Non è il momento migliore, per Angela Merkel, di festeggiare i suoi dieci anni alla guida della Germania. Non è tanto per il consenso in calo, non comunque di dimensioni tali da impensierire la cancelliera. In fondo, finora, le è riuscito di aprire le porte a un milione di siriani senza che venisse meno la fiducia di buona parte dell’opinione pubblica nelle doti organizzative dello stato tedesco. Non che manchino critiche e dubbi. Il ritornello ripetuto più volte dalla cancelliera – “ce la facciamo, ce la facciamo” – non è bastato a soffocare sul nascere le incertezze. Ad oggi, non c’è unanimità sui numeri reali del fenomeno, né è dato sapere quanto tempo i nuovi entrati rimarranno nel paese. Alla lunga, potrebbero approfittarne i populisti della AfD (Alternativa per la Germania), la principale forza alla destra della Cdu pronta a intercettare paure e sentimenti anti-immigrazione. Ma i veri problemi di Angela Merkel sono altri.
Il primo ce l’ha in casa propria e riguarda il dissenso interno nel proprio partito. Più che dagli alleati socialdemocratici, gli attacchi vengono infatti dal leader della Csu, il partito bavarese affratellato alla Cdu. Qualche giorno fa, Horst Seehofer ha definito la cancelliera una “scolaretta” e si è messo, di fatto, alla guida del fronte dei dissidenti. Chi ha simili amici di partito, ha scritto un giornale tedesco, non ha bisogno di avere nemici. Proprio dal fuoco amico vengono le parole più pesanti: c’è chi parla di perdita di controllo della situazione e di fallimento dello Stato, e chi si spinge fino all’accusa di tradimento nazionale in seguito all’apertura dei confini. Le basi del potere della Merkel nel proprio partito si sbriciolano e se per ora la sua figura resiste alla guida del paese, dipende più che altro dalla debolezza degli avversari alla sua sinistra, dall’incapacità di Linke e Spd di ricompattarsi. Finora il sistema del merkellismo si era dimostrato vincente in Germania perché aveva assicurato ai tedeschi continuità, sicurezza e assenza di scossoni bruschi. Per vincere alle ultime elezioni ad Angela era stato sufficiente ripetere lo slogan “Mi conoscete già“. Della serie: ” Con me nessuna sorpresa”.
Le opposizioni di sinistra la accusano di aver anestetizzato la Germania, di avere depoliticizzato i tedeschi, ma questa è un’altra storia. Sta di fatto che una parte dei tedeschi si sente per la prima volta, da un decennio a questa parte, investita dalla preoccupazione per il futuro. Messi di fronte alla sfida di integrare un milione di nuovi cittadini temono che la cancelliera non abbia in mente una vera strategia. Spesso la leader della Cdu ha governato passando indenne attraverso momenti cruciali, anzi logorando per lo più i suoi alleati di governo. Ne sanno qualcosa i socialdemocratici, gravemente puniti dal loro elettorato per aver tirato fuori dal cappello l’Agenda 2010, la riforma del mercato del lavoro. Merkel oggi non ha nessuno su cui scaricare la crisi politica, né sul fronte interno, né su quello esterno. In Europa, per esempio, la sua politica di apertura delle frontiere ha trovato più avversari che proseliti e non c’è stato verso di rompere il muro di diniego di Polonia e Ungheria, oltre che quello della Turchia al di fuori dell’Ue.
L’altro motivo di sofferenza, sempre per rimanere in politica estera, è il protagonismo diplomatico e internazionale del dirimpettaio francese. Pur a costo di rompere un tabù, Angela Merkel si è vista costretta a inseguire Hollande e promettere un sostegno nell’intervento militare contro l’Isis. Solo fino a poche settimane fa l’idea di mandare soldati e aerei tornado in Siria sarebbe stato impensabile per il governo tedesco. Come era prevedibile, l’annuncio di Angela Merkel ha innescato più dubbi che certezze – e non solo nel fronte dell’estrema sinistra. Primo, un intervento militare potrebbe portare all’escalation del terrorismo, soprattutto se si tiene conto che in Germania sono entrati quasi un milione di siriani. La paura che tra loro possano essersi infiltrati gruppi terroristici è argomento frequente. Secondo, i bombardamenti – è opinione diffusa – non servono a niente, certo non a sconfiggere quelli dell’Isis, almeno fino a quando questi continueranno a ricevere armi e finanziamenti, dall’Arabia Saudita e non solo, e fino a quando andrà avanti il gioco ambiguo della Turchia. Non è ancora chiaro se la Germania sarà al fianco della Francia solo per offrire aiuti di intelligence o se parteciperà direttamente alle operazioni militari. In ambedue i casi, assicurano i costituzionalisti tedeschi, c’è bisogno dell’approvazione del parlamento.
