per i tifosi trenta punti ristoro che servono pietanze preparate al momento. Per per gli ospiti che invece vogliono regalarsi un pasto gourmet, ci sono le aree hospitality dove venti cuochi si destreggiano in 1500 metri quadri di cucine. C’è il Legends Club sul lato ovest, o il Club Gianni e Umberto Agnelli, inaugurato da Gualtiero Marchesi nel 2011.

Gli chef stellati deliziano il palato di tifosi speciali che, se già godono nel guardare la partita da posti privilegiati, coccolati dalla bontà della cucina di livello, riescono a vivere un esperienza totalizzante.

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