Consegnato a Stoccolma davanti al Parlamento svedese il Right Livelihood. Il chirurgo di Emergency: "La violenza non è la medicina giusta: non cura la malattia, uccide il paziente". "Dobbiamo creare le condizioni per l'abbandono di questi metodi"
La guerra non significa “altro che l’uccisione di civili, morte, distruzione. La tragedia delle vittime è la sola verità” dei conflitti. Sono queste le parole di Gino Strada, fondatore di Emergency, al Parlamento svedese, dopo aver ricevuto a Stoccolma il Premio Nobel alternativo. Per la prima volta – come già annunciato nei giorni scorsi – il Right Livelihood, concepito per “onorare e sostenere coloro che offrono risposte pratiche ed esemplari alle maggiori sfide del nostro tempo”, è stato consegnato a un italiano “per la sua grande umanità e la sua capacità di offrire assistenza medica e chirurgica di eccellenza alle vittime della guerra e dell’ingiustizia, continuando a denunciare senza paura le cause dei conflitti”.
Davanti ai parlamentari svedesi, il medico di Emergency ha fatto un appello alla comunità internazionale: “Abolire la guerra è una necessità urgente e un obiettivo realizzabile. Questo concetto deve penetrare in profondità nelle nostre coscienze, fino a che l’idea della guerra divenga un tabù e sia eliminata dalla storia dell’umanità”. “La violenza -ha spiegato Strada – non è la medicina giusta: non cura la malattia, uccide il paziente”. Per questo motivo il chirurgo ha spiegato che la sfida più grande che l’umanità deve impegnarsi ad affrontare nei prossimi decenni “consisterà nell’immaginare, progettare e attuare le condizioni che permettano di ridurre il ricorso alla forza e alla violenza di massa fino al completo abbandono di questi metodi”.
Durante il suo lavoro come medico, il fondatore di Emergency, ha raccontato di aver visto “i feriti (e i morti) di vari conflitti” e operato “migliaia di persone, ferite da proiettili, frammenti di bombe o missili”. Ed è proprio nel corso della sua attività a Kabul, alcuni anni fa, che esaminando le cartelle cliniche di circa 1200 pazienti, Strada ha scoperto che “meno del 10% erano presumibilmente militari” mentre il restante 90% “erano civili, un terzo dei quali bambini“. A questo punto il chirurgo ha chiesto ai parlamentari: “È quindi questo ‘il nemico’? Chi paga il prezzo della guerra“?
A un passo dal 2016, ha rilanciato Strada, siamo ancora davanti a un dilemma posto nel 1955 e racchiuso nel cosiddetto Manifesto di Russel-Einstein dai più importanti scienziati del mondo: “Metteremo fine al genere umano o l’umanità saprà rinunciare alla guerra? È possibile un mondo senza guerra per garantire un futuro al genere umano”? Concludendo il medico ha sottolineato: “Il fatto che la guerra abbia segnato il nostro passato non significa che debba essere parte anche del nostro futuro“.