Mondo
Germania, dopo sì di Merkel a intervento in Siria i tedeschi hanno paura. E la Cancelliera fa i conti con dissenso interno
La gestione di un milione di siriani è criticata dai dissidenti interni della Cdu: c'è chi parla di perdita di controllo della situazione e di fallimento dello Stato. L'intervento militare è ritenuto inutile per sconfiggere l'Isis. E cresce la fobia che tra i profughi accolti sul territorio tedesco possano essersi infiltrati terroristi
Non è il momento migliore, per Angela Merkel, di festeggiare i suoi dieci anni alla guida della Germania. Non è tanto per il consenso in calo, non comunque di dimensioni tali da impensierire la cancelliera. In fondo, finora, le è riuscito di aprire le porte a un milione di siriani senza che venisse meno la fiducia di buona parte dell’opinione pubblica nelle doti organizzative dello stato tedesco. Non che manchino critiche e dubbi. Il ritornello ripetuto più volte dalla cancelliera – “ce la facciamo, ce la facciamo” – non è bastato a soffocare sul nascere le incertezze. Ad oggi, non c’è unanimità sui numeri reali del fenomeno, né è dato sapere quanto tempo i nuovi entrati rimarranno nel paese. Alla lunga, potrebbero approfittarne i populisti della AfD (Alternativa per la Germania), la principale forza alla destra della Cdu pronta a intercettare paure e sentimenti anti-immigrazione. Ma i veri problemi di Angela Merkel sono altri.
Il primo ce l’ha in casa propria e riguarda il dissenso interno nel proprio partito. Più che dagli alleati socialdemocratici, gli attacchi vengono infatti dal leader della Csu, il partito bavarese affratellato alla Cdu. Qualche giorno fa, Horst Seehofer ha definito la cancelliera una “scolaretta” e si è messo, di fatto, alla guida del fronte dei dissidenti. Chi ha simili amici di partito, ha scritto un giornale tedesco, non ha bisogno di avere nemici. Proprio dal fuoco amico vengono le parole più pesanti: c’è chi parla di perdita di controllo della situazione e di fallimento dello Stato, e chi si spinge fino all’accusa di tradimento nazionale in seguito all’apertura dei confini. Le basi del potere della Merkel nel proprio partito si sbriciolano e se per ora la sua figura resiste alla guida del paese, dipende più che altro dalla debolezza degli avversari alla sua sinistra, dall’incapacità di Linke e Spd di ricompattarsi. Finora il sistema del merkellismo si era dimostrato vincente in Germania perché aveva assicurato ai tedeschi continuità, sicurezza e assenza di scossoni bruschi. Per vincere alle ultime elezioni ad Angela era stato sufficiente ripetere lo slogan “Mi conoscete già“. Della serie: ” Con me nessuna sorpresa”.
Le opposizioni di sinistra la accusano di aver anestetizzato la Germania, di avere depoliticizzato i tedeschi, ma questa è un’altra storia. Sta di fatto che una parte dei tedeschi si sente per la prima volta, da un decennio a questa parte, investita dalla preoccupazione per il futuro. Messi di fronte alla sfida di integrare un milione di nuovi cittadini temono che la cancelliera non abbia in mente una vera strategia. Spesso la leader della Cdu ha governato passando indenne attraverso momenti cruciali, anzi logorando per lo più i suoi alleati di governo. Ne sanno qualcosa i socialdemocratici, gravemente puniti dal loro elettorato per aver tirato fuori dal cappello l’Agenda 2010, la riforma del mercato del lavoro. Merkel oggi non ha nessuno su cui scaricare la crisi politica, né sul fronte interno, né su quello esterno. In Europa, per esempio, la sua politica di apertura delle frontiere ha trovato più avversari che proseliti e non c’è stato verso di rompere il muro di diniego di Polonia e Ungheria, oltre che quello della Turchia al di fuori dell’Ue.
L’altro motivo di sofferenza, sempre per rimanere in politica estera, è il protagonismo diplomatico e internazionale del dirimpettaio francese. Pur a costo di rompere un tabù, Angela Merkel si è vista costretta a inseguire Hollande e promettere un sostegno nell’intervento militare contro l’Isis. Solo fino a poche settimane fa l’idea di mandare soldati e aerei tornado in Siria sarebbe stato impensabile per il governo tedesco. Come era prevedibile, l’annuncio di Angela Merkel ha innescato più dubbi che certezze – e non solo nel fronte dell’estrema sinistra. Primo, un intervento militare potrebbe portare all’escalation del terrorismo, soprattutto se si tiene conto che in Germania sono entrati quasi un milione di siriani. La paura che tra loro possano essersi infiltrati gruppi terroristici è argomento frequente. Secondo, i bombardamenti – è opinione diffusa – non servono a niente, certo non a sconfiggere quelli dell’Isis, almeno fino a quando questi continueranno a ricevere armi e finanziamenti, dall’Arabia Saudita e non solo, e fino a quando andrà avanti il gioco ambiguo della Turchia. Non è ancora chiaro se la Germania sarà al fianco della Francia solo per offrire aiuti di intelligence o se parteciperà direttamente alle operazioni militari. In ambedue i casi, assicurano i costituzionalisti tedeschi, c’è bisogno dell’approvazione del parlamento.
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Milano, 13 mar. (Adnkronos) - "Procederemo a tutelare la reputazione e l’onorabilità dello studio legale Giarda nelle opportune sedi competenti, come, del resto, già avvenuto in passato nei confronti dello stesso avvocato Massimo Lovati, confidando che questa vicenda possa finalmente trovare la giusta definizione, da tempo auspicata anche dal fondatore dello studio". Gli avvocati Fabio ed Enrico Giarda, ex difensori di Alberto Stasi, condannato in via definitiva a 16 anni per l'omicidio della fidanzata Chiara Poggi, replicano così alle affermazioni del difensore di Andrea Sempio, nuovamente indagato per il delitto di Garlasco, che ha sostenuto che "l'indagine del 2017 è stata frutto di una macchinazione".
Dichiarazioni ritenute dai fratelli Giarda "del tutto gratuite e gravemente lesive. L'avvocato Lovati evidentemente dimentica che la denuncia a suo tempo presentata nel 2017 da Andrea Sempio nei confronti dello studio legale Giarda e degli investigatori incaricati è stata archiviata nel 2020 dal gip di Milano, che nella sua ordinanza ha certificato l’assoluta correttezza dell’attività di raccolta e successiva estrazione dai reperti".
Milano, 13 mar. (Adnkronos) - "Il mercato domestico è in leggera crescita, sia a volume che a valore. Noi siamo cresciuti un po’ più del mercato, abbiamo guadagnato un +2,6 contro il 2% del mercato". Lo afferma Renato Roca, country manager di Findus Italia, all’evento ‘100%: il nostro percorso di sostenibilità’, organizzato oggi a Milano da Findus per celebrare il traguardo del 100% di prodotti ittici certificati Msc e Asc.
“L'Italia non è un Paese da grandissime crescite nel food nel largo consumo - spiega Roca - però è un mercato che sta continuando a dare una buona soddisfazione da quando siamo usciti dai periodi un po’ tesi della grande morsa inflattiva del 2022 e 2023. Dal 2024 il mercato si è normalizzato, anche grazie a iniziative, come la nostra, di comunicazione, di riposizionamento prezzi, che hanno un po’ smosso le acque. Siamo quindi molto fiduciosi”.
Come sottolineato anche all’incontro con la stampa organizzato oggi all'Acquario civico di Milano, quello del surgelato è un settore che “intercetta una serie di trend, come quello dell'anti spreco ma anche dell’attenzione alle abitudini alimentari. Il nostro portafoglio prodotti è composto all'80% da pesce e vegetali e adesso abbiamo anche il pollo - conclude il country manager di Findus Italia - Quello che è confortante come dato è che il mercato ha riacquistato l'1% delle famiglie che erano uscite, noi abbiamo riacquisito 2 punti di penetrazione tra le famiglie acquirenti e il pesce, in particolare, ne ha acquisiti 4”.
Milano, 13 mar. (Adnkronos) - "Il mercato domestico è in leggera crescita, sia a volume che a valore. Noi siamo cresciuti un po’ più del mercato, abbiamo guadagnato un +2,6 contro il 2% del mercato". Lo afferma Renato Roca, country manager di Findus Italia, all’evento ‘100%: il nostro percorso di sostenibilità’, organizzato oggi a Milano da Findus per celebrare il traguardo del 100% di prodotti ittici certificati Msc e Asc.
“L'Italia non è un Paese da grandissime crescite nel food nel largo consumo - spiega Roca - però è un mercato che sta continuando a dare una buona soddisfazione da quando siamo usciti dai periodi un po’ tesi della grande morsa inflattiva del 2022 e 2023. Dal 2024 il mercato si è normalizzato, anche grazie a iniziative, come la nostra, di comunicazione, di riposizionamento prezzi, che hanno un po’ smosso le acque. Siamo quindi molto fiduciosi”.
Come sottolineato anche all’incontro con la stampa organizzato oggi all'Acquario civico di Milano, quello del surgelato è un settore che “intercetta una serie di trend, come quello dell'anti spreco ma anche dell’attenzione alle abitudini alimentari. Il nostro portafoglio prodotti è composto all'80% da pesce e vegetali e adesso abbiamo anche il pollo - conclude il country manager di Findus Italia - Quello che è confortante come dato è che il mercato ha riacquistato l'1% delle famiglie che erano uscite, noi abbiamo riacquisito 2 punti di penetrazione tra le famiglie acquirenti e il pesce, in particolare, ne ha acquisiti 4”.
Roma, 13 mar. - (Adnkronos) - Quella di oggi, per il governatore Francesco Rocca, è “una bella giornata, che ci ricorda da un lato quanto è bello vivere e rappresentare questa regione, ma soprattutto l’importanza di essere accompagnati in questo viaggio e in questo anno particolare, che è un’occasione che non possiamo perdere, fra Giubileo e l’Expo di Osaka. Sono grato al Niaf per la capacità di custodire l’elemento valoriale con la necessità di andare oltre ai confini. Questa è la conseguenza naturale di valori che non si è mai persa: la comunità italoamericana non deve perdere le sue radici, la consapevolezza, e l’orgoglio di essere italiani”.
“I 20 milioni di italoamericani sono i migliori ambasciatori dell’Italia nel mondo - afferma il presidente Niaf Robert Allegrini - e nel nostro 50mo anniversario non potevamo che scegliere il Lazio: abbiamo voluto condividere l’occasione con la regione che ospita la capitale d’Italia, non potevamo fare altrimenti, per dimostrare che il Lazio non è solo il Colosseo e la Fontana di Trevi ma che è una Regione che guarda al futuro”. Un legame quello con il Lazio che si fa anche con il cibo ma non solo. Un piatto su tutti: le Fettuccine alla Alfredo: “Poter portare a Washington Mario Mozzetti del ristorante Alfredo alla Scrofa, uno dei più grandi ambasciatori del Lazio negli Stati Uniti e di avere l'opportunità qua a Roma di andare al ristorante dove è nato questo piatto iconico per me è un motivo di grande soddisfazione”. Per Mario Mozzetti, “è un vero sogno andare alla convention Niaf di Washington e portare le fettuccine alla Alfredo. Portare questo piatto è un orgoglio anche a livello storico: portare Alfredo alla Scrofa negli Stati Uniti significa raccontare la storia che collega idealmente, ma non solo, l’Italia e gli Stati Uniti”.
Roma, 13 mar. - (Adnkronos) - Il Lazio è “Regione d’Onore Niaf 2025”. Un evento che ricade nel 50mo anniversario della National Italian American foundation, la più grande associazione di italoamericani. Lo slogan è chiaro: “All you need is Lazio”, fra sapori autentici, la storia incisa nella pietra, meraviglie naturali, benessere e relax, arte e artigianato, la magia del cinema, innovazione e aerospazio, eccellenza accademica e un patrimonio culturale unico. “È un grande riconoscimento - afferma Roberta Angelilli, vicepresidente e assessore a Sviluppo economico, Commercio, Artigianato, Industria, Internazionalizzazione della Regione Lazio - in cui saremo protagonisti a 360 gradi. Saranno coinvolte 20 startup e pmi innovative oltre a 18 grandi imprese che saranno attori protagonisti. Non è solo un grande evento ma è una vera missione di sistema. Ma non ci saranno solo le imprese: saranno coinvolte anche università e centri di ricerca. Startup. Gli obiettivi, netti e chiari - prosegue Angelilli - sono un piano di networking per una forte connessione con le imprese. L’altra sfida è l’ attrazione degli investimenti”. Per Amedeo Teti, capo Dipartimento per il Mercato del Mimit, “la Regione Lazio merita questa posizione di Regione d’onore. Il Lazio è da sempre attrattore di grandi investimenti. Secondo il Financial Times poi solo nel 2024 l’Italia ha attratto 35,5 miliardi di investimenti e ha creato 36mila posti di lavoro”.
Roma, 13 mar. (Labitalia) - "La vostra fiera pone la sostenibilità al centro del confronto tra tutti voi e tra tutti noi e non potrebbe essere altrimenti". Così il ministro dell'Ambiente e della Sicurezza energetica Gilberto Pichetto in un videomessaggio in occasione di LetExpo 2025, la fiera di riferimento per i trasporti, la logistica, i servizi alle imprese e la sostenibilità, promossa da Alis in collaborazione con Veronafiere (11-14 marzo).
"La logistica è il sistema circolatorio delle nostre società. Attraverso la via della distribuzione riceviamo e inviamo ciò che consumiamo e ciò che produciamo. Quello che compriamo viene spesso da molto lontano e le nostre aziende esportano in ogni continente - continua - Se tutto questo ha creato ricchezza e opportunità ha anche creato pesanti effetti sull'ambiente. Per questo è molto importante che puntiate alla sostenibilità ambientale, naturalmente conciliata con la sostenibilità economica e sociale perché con l'ambientalismo dogmatico non si fa un favore né alla natura né alle persone. Anzi, se non consideriamo il tema socio-economico, le politiche ambientali saranno automaticamente respinte. Su questo tema non abbiamo mai fatto un passo indietro".
"La voce più chiara e determinata è stata quella dell'Italia a ogni tavolo negoziale europeo. Non mettiamo in discussione gli obiettivi finali, gli obiettivi climatici, ma chiediamo misure adatte al nostro Paese - spiega - Se il risultato delle politiche ambientali è la desertificazione industriale, perdiamo tutti. Con la neutralità tecnologica ognuno sceglie la propria strada verso una meta che resta comunque la meta che dobbiamo raggiungere".
"La vostra iniziativa punta ad accrescere la consapevolezza ecologica del settore dei trasporti, lo fa mettendo a confronto istituzioni, imprese, con il mondo della ricerca e delle professioni. Non si ragiona per compartimenti stagni. E' in questo modo che si passa dall'ideologia alla concretezza, alla realtà, dal dogma alla soluzione della questione. Insieme sapremo fare squadra", conclude.
Washington, 13 mar. (Adnkronos) - Christopher Lockyear, segretario generale di Medici Senza Frontiere (Msf), è intervenuto oggi al Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite sulla catastrofica crisi umanitaria causata dalla guerra in Sudan, chiedendo la fine delle violenze contro i civili e un rinnovato impegno per fornire aiuti salvavita. La guerra in Sudan è soprattutto “una guerra contro le persone" ha dichiarato.
Le Forze Armate Sudanesi (Saf) - ricorda Msf - hanno bombardato ripetutamente e indiscriminatamente aree densamente popolate. Le Forze di Supporto Rapido (Rsf) e le milizie alleate hanno portato avanti una campagna di violenze, fatta di stupri sistematici, rapimenti, uccisioni di massa, saccheggi di aiuti umanitari e occupazione di strutture mediche. Entrambe le parti hanno assediato città, distrutto infrastrutture civili essenziali e bloccato gli aiuti umanitari. Msf fornisce assistenza medica in 11 dei 18 stati del Sudan, operando su entrambi i fronti del conflitto, secondo i principi umanitari che la contraddistinguono. I team di Msf nel paese hanno segnalato molte volte i livelli preoccupanti di malnutrizione in diverse zone, mentre malattie infettive prevenibili con i vaccini sono in aumento. L'imminente stagione delle piogge acuisce l’urgenza di assicurare alle persone nelle aree devastate dalla guerra forniture alimentari e mediche.
Il messaggio di Msf al Consiglio di Sicurezza è: la guerra in Sudan non può continuare a essere combattuta con un simile disprezzo per le vite dei civili. Dopo quasi 2 anni di combattimenti, la risposta internazionale è stata fin troppo limitata, ostacolata dalle parti in conflitto e aggravata dalla mancanza di responsabilità, risorse e leadership. “Mentre in questa sede si fanno dichiarazioni, i civili rimangono invisibili, senza protezione, bombardati, assediati, stuprati, sfollati, privati di cibo, cure mediche e dignità” ha dichiarato Lockyear. “La risposta umanitaria vacilla, paralizzata dalla burocrazia, dall’insicurezza, dall’esitazione e da quello che rischia di diventare il più grande disinvestimento negli aiuti umanitari della storia”. Lockyear ha fatto appello a un rinnovato impegno nella protezione dei civili e far fronte alle necessità umanitarie. “La crisi in Sudan impone un cambiamento radicale, abbandonando gli approcci fallimentari del passato. La vita di milioni dipende da questo”, ha concluso